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Dollaro in boom dopo dati lavoro e salari | Tagli a marzo un miraggio

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Dollaro molto forte nel pomeriggio a fronte di dati molto positivi negli USA per quanto riguarda tanto la disoccupazione quanto i salari. La reazione dei mercati a questi dati è stata più che prevedibile: Jerome Powell ha affermato che sarà il mercato del lavoro uno dei comparti più importanti da seguire per capire cosa fare con i tassi durante la prossima riunione del FOMC, e con un mercato del lavoro ancora così in salute, è difficile aspettarsi dei tagli per marzo, nonostante ci siano letture contrarian in merito a questo preciso aspetto.

L’euro è tornato a difendere a fatica la soglia di 1,08$ per singolo EUR, mentre i dati che arrivano dall’area euro sono di segno più difficile da interpretare. Per il dollaro dunque un pomeriggio di assoluta intensità, spinto da dati che raccontano di un’economia americana dove salari e (bassa) disoccupazione potranno continuare a esercitare un ruolo non secondario sulle pressioni inflative.

Dollaro USA sugli scudi

Dollaro cavalca i buoni dati dal mercato del lavoro

I dati che sono arrivati dal mercato del lavoro sono di chiara lettura anche per chi non frequenta il mercato del Forex: sono dati che raccontano di un mercato del lavoro infatti che fatica a raffreddarsi e che è in un certo senso incompatibile con una forte riduzione delle pressioni inflative. Per dirla con un linguaggio più comune: mentre il mercato del lavoro è ancora così in salute, è difficile aspettarsi che Federal Reserve faccia il grande passo in termini di taglio dei tassi già a marzo.

Con dati di questo tipo, a meno che non vengano clamorosamente sconfessati al prossimo giro, c’è poco spazio per intervenire con un taglio che lo stesso Jerome Powell ha ritenuto essere improbabile già in marzo.

Con dati del genere e a 47 giorni dalla prossima riunione del FOMC, le aspettative per dei tagli di anche fosse soltanto 25 punti base a marzo sono scese dal 35% al 19,5%, calo concreto nel corso di una sola giornata, per quanto le aspettative continueranno quasi certamente a mutare nel corso delle 7 settimane che ci separano dalla prossima riunione del FOMC. Per ora dunque vincono i falchi, corroborati da dati che è impossibile interpretare in senso contrario.

Dollaro forte su tutte le piazze

Il mercato del lavoro USA

Cresce l’impiego in modo superiore a tutte le aspettative, con i non farming payrolls che sono cresciuti di 353.000 unità, ben al di sopra delle aspettative degli analisti. La disoccupazione tiene al 3,7%, dato che ritenuto molto basso e che è lontano da quel 5% che tutti o quasi ritengono adeguato per un ritorno più semplice al target del 2% per l’inflazione. In un contesto del genere, aspettarsi che Jerome Powell e gli altri membri del FOMC si prendano la briga di tagliare i tassi, rischiando al contempo di fornire un assist all’inflazione, è assolutamente fuori di discussione.

Ed è su questi ragionamenti che i mercati hanno reagito premiando il dollaro, non solo però contro l’Euro. DXY è cresciuto di quasi 1 punto percentuale, per toccare quota 103,8 nel momento in cui scriviamo. Segnale di una forza del dollaro USA che i mercati non sono stati evidentemente in grado di anticipare e che ha colto di sorpresa un po’ tutti.

Vincono i falchi? In realtà il cammino di avvicinamento al prossimo FOMC sarà costellato di dati. E se da un lato salari e lavoro tengono, dall’altro ci sono preoccupazioni importanti per l’andamento della crescita, con il costo di accesso al capitale che è alto ormai da tempo e sta causando sofferenze importanti. Vedremo se, come e quando ci sarà un’inversione di trend. Per oggi di persone disposte a puntare su un taglio dei tassi a marzo ce ne sono pochi e tutti o quasi con teorie poco ortodosse.

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