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BBVA: GQG liquida le sue posizioni dopo scalata ostile da 13 miliardi. Settore bancario europeo in subbuglio

BBVA punita da GQG per scalata ostile. Intanto però l’Europa avrà i confini ridisegnati.

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BBVA SCALATA

Il tentativo di scalata ostile del gruppo bancario spagnolo BBVA ai danni di Banco Sabadell non piace a tutti. E non piace anche a qualcuno dei grandi azionisti del gruppo. GQG Partners, che è uno degli shareholder più rilevanti e importanti di BBVA, ha comunicato di aver venduto il proprio pacchetto azionario, proprio in seguito all’annuncio del tentativo di scalata ostile. La notizia è stata riportata in anteprima da Financial Times – per una vicenda che terrà incollati agli schermi (e alle borse) i trader europei che operano sul comparto bancariio.

La decisione della vendita sarebbe stata già presa in luglio – e sarebbe stata comunicata al management di BBVA proprio in relazione al tentativo di scalata ostile, che GQG riterrebbe una distrazione che costerà una spesa enorme anche in termini di tempo, e che diluirà anche l’esposizione verso i mercati emergenti del gruppo. Una posizione dura e netta e che racconta di un settore bancario europeo in grande fermento – con altre situazioni interessanti come quella di Commerzbank vs Unicredit che sta testando l’effettiva possibilità di avere un mercato comune e dove il passaporto del gruppo acquirente conterà sempre di meno.

Una storia che si trascina da aprile

L’acquisizione si trascina da aprile, quando BBVA ha presentato un’offerta di acquisto rigettata dal management di Sabadell e che quindi si è trasformato in scalata ostile. Una scalata ostile che ha ricevuto anche il niet da parte del governo spagnolo, niet diventato però completamente irrilevante di fronte all’ok arrivato a settembre da parte di BCE.

Il risiko bancario in Europa continua e con ogni probabilità finirà per ridisegnare gruppi e confini – anche nazionali – del mercato dei capitali. Un risiko nel quale gli attori statali sembrerebbero avere poco mordente e poca possibilità di incidere nelle trattative. Uno snodo importante per l’Europa che con ogni probabilità vedrà soccombere le autorità nazionali.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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Economia mondiale: per Bloomberg chiuderà al +3%. IMF lancia allarme geopolitico per Cina

Economia mondiale: ecco cosa sta succedendo. Parlano Bloomberg e IMF.

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ECONOMIA MONDIALE OUTPUT

Tra gli allarmi del Fondo Monetario Internazionale e le analisi offerte da Bloomberg c’è tanta carne al fuoco per quanto riguarda le aspettative per l’andamento economico globale del 2024 e anche per il 2025. Con l’inflazione che sta rallentando tanto in Europa quando negli USA – e con la crescita che sembrerebbe essere comunque molto al di sopra dei livelli attesi dai più pessimisti, le principali preoccupazioni hanno oggi un nome – il debito globale guidato da Cina e USA – e un cognome, ovvero la crescita delle tensioni geopolitiche. Non solo in Medio Oriente, ma anche nello Stretto di Taiwan.

Sarà un 2024 in rallentamento rispetto al 2023 per quanto riguarda l’andamento dell’economia globale. Se l’anno precedente si era chiuso al +3,3%, per quest’anno dovremo accontentarci di un +3,0%, almeno secondo le analisi di Bloomberg. Ma le preoccupazioni, soprattutto per chi investe sui mercati risk on, ci sono e andranno valutate.

Domanda: un problema di Europa e Cina

Sarà una questione che dovrà essere confermata dalle trimestrali in arrivo nelle prossime settimane negli USA (principalmente), ma l’idea che prevale oggi tra gli analisti è che si stiano creando due situazioni molto diverse dai due lati dell’Atlantico. E anche tra i due blocchi economici principali. Sofferenza per l’Europa, che dipende anche in parte importante dall’andamento della Cina. Rallentamento per la domanda interna anche in Cina – che è il motore principale per gli stimoli già annunciati dal Partito Comunista Cinese e che probabilmente verranno anche aumentati a stretto giro.

