Bank of Japan, la banca centrale del Giappone, è intervenuta sui mercati sia a tutela del valore dello yen – che ieri aveva toccato di nuovo quota 150 contro il dollaro, sia nel tentativo di recuperare il controllo dei rendimenti dei bond a scadenza decennale – nell’ottica di quella YCC che ormai è il mantra della banca centrale di Tokyo. Gli effetti ci sono stati, per quanto il Ministero delle Finanze si rifiuti di commentare sull’effettivo intervento sul mercato del Forex. Quello sul mercato delle obbligazioni, invece, è più che assodato e ormai di pubblico dominio.
Si tratta di un intervento che vale quasi 5 miliardi di dollari per quanto riguarda il mercato dei bond e che però non sembrerebbe aver sortito degli effetti considerevoli, per quanto ci siano stati. Le preoccupazioni sulla tenuta di Tokyo e di quella che in diversi ritengono una strategia ormai sul filo del rasoio permangono.
Ancora Bank of Japan sui mercati: 4,5 miliardi di dollari di bond, e forse…
Si tratta dell’ennesimo intervento non preventivato di Bank of Japan, la banca centrale del Giappone, che è intervenuta ancora una volta nel tentativo di contenere i rendimenti dei bond decennali. L’istituzione è intervenuta acquistando a mercato bond a scadenza decennale per un controvalore superiore ai 4,5 miliardi di dollari, somma consistente e che va ad aggiungere ulteriore debito sovrano alle casse della banca centrale, che ne controllano già più del 50%.
Una misura mai vista prima, che però non è forse la più interessante che è avvenuta nelle ultime ore. Oltre a questo intervento – che è di pubblico dominio – in molti sospettano un intervento anche sul mercato del Forex da parte del Ministero delle Finanze e forse della stessa banca centrale. Intervento che era stato minacciato più volte negli scorsi giorni in quanto lo yen si stava avvicinando pericolosamente a quella soglia ritenuta più psicologica che tecnica.
È la soglia del cambio a 150 contro il dollaro USA, livello che non si vedeva da tempo e che è stato in passato innesco per altre operazioni simili. Non è chiaro per il momento non solo il quantum dell’intervento, ma anche se questo sarà ritenuto come risolutivo anche in assenza di reazioni veementi da parte dei mercati. Per ora il cambio è tornato sotto i 150, nello specifico in quota 148 – e le prossime ore di scambi saranno decisive per capire se, come e quando potrebbe ulteriormente evolversi la situazione in Giappone.
Banca centrale ancora attiva
La Banca centrale del Giappone rimane una delle più attive sul mercato dei bond, anche in controtendenza rispetto al trend mondiale, che è di disimpegno dei principali istituti all’interno di più ampie manovre per il quantitative tightening. Una situazione che fa il paio con la situazione dei tassi, ancora negativi sia nominalmente che realmente in Giappone, e che potrebbe rapidamente cambiare, almeno a prendere per buone le recenti minacce ai mercati proferite da Kazuo Ueda, governatore di Bank of Japan.
Una situazione che non era mai stata vista prima, se non appunto in Giappone, e che apre a ulteriore incertezza sulla tenuta dello yen, che è la valuta che ha performato in modo peggiore da inizio anno contro il dollaro USA. Una debolezza intrinseca che sarà esacerbata dal differenziale di tassi con Federal Reserve – che sarà destinato a durare ancora a lungo. I mercati continuano a avere un outlook particolarmente negativo nei confronti dello yen giapponese.
Un momento duro, con l’inversione del trend che però non potrà certamente avere come base gli interventi sport di Bank of Japan. L’outlook rimane certamente negativo, tenendo conto di un differenziale che anche con un’inversione delle politiche monetarie di Tokyo che sarà comunque molto timida.