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Economia: cinque sfide attendono i mercati per il 2024
Il 2024 si è aperto con le borse e i mercati in generale meno entusiasti rispetto alla chiusura del 2023. Lo storico è in realtà troppo ridotto per trarre delle conclusioni, ma ci sono comunque dei trend che vanno tenuti in considerazione al fine di analizzare correttamente l’attuale situazione economica, su scala globale. Dall’inflazione, che non ha ancora mollato la presa, fino alla rarefazione della globalizzazione delle supplly chain, passando per un’economia che a livello mondiale sembra pronta a assestarsi su due velocità molto diverse.
Le sfide sono tante, e in un anno che vedrà più della metà della popolazione recarsi alle urne, da affrontare con i pochi strumenti che si hanno a disposizione. Strumenti che difficilmente potranno invertire certi trend o cambiare situazioni che sono il frutto di tendenze maturate nel corso degli ultimi anni, complici anche una pandemia e il riacutizzarsi di tensioni geopolitiche che sembravano dimenticate.
Gli strateghi di Manulife delineano le sfide per il 2024
A parlare sono gli analisti di Manulife, che hanno delineato 5 diversi punto focali intorno ai quali si svilupperanno le prossime sfide e le prossime narrative per le economie globali. Si parte con la crescita: senza dubbio alcuno sarà più lenta nel 2024 rispetto al 2023. Le principali economie vengono fuori da un anno di rialzi ai tassi estremamente importanti e ripidi e questo non potrà che avere un impatto sulle prospettive di crescita tanto delle singole economie, quanto a livello globale.
Nonostante poi si sia fatto già tanto per contenere l’inflazione, sembra che le principali banche centrali dovranno averci a che fare ancora per un po’. Il proverbiale ultimo miglio sarà il più difficile da percorrere, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. I timori da entrambi i lati dell’oceano riguardano la possibilità che un allentamento precoce delle politiche monetarie restrittive possa innescare aumenti della domanda e dunque fornire gli strumenti all’inflazione per effettuare un rimbalzo.
Più preoccupante la situazione delle supply chain, che si sono sfilacciate nel corso della pandemia e che sono tornate a vivere in una realtà fatta di globalizzazione imparziale, spinta all’onshoring e altre situazioni che le renderanno meno efficienti. Per quanto il miracolo dell’AI sia sul tavolo, è difficile ritenere questa fase come già conclusa.
Il decoupling, la divisione tra gli andamenti delle diverse economie, sembra essere ormai un dato di fatto. E ci sarà, almeno secondo le previsioni degli analisti di Manulife, un’accelerazione di questo fenomeno. Alcune delle economie riprenderanno a crescere con convinzione, altre invece faranno i conti con una crescita stagnante. E simbolo di questo sarebbero le performance dell’eurozona rispetto a quelle degli Stati Uniti, nonché le difficoltà ormai note della Germania.
Ci sarà anche un ritorno prepotente della spesa pubblica, che sarà utilizzata sia per stimolare la crescita, sia perché si potrà spendere in un certo senso con minori preoccupazioni sull’effettivo impatto sull’inflazione. E aggiungiamo, con un pizzico di cinismo, che tale spesa sarà spinta anche dalle numerose elezioni che si terranno ai quattro angoli del globo.
Un 2024 complicato, che i mercati non hanno ancora prezzato
Sarà un 2024 complicato e con diversi nodi da sciogliere. Per quanto i mercati si siano rivelati piuttosto ottimisti nelle scorse settimane, queste sfide torneranno a fare capolino anche in termini di narrativa. Qualcosa che avrà impatto sui mercati che hanno chiuso il 2023 con un entusiasmo che in molti hanno ritenuto eccessivo.
Saranno filoni da seguire, per quanto per ora si soffra, come abbiamo scritto ieri, di short-termismo, complici anche banche centrali che non possono che decidere che dato per dato, riunione per riunione, aggiungendo incertezza ad un 2024 già sufficientemente incerto.