Negli USA però i dati delle vendite retail confermano un’economia ancora in buono stato di salute e che non è stata atterrata da una stagione di tassi particolarmente alti. Una situazione a due velocità che però dovrebbe comunque risultare in un 2024 di crescita economica su scala globale, guidata però da un lato dagli USA, che dovrebbero confermare con i prossimi dati sul PIL un andamento vicino al +3,0% e dalla Cina, che pur lontana dagli obiettivi che aveva fissato il partito, potrà chiudere ben al di sopra del 4,5%.

Georgieva su Cina e resto del mondo

È stata una Kirstalina Georgieva carica quella che è apparsa su Forbes India. La leader del Fondo Monetario Internazionale ha rivelato quello che è una sorta di segreto di Pulcinella nel mondo dell’analisi economica. La Cina non potrà più contare sulla crescita degli export per la sua crescita.

Una situazione che deriva da un duplice ordini di motivi: la prima è una domanda comunque in rallentamento anche a scala globale. La seconda è la crescente possibilità che il quadro dei dazi a livello internazionale peggiori, anche per gli esiti elettorali che potrebbero venire fuori dalle elezioni del 5 novembre negli USA.

Donald Trump ha promesso una politica di dazi elevati soprattutto nei confronti della Cina, che arriverebbe comunque al termine di una presidenza Biden certamente non accomodante verso il gigante asiatico. Di possibilità di invertire il trend, in questo senso, sembrerebbero essercene poche, soprattutto alla luce delle crescenti tensioni anche intorno a Taiwan.

Dalle elezioni difficilmente arriverà sollievo: il 5 novembre sarà un appuntamento molto meno importante per cambiare il quadro geo-economico di quanto si potrebbe pensare.

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Boeing, i lavoratori voteranno su un’offerta che prevede un aumento salariale del 30%

I lavoratori della Boeing sono chiamati a votare su un’offerta ricevuta dall’azienda che prevede un aumento salariale del 30%.

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Boeing, i lavoratori voteranno su un'offerta che prevede un aumento salariale del 30%

Mercoledì è una giornata spartitraffico per Boeing e per lo sciopero che tiene ferma la produzione da più di un mese. Il sindacato ha dichiarato che la prossima settimana i lavoratori voteranno per un nuovo accordo contrattuale, che include un aumento salariale del 35% nell’arco di quattro anni.

Sulla costa occidentale qualcosa come 33.000 i lavoratori sindacalizzati sono in sciopero dallo scorso 13 settembre. Uno stop che ha bloccato la produzione degli aerei Boeing  737 Max e dei suoi widebody 767 e 777.

L’azienda ha avanzato un ultima offerta, che include un bonus di ratifica di 7.000 dollari, un piano incentivi ripristinato e dei contributi potenziati ai piani pensionistici dei lavoratori, tra i quali dovrebbe rientrare anche un versamento previdenziale una tantum di 5.000 dollari ed un aumento dei contributi a carico del datore di lavoro del 12%.

Il passo avanti di Boeing

Boeing, lo scorso 8 ottobre 2024, ha ritirato un’offerta che includeva un aumento salariale del 30% nell’arco di quattro anni, dopo che i colloqui a cui avevano partecipato anche i mediatori federali si erano interrotti. Il sindacato aveva chiesto un aumento del 40% e il ripristino di una pensione a beneficio definito.

Oggi, 19 ottobre 2024, l’International Association of Machinists and Aerospace Workers Local ha dichiarato in un post sui social media che, con l’aiuto di Julie Su, segretario del lavoro statunitense ad interim, ha ricevuto una proposta degna della considerazione dei lavoratori.

Lunedì Su si trovava a Seattle dove ha tentato di convincere le parti a raggiungere un nuovo accordo. È tornata giovedì sera per riprendere gli sforzi dopo un viaggio a Detroit. Un portavoce di Su ha spiegato che la segretaria è attualmente a Seattle per discutere con entrambe le parti. Su avrebbe incontrato il CEO e il sindacato ed è rimasta in contatto più volte durante tutte le trattative.

