Riserve paesi asiatici a picco nel 2024: pesano bond e interventi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Nei primi sei mesi del 2024 quasi tutte le economie asiatiche più rilevanti hanno fatto registrare un brusco calo delle riserve in valuta estera, a causa dei massicci e ripetuti interventi di diverse banche centrali a tutela del valore delle divise nazionali. Una modus operandi che ha visto in prima fila il Giappone, ma anche la Corea del Sud e l’Indonesia, con le altre banche centrali dell’area che invece sono riuscite a rimanere tutto sommato in equilibrio.

Tutto questo dopo che l’anno precedente, nel 2023, si erano invece fatti registrare movimenti inversi, con una crescita – secondo quanto è riportato da Reuters – delle riserve in valuta straniera del 2,2% circa. Una situazione dunque radicalmente cambiata, segnale anche di una corsa del dollaro nel corso di questa prima parte del 2024 non solo inaspettata, ma anche violenta per impatto al punto tale da costringere a più riprese diversi dei principali paesi asiatici ad intervenire.

Un calo che è però segnale anche di altre questioni

Il calo delle riserve di valuta estera per le economie più rappresentative dell’Asia è però al tempo stesso segnale anche di altre questioni che stanno tenendo impegnati i principali paesi dell’area. In primis un calo degli investimenti stranieri, anche in termini di obbligazioni emesse dai singoli governi locali. Un calo di inflow che inizia a farsi sentire, e che sempre secondo i dati raccolti da Reuters, avrebbe visto un importante calo del 34% rispetto all’anno precedente. È un segnale certamente importante sia in termini di analisi della situazione economica generale, sia in termini delle singole situazioni che si stanno sviluppando in quelle economie.

Il dato aggregato sulle riserve, che vede un calo di circa 50 miliardi di dollari in 12 economie prese a riferimento dall’analisi Reuters, paga però complessivamente il dato fortemente negativo del Giappone, che non solo ha visto una riduzione dell’afflusso di capitali stranieri tramite bond, ma anche ripetuti e sostanziosi interventi a mercato da parte di Bank of Japan, intervenuta più volte a tutela di uno yen che sul mercato del Forex continua a essere uno dei peggiori performer.

Possibilità di crisi?

No, non siamo su livelli tali da implicare la possibilità di una crisi, in particolare per le più emergenti di queste economie. I bilanci sono ancora sotto controllo, anche in termini di presenza di valuta estera, e ci sono comunque riserve a sufficienza per far fronte ai pagamenti degli import.

Le 12 economie prese a riferimento per l’elaborazione da Reuters, ovvero Australia, Giappone, Malesia, Corea del Sud, Cina, Indonesia, Singapore, Taiwan, Filippine, Thailandia e India, stanno vivendo inoltre delle situazioni molto diverse tra loro, sia in termini di riserve accumulate, sia in termini di attrattiva per i capitali stranieri, tramite bond o tramite altri tipi di strumenti.

Le riserve indiane ad esempio sono cresciute in modo importante durante la prima parte del 2024, passando dai 620 miliardi iniziali a oltre 650, nonostante un inizio di anno non brillante. Così come sono in crescita le riserve di altri paesi rimasti più attrattivi per gli investitori stranieri, come le Filippine.

Una situazione che comunque andrà monitorata anche sul fronte bond, un fronte certamente rilevante per lo sviluppo di economie che puntano anche per il 2024 a crescere molto, per quanto però a ritmi che dipenderanno anche dall’afflusso di capitali stranieri.

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