Area Euro: inflazione superiore alle aspettative. EUR in recupero su USD, ma quanto può durare?

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Facce da mal di testa tra i trader Forex che si aspettavano un dato sia più basso, sia più chiaro dall’inflazione UE. Arrivano i dati, e non sono per niente positivi: l’inflazione rimbalza, per quanto di poco, più delle aspettative. Segno che l’incubo non è ancora alle spalle e che per quanto in molti intravedano la luce in fondo al tunnel, ci sarà ancora da lottare. DAlla diffusione del dato l’Euro è stato oggetto di un rally, per quanto contenuto, al rialzo. Se è vero che i mercati trattano questo dato come la smentita delle teorie rose e fiori, è altrettanto vero che in pochi sono disposti a mettere in dubbio i tagli previsti per giugno.

Altro dato interessante, per quanto non direttamente coinvolto nelle considerazioni degli investitori nel Forex, è la diversa velocità con la quale l’inflazione si sta muovendo nei diversi paesi dell’area euro. L’Italia, per fare un esempio, ha fatto sì registrare un mini-rimbalzo, ma è comunque ampiamente sotto il target del 2%. La situazione, tenendo conto anche delle ultime agitazioni geopolitiche rimane una di quelle assolutamente da tenere sotto controllo minuto per minuto, in particolare appunto per chi si muove sul mercato del Forex e nello specifico sulla coppia più trafficata di tutte, ovvero EUR/USD.

Mentre il mondo pensa alle elezioni, in Europa è ancora l’inflazione a dominare

Ma quali elezioni: a far paura in Europa è ancora l’inflazione

Mentre una parte rilevante del mondo ha a che fare con preoccupazioni completamente elettorali (USA, ma anche India e UK, che voteranno prima di Washington), in Europa a far paura non è l’esito delle prossime elezioni europee, ma il mostro che ha tenuto sotto scacco l’intero continente (e quasi l’intero pianeta) nel corso degli ultimi mesi. Parliamo infatti dell’inflazione, che nei dati diffusi oggi ha fatto registrare un rimbalzo previsto, ma più significativo appunto delle previsioni.

Questo ha dato una mano a un euro che è arrivato al dato in prossimità di 1,081 contro il dollaro e che ora viene scambiato a 1,084, dopo aver sfiorato anche 1,085. Certamente non movimenti importanti, ma che segnalano come il dato fosse inaspettato e come potrebbe mettere in crisi una narrativa che vorrebbe un taglio per ogni prossimo incontro di BCE. Cosa che probabilmente non avverrà, soprattutto se l’inflazione dovesse continuare a dimostrarsi così persistente.

Il rally c’è ma è contenuto, perché nessuno, neanche chi vola con i falchi più aggressivi, che il prossimo appuntamento di BCE eviterà tagli ai tassi. Le pressioni arrivano da ovunque, tanto dall’economia quanto dalla politica, e dato che si è comunque molto vicini a livello continentale al traguardo del 2%, è molto probabile che non ci saranno modifiche di breve periodo ai già annunciati tagli ai tassi di interesse.

Per l’euro preoccupazioni ancora per l’inflazione

Altrove domina però l’incertezza elettorale

Non solo negli USA, dove l’esito delle elezioni difficilmente cambierà granché la politica monetaria. I due paesi sotto osservazione sono l’India con la sua Rupia e il Regno Unito con la sua Sterlina. La tensione monta, con i mercati che cambiano rapidamente posizionamento con l’arrivo dei sondaggi, delle analisi e degli approfondimenti degli specialisti.

Ancora una volta è confermato un 2024 all’insegna della tensione, sia per ragioni che sono interne ai mercati, sia per ragioni che invece arrivano dalla politica, nazionale e internazionale, e dai diversi scenari di conflitto. Sarà difficile posizionarsi, per un mercato che continua a essere il paradiso dei trader che amano la volatilità e i rapidi cambi di trend.

Il dato di oggi corrobora le analisi di chi, come noi, aveva indicato ancora settimane di incertezza per i mercati, anche in balia di dati macro difficilmente consequenziali. Soltanto ieri infatti dall’economia USA è arrivata una notizia di segno inverso, ovvero un rallentamento dell’economia che, al contrario dei dati che arrivano dall’Europa, difficilmente sarà di aiuto ai falchi.

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