A settembre, circa i lavoratori della costa occidentale rifiutarono l’offerta contrattuale della Boeing di un aumento salariale del 25% in quattro anni, dando inizio allo sciopero.

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Intelligenza artificiale, Mira Murati punta a raccogliere 100 mln $ per una nuova statup

Mira Murati – ex OpenAI – sarebbe al lavoro per raccogliere fondi per una nuova startup che opererebbe nell’intelligenza artificiale.

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Intelligenza artificiale, Mira Murati punta a raccogliere 100 mln $ per una nuova statup

L’ex direttore tecnico di OpenAI, Mira Murati avrebbe iniziato a raccogliere dei fondi da degli investitori di capitale di rischio per una nuova startup che opererà nell’intelligenza artificiale. A renderlo noto è Reuters, che cita fonti a conoscenza della questione.

La nuova realtà punterebbe a creare dei prodotti strettamente legati all’AI, che si basano su dei modelli proprietari. Al momento non è ancora chiaro se Mira Murati assumerà il ruolo di Ceo nella nuova startup.

I colloqui, al momento, sarebbero semplicemente nelle fasi iniziali. Ma stando alle prime indiscrezioni trapelate Murati potrebbe arrivare a raccogliere oltre 100 milioni di dollari grazie alla sua reputazione, anche se il capitale necessario e le cifre relative alla nuova impresa non sono state ancora definite.

È molto probabile che Barret Zoph, uno dei ricercatori di spicco che ha lasciato OpenAI a fine settembre insieme a Murati, potrebbe essere coinvolto nella nuova iniziativa. Il diretto interessato, al momento, non ha rilasciato alcun commento su un suo eventuale coinvolgimento. The Information, in passato, aveva già diffuso la notizia che Zoph era al lavoro su un nuovo progetto legato all’intelligenza artificiale e che Murati stava reclutando dei dipendenti per unirsi alla sua iniziativa.

Intelligenza artificiale, la nuova startup

All’interno di OpenAI Murati ha trascorso sei anni a guidare alcuni importanti progetti come ChatGPT e DALL-E. Ma soprattutto è stata una delle figure chiave intorno alle quali è ruotata la partnership multimiliardaria tra OpenAI e Microsoft, uno dei principali finanziatori.

L’ascesa fulminea di Murati presso OpenAI ha consolidato la sua fama come una delle dirigenti più in vista nel campo emergente dell’intelligenza artificiale.

Murati è entrata a far parte di OpenAI nel giugno 2018 ed è stata promossa a CTO nel maggio 2022. Prima di OpenAI, ha lavorato presso la startup di realtà aumentata Leap Motion e Tesla. È apparsa spesso accanto al CEO di OpenAI Sam Altman come volto pubblico del produttore di ChatGPT. Quando OpenAI ha lanciato a maggio il suo modello GPT-4o, in grado di avere conversazioni vocali realistiche, Murati ha guidato la presentazione.

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François Villeroy: inflazione in Europa al 2% nella prima parte del 2025

François Villeroy è sicuro: Europa pronta al ritorno alla normalità in termini di inflazione.

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EURO INFLAZIONE UP

L’ottimismo vola ai piani alti del mondo dei banchieri centrali europei. Dopo che BCE ha tagliato i tassi di altri 25 punti base, arrivano ulteriori conferme dell’ottimismo sul ritorno dell’inflazione del 2%, anche da parte di chi in passato si era detto più scettico. Ultimo in ordine temporale – ma non di importanza – a tornare sulla vicenda è François Villeroy de Galhau – che ha confermato le sue aspettative di ritorno al 2% dell’inflazione già nella prima parte del 2025.

