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Yen: caccia agli speculatori che shortano JPY. Bank of Japan e Ministero pronti a intervenire
Siamo vicini ai minimi che lo yen ha fatto registrare nello scorso ottobre, ed è il momento giusto per un altro intervento di Masato Kanda, vice al dicastero degli affari internazionali di Tokyo, che lancia un altro allarme ai mercati e a non meglio precisati speculatori, che sarebbero tra i principali responsabili, a sua detta, delle attuali condizioni di debolezza dello yen. Questo a pochi giorni dall’intervento al rialzo sui tassi di Bank of Japan, intervento al rialzo che però i mercati hanno giudicato come troppo fiacco, in particolare in abbinamento a parole non esattamente decise di Kazuo Ueda, governatore della banca centrale.
Il leitmotiv è sempre lo stesso: i fondamentali sono buoni e non giustificano la debolezza dello yen, e il suo pericolo avvicinamento verso quella che per Bank of Japan e che per il dicastero delle finanze è la soglia di intervento. Sì, la colpa è di nuovo degli speculatori (c’è qualche dato ad esempio sui fondi hedge) e la minaccia di Kanda vorrebbe proprio cercare di mettere riparo alla debolezza dello Yen cercando di riportarli a consigli invero più miti. Ci riuscirà?
Tokyo pronta a intervenire, di nuovo
Non sono esattamente minacce nuove. Bank of Japan, il Ministero delle Finanze e secondo quanto affermato qualche settimana fa anche Federal Reserve sarebbero pronte a intervenire per garantire stabilità alle quotazioni dello yen contro le principali valute. Lo ricorda ancora una volta Masato Kanda, che in Giappone è vice al Ministero degli Affari Internazionali, che poche ore fa ha annunciato ai reporter l’eventuale prontezza di BoJ e del dicastero delle finanze ad intervenire direttamente a mercato. Lo scopo sarebbe quello di porre fine alle eccessive fluttuazioni dello yen, locuzione che però andrebbe tradotta con la debolezza che lo yen sta mostrando, di nuovo, sulle piazze internazionali.
Siamo sempre pronti: questa è la parola d’ordine ai massimi vertici delle politiche economiche e monetarie di Tokyo, con l’intenzione chiara di voler attaccare la speculazione. Speculazione che sarebbe la principale responsabile, sempre secondo le massime autorità di Tokyo, del momento di difficoltà dello yen, che è pericolosamente vicino alle soglie di intervento e che mostra ancora una certa fiacca nonostante BoJ sia intervenuta sui tassi proprio la scorsa settimana.
Il quattro percento di fluttuazione in due settimane sarebbe ritenuto eccessivo, in particolare a fronte di fondamentali che secondo Tokyo dovrebbero indicare il contrario. E il messaggio, per chi ha orecchie per intendere, sembrerebbe essere piuttosto chiaro.
Una minaccia rivolta agli short
La minaccia è, per quanto in modo obliquo, rivolta ai fondi che sono in posizione nette di short nei confronti dello yen. Un eventuale intervento di BoJ, che comunque non sarebbe a costo zero per la banca centrale, potrebbe cambiare le carte in tavola piuttosto rapidamente e rendere gli short enormemente costosi per chi li ha aperti. I fondi hedge nel corso della settimana passata hanno aumentato le loro posizioni short dopo che Kazuo Ueda era apparso piuttosto incerto sulle prossime mosse della banca centrale, e mentre ha annunciato di essere comunque disposto a rivedere le politiche monetarie anche a sostegno di un’economia che potrebbe incontrare qualche difficoltà nei prossimi mesi.
Una situazione che ricorda appunto quella di ottobre, con il tanto atteso rialzo dei tassi che almeno per ora non ha sortito gli effetti sperati da Tokyo e dai long sullo yen. Vedremo se all’arrivo della soglia X, che è quella dei 152, Bank of Japan e Ministero delle Finanze interverranno energeticamente sul mercato per invertire il trend. Chi vivrà, afferma un vecchio modo di dire, vedrà. Per ora siamo ancora nel campo di minacce che a ottobre sortirono degli effetti piuttosto contenuti. Mentre diamo alle stampe questo approfondimento, lo yen rimane a 151 contro USD.