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WTO: il vertice è un fallimento | India accusata di stallo
Fumata nera al vertice del WTO a Abu Dhabi. Dalla riunione che ha ospitato i ministri di tutti i principali governi del mondo – e che ha visto la presenza consistente anche di BRICS e paesi emergente – non esce neanche un accordo significativo sui temi ritenuti più importanti, con la stampa che segnala quasi all’unanimità il fallimento di un vertice avviato con le più rosee aspettative. Rosee aspettative che però hanno dovuto fare i conti con resistenze legate a interessi nazionali.
Il vertice, che è andato avanti per cinque giorni, ha evidenziato l’incapacità dei partecipanti di superare le divergenze su temi cruciali quali l’agricoltura, la pesca e altre questioni chiave. È stato raggiunto però un accordo per estendere di due anni la moratoria sull’imposizione di tariffe e dazi sulle trasmissioni di dati e-commerce, cosa che sarà accolta dalle aziende del settore con un certo entusiasmo. Rimane però il rammarico per lo stallo e, sul fronte dei BRICS, anche per le evidenti fratture tra interessi cinesi e interessi indiani, mai così divergenti fino a ora, nonostante la narrativa da tempo racconti di una concordia che a Abu Dhabi è apparsa come completamente inesistente.
Le grandi questioni non passano: al WTO è stallo totale
Per quanto i comunicati stampa del vertice sottolineino gli aspetti positivi, come l’accordo raggiunto sulla moratoria dei dati degli e-commerce e relative tariffe, in realtà a Abu Dhabi la montagna ha partorito il proverbiale topolino. Nessun accordo sull’agricoltura e sulle riserve pubbliche delle risorse ad essa collegata a certe imprese del settore, nessun accordo sulla pesca, nonostante le vibranti proteste di diversi paesi, nessuna distensione nei rapporti tra Cina, India e Unione Europea, con quest’ultima che ha già comunicato la propria frustrazione per lo stallo causato da Mumbai su tutte le questioni principali. Responsabilità per lo stallo che però fonti indiane rispediscono al mittente.
Divisione aspra anche tra i cosiddetti BRICS, il gruppo di paesi che in particolare le narrative più epiche intravedono come futura minaccia al dominio del blocco occidentale. Sul tema degli investimenti, così come sugli altri che si sono toccati a Abu Dhabi, non sembra ci sia stata grande concordia tra le due super-potenze del blocco, ammesso che di blocco si possa parlare.
Proteste, piuttosto vibranti, da parte di diversi micro-stati del Pacifico, frustrati in quanto non sufficientemente consultati e ascoltati per le questioni che riguardano le riserve ittiche.
Si parla anche di politica USA
Vi è stato spazio anche per excursus sulla politica USA, in particolare quella commerciale dopo le elezioni. Si teme, questo è sembrato essere il sentimento più diffuso, una chiusura almeno parziale degli Stati Uniti nel caso in cui dovesse cambiare l’inquilino della Casa Bianca. Preoccupazioni condivise e che però passano in secondo piano di fronte a un vertice che passerà alla storia come un fallimento su quasi tutti i fronti.
Fallimento anche per Abu Dhabi e sulle aspirazioni di affermazione come potenza globale e multi-laterale. Un’aspirazione coltivata dagli Emirati anche con atteggiamenti più aperti all’uno e all’altro blocco, ammesso che si possano trattare come insiemi omogenei.
Un meeting che per una parte degli analisti è segno anche della grande difficoltà che le organizzazioni internazionali stanno affrontando in un’epoca storica che vede gli attriti, in particolare commerciale, tra i paesi ai massimi storici. Strumenti commerciali che pur lontani dalla guerra in senso proprio, inaspriscono rapporti e rendono ancora più difficile il compito del WTO, organizzazione a tutela del commercio internazionale che però, almeno per questo vertice, non sembra aver soddisfatto le sue stesse ambizioni.