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Yen giapponese si allontana dai 150 contro USD. Pesa intervento BoJ
Per quanto ancora in enorme difficoltà nei confronti del dollaro USA, la sessione odierna ha visto un rimbalzo dello yen giapponese nei confronti del dollaro USA. Nel momento in cui viene redatto questo approfondimento, lo yen viene scambiato sotto i 149, e comunque al di sotto della soglia simbolo dei 150, soglia che è ritenuta l’innesco delle manovre a mercato, di carattere emergenziale, da parte di Bank of Japan.
A muovere il prezzo dello yen è una novità che è stata comunicata oggi lunedì 30 ottobre e che sarà discussa domani martedì 31 ottobre all’interno dell’incontro dal quale dovranno venire fuori anche decisioni sui tassi di interesse di riferimento in Giappone. Potrebbe infatti esserci un secondo aggiustamento ai tassi concessi sui bond decennali giapponesi, ai quali potrebbe essere permesso di salire sopra l’1%. Si tratterebbe della seconda modifica alle costanti della YCC, la yield curve control, misura complessa e fatta anche, a quanto parrebbe, di aggiustamenti periodici. Aggiustamenti periodici che dipendono da una fase di mercato molto complessa per il Giappone e per la sua economia.
Più libertà per Bank of Japan: a Tokyo salta tutto o quasi
Bank of Japan non è certamente una delle più rigorose banche centrali del mondo. A Tokyo i tassi di riferimento sono ancora negativi e per quanto frequenti siano state le minacce nel corso degli ultimi mesi, con ogni probabilità così rimarranno anche durante questa tornata. Non in molti si sarebbero aspettati però il liberi tutti che è stato riportato oggi da Nikkei ASIA. Oltre al tweak ulteriore dei tassi permessi sui bond decennali, Bank of Japan ha fatto intendere di volersi concedere maggiore libertà per le operazioni direttamente a mercato a tutela della propria valuta.
Valuta che sarebbe sotto l’attacco anche di speculatori secondo il governatore di BoJ Kazuo Ueda, contro i quali ha più volte minacciato interventi. Gli interventi ci sono stati, senza che però siano stati in grado di invertire un trend per JPY che è negativo ormai da tempo. La soglia dei 150 è stata toccata più volte e per evitare di perdere quella che è una resistenza fondamentale, la banca centrale è intervenuta a sostegno della valuta stessa con importanti piani di acquisti non programmati.
Piani di acquisti che potrebbero diventare ora più frequenti e più corposi, se così si dovesse effettivamente deliberare nella prossima riunione della Banca Centrale giapponese. Difficile per ora dire se questo sarà sufficiente, fosse anche soltanto per la situazione che sta maturando a Washington, dove la corsa dell’economia sembrerebbe indicare quantomeno la possibilità che ci siano nuovi rialzi.
Tra deflazione e inflazione
Meglio la prima. Almeno questo è quanto sembrerebbero aver pensato a Tokyo, che vuole difendere la propria valuta anche per limitare l’impatto che questa debolezza ha sui prezzi interni.
Chi crede però che BoJ possa giocare impunemente al meccanico dell’economia senza tenere conto dei fattori esterni (e senza mettere in conto spese importanti per sostenere tali manovre) si sbaglia. Il rischio è che i mercati continuano a esercitare pressioni importanti e che il nuovo livello individuato per i bond decennali non sia comunque sufficiente.
Domani, martedì 31 ottobre, ne sapremo comunque di più, dato che saranno aggiornate anche le previsioni sull’inflazione nipponica. Proiezioni che non devono essere delle migliori se già oggi sono state comunicate mosse possibili (e importanti) a tutela dello Yen.
Per il resto ci sarà da valutare se, come e quando il trend dello Yen potrà essere invertito. Anche il fattore porto sicuro sembra essere rapidamente scemato, al tranquillizzarsi della situazione in Israele. Basterà il nuovo livello massimo di interessi tollerati, all’1%, sui bond decennali? Qualcuno ne dubita.