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Germania: agricoltori in rivolta. Pesano tagli a incentivi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Grandi proteste in quel di Berlino guidate dagli agricoltori, letteralmente inferociti per gli incentivi fiscali per l’acquisto di diesel. La misura è stata annunciata la scorsa settimana all’interno di una più complessa revisione di spesa dovuta alle recenti e note vicende che hanno tenuto impegnato il governo tedesco nel tentativo di trovare una quadra ai conti. Quadra che si è fatta estremamente più complicata dopo una decisione della più alta delle corti della Germania, che hanno imposto al governo attualmente in carica maggiore rigore nell’utilizzo di fondi extra-budget che avevano però delle destinazioni specifiche.

A pagarne le spese, almeno in parte, le aziende agricole, che dovranno far fronte a costi del diesel più significativi, all’interno di una più generale mossa che il governo ha giustificato anche con il piano di medio e lungo periodo di passaggio all’utilizzo di combustibili sostenibili e nello specifico mezzi elettrici, cosa che però – ça va sans dire – non è un’opzione percorribile per i mezzi utilizzati in agricoltura. La questione si è fatta già tesa e molti agricoltori hanno raggiunto Berlino per una manifestazione organizzata dalla loro associazione di categoria.

Continuano le battaglie tra agricoltori, allevatori e governi europei

Il 2023 sarà ricordato come uno degli anni più tesi nei rapporti tra agricoltori, allevatori e governi europei. Dalle proteste in Irlanda e nei Paesi Bassi per le quote di produzione di carni, passando per le recenti proteste in Francia – storicamente a base di letame riversato sui ministeri – e per finire ora in Germania, paese dove la situazione economica è quella che è e dove nella capitale sono in fila nel momento in cui scriviamo un importante numero di mezzi agricoli.

Per cosa si protesta? Per i tagli ai vantaggi per l’acquisto di diesel che sono riconosciuti agli agricoltori, o in altre parole per quella che i nostri nonni chiamavano nafta agricola. La questione pesa a livello economico, ma anche ideale, perché è stata giustificata dal governo tedesco come una misura necessaria in un più ampio piano di tagli a sussidi che sono anti-ecologici. I più cinici si chiederanno che tipo di transazione green si possa fare con i mezzi utilizzati in agricoltura, ma questo sarà oggetto di discussioni altrove e non su una testata che si occupa di economia e finanza. Per ora quello che conta rilevare è che da un lato ci sarà un taglio importante agli incentivi per l’acquisto di diesel agricolo, dall’altro che potrebbero partire delle proteste importanti in Germania, sulla scia di quanto visto già in altri paesi.

proteste europa
Negli ultimi mesi proteste “agricole” in diversi paesi d’Europa

Anche il ministro dell’agricoltura con i “protestanti”

La cosa curiosa è che lo stesso ministro dell’agricoltura tedesco, Cem Özdemir, non sembra essere molto convinto del taglio. Ha riconosciuto che il settore agricolo non può puntare su alcun tipo di alternativa elettrica e sostenibile e che dunque l’avvicinamento tra prezzo del diesel classico e agricolo non sarà nient’altro che ulteriore peso sulle spalle del settore che produce quanto di più cruciale per i programmi europei, ovvero cibo che è rilevante anche per la supposta autarchia alimentare della quale l’UE parla da tempo.

Nel frattempo però Robert Habeck, che è vice primo ministro, ha ricordato agli alleati che non c’è spazio per stare a sindacare sulle singole decisioni incluse nel documento, che è arrivato in extremis e che sembra essere l’unico accordo aritmeticamente e politicamente possibile.

Gli agricoltori però non sono d’accordo e le motivazioni addotte sono ulteriore, passateci il gioco di parole, benzina sul fuoco di un movimento generale verso la sostenibilità che però sembrerebbe non colpire tutti i settori allo stesso modo. L’evoluzione delle proteste sarà da seguire, anche perché in ballo c’è il sostegno ad un governo che rischia di diventare uno dei più impopolari degli ultimi anni, in una fase economicamente molto delicata per la Germania. E in realtà i tagli hanno riguardato anche gli incentivi a EV e pannelli.

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