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Scholz mette fine a incentivi su EV e pannelli in Germania

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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La Germania è costretta a fare un grande passo indietro sulle misure utilizzate per incentivare la transizione energetica. Il cancelliere Scholz ha fatto sapere che la nuova legge di bilancio non prevederà più alcuni degli incentivi che hanno permesso, ad esempio, di velocizzare l’adozione delle auto elettriche e di mantenere in piedi -anche se difficilmente- l’industria nazionale dei pannelli fotovoltaici. Il prossimo anno