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Yen: è ancora buio per Tokyo. La Cina apre ai paesi vicini per stabilizzare lo yuan. Dollaro ancora forte
Continua sui mercati la forza relativa del Dollaro USA, che sta contribuendo a cambiare lo scenario per il Forex anche dall’altra parte del mondo, in Giappone e Cina, così come in diverse economie emergenti. Soltanto ieri Pechino ha provato a scuotere i mercati con un’importante decisione sui tassi di breve termine, a tutela di uno yuan che come tante altre valute sta soffrendo appunto il buon momento di USD. Una situazione che è nel complesso estremamente diversa da quanto ci si aspettava soltanto a fine 2023 e che costringe gli investitori nel mercato valutario a rivedere le proprie strategie, anche sul medio e lungo periodo.
Lo yen è sui livelli peggiori dal 1990 e continua a costeggiare quei 152 contro USD che sono ritenuti la linea rossa, neanche troppo sottile, che dovrebbe garantire l’intervento da parte di Bank of Japan. Un intervento che tutti stanno cercando di scongiurare e che però è stato minacciato di nuovo dalle massime autorità del paese. Minacce che per ora però non hanno avuto grandi effetti tra i cosiddetti speculatori, un eterogeneo insieme di operatori di mercato che Tokyo ritiene essere responsabile per queste ennesime difficoltà dello yen.
La Cina prova a fare fronte comune
La prima notizia, quella forse più insolita, è quella che arriva dal governatore della banca centrale cinese, Pan Gongsheng, che ha affermato che la Cina sta cercando sponde anche tra i paesi limitrofi per avere più cooperazione sul fronte valutario. Swap bilaterali che dovranno avere come obiettivo principale quello della stabilizzazione delle valute di riferimento, con la stabilità del prezzo che rimane una delle principali preoccupazioni tanto di Pechino, quanto di diverse delle economie emergenti dell’area.
Non sono stati offerti ulteriori dettagli su questa cooperazione, con Gongsheng che ha invitato tutti ad un impegno maggiore in questo senso, allo scopo di creare una rete che sia in grado di autosostenersi e di offrire nel complesso una rete di sicurezza a valute che in relazione al dollaro continuano a vivere enormi difficoltà. La Cina inoltre, questo è il messaggio che arriva da Pechino, punterà ad aprirsi ulteriormente in senso finanziario verso gli altri paesi, una promessa che era stata tra le più chiare durante l’insediamento di Gongsheng e che è stata reiterata anche dal primo ministro in carica, mentre annunciava gli ambiziosi programmi di Pechino in termini di crescita per il 2024.
A Tokyo si soffre ancora
Continuano le sofferenze di Tokyo e dello yen, che si trova sui livelli più bassi dal 1990 e che non sembra avere trovato sollievo dai recenti rialzi ai tassi, giudicati dai mercati eccessivamente modesti. Debolezza che è stata rinforzata anche da dichiarazioni non eccessivamente chiare sui prossimi movimenti di Bank of Japan, con la banca centrale giapponese che ora si trova nella necessità urgente di scongiurare il superamento di quella che è una soglia psicologica tanto tecnica quanto simbolica.
Nell’ultima sessione di scambi, dopo aver passato i 151,95, i trader hanno fatto qualche passo indietro in concomitanza dell’arrivo di ulteriori minacce da parte delle massime autorità economiche e finanziarie del Giappone. Questa volta a intervenire è stato Shunichi Suzuki, che è a capo del Dicastero delle Finanze, che ha promesso un’azione rapida e in tempi brevi a tutela del valore dello yen. Azione che non sappiamo se sia già avvenuta, con lo yen che rimane comunque molto vicino alle ormai note soglie di intervento.
Una sofferenza in generale che è dovuta anche al buon momento del dollaro, con DXY, indice che sintetizza il valore del dollaro in relazione alle principali valute sulle piazze internazionali, ancora in rialzo. Il momento continua a essere confuso, e nella confusione – come spesso accade – è il dollaro a giocare il ruolo del leone della foresta del Forex.