I dati sull’inflazione europea si sono dimostrati essere piuttosto contenuti e comunque in forte riduzione rispetto ai mesi precedenti, per quanto in realtà l’inflazione Core rimanga sopra al target del 2%. L’inflazione Core misura il livello di aumento dei prezzi eliminando però spesa energetica e per gli alimenti, spesa che è storicamente più volatile. L’ottimismo confermato da Villeroy potrebbe indicare la chiara volontà di BCE di intervenire ulteriormente prima della fine dell’anno.

Una BCE che corre con i tagli

E che corre tanto quanto Fed – pur essendo partita prima. Dai due lati dell’oceano ci si aspetta un percorso pressoché parallelo, con Fed che ha dovuto recuperare sui tagli europei intervenendo durante l’ultima riunione con ben 50 punti base di tagli.

Secondo Villeroy l’Europa si troverebbe sulla buona strada per battere l’inflazione – cosa che sarebbe ovviamente una buona notizia. Ci si aspetta però la possibilità di qualche rimbalzo, per quanto di modesta entità, nel corso dei prossimi mesi. Effetto che però per Villeroy sarebbe più tecnico che fondamentale – con il francese che si aspetta di essere saldamente sotto il 2% già ad inizio 2025.

Si tratta di un miglioramento sostanziale rispetto agli ultimi forecast diffusi da BCE, che prevedeva invece il ritorno al 2% non prima dell’ultimo trimestre. Previsioni che saranno presto ritoccate – secondo quanto riporta Bloomberg – indicando come periodo più probabile del ritorno al 2% la prima metà del 2025.

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Meta Platforms rilascia un’intelligenza artificiale in grado di controllare il lavoro delle altre AI

Un’intelligenza artificiale in grado di controllare il lavoro delle altre AI. È questo, in estrema sintesi, il nuovo modello lanciato da Meta Platforms.

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Meta Platforms rilascia un'intelligenza artificiale in grado di controllare il lavoro delle altre AI

Meta Platforms, la casa madre di Facebook, ha annunciato che la sua divisione di ricerca ha intenzione di rilasciare alcuni modelli di intelligenza artificiale, tra i quali rientra un Valutatore autodidatta, il quale, almeno nelle aspettative dei ricercatori potrebbe offrire un percorso verso un minore coinvolgimento delle persone nel percorso di sviluppo ed apprendimento dell’intelligenza artificiale.

L’annuncio effettuato da Meta Platforms segue la pubblicazione di un articolo avvenuto nel corso del mese di agosto, nel quale si spiegava, con dovizie di particolari, come questa intelligenza artificiale si basi sulla stessa tecnica di catena di pensiero che viene utilizzata dai modelli 01 che sono stati rilasciati da poco da OperAI per formulare dei giudizi affidabili sulle risposte dei modelli.

La tecnica adottata prevede la suddivisione di problemi complessi in passaggi logici più piccoli. Questa impostazione sembrerebbe aver migliorato l’accuratezza delle risposte a dei problemi più impegnativi in materie come scienza e matematica.

Meta Platforms, la nuova intelligenza artificiale

Meta Platforms ha spiegato che i ricercatori hanno utilizzato esclusivamente dati generati dall’intelligenza artificiale per addestrare il modello di valutazione, eliminando anche in questa fase l’intervento umano.

La capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale per valutare l’AI in modo affidabile offre uno sguardo a un possibile percorso verso la creazione di agenti autonomi in grado di imparare dai propri errori.

Molti nel campo dell’intelligenza artificiale immaginano tali agenti come assistenti digitali sufficientemente sviluppati da svolgere una vasta gamma di compiti senza l’intervento umano.

I modelli auto-miglioranti potrebbero eliminare la necessità di un processo spesso costoso e inefficiente utilizzato oggi, denominato Apprendimento per rinforzo tramite feedback umano, che richiede l’input di annotatori umani che devono avere competenze specialistiche per etichettare i dati in modo accurato e verificare che le risposte a query matematiche e di scrittura complesse siano corrette.

Jason Weston, uno dei ricercatori, si augura che, man mano che l’intelligenza artificiale diventa sempre più sovrumana, diventi sempre più brava a controllare il proprio lavoro, tanto da essere effettivamente migliore dell’essere umano medio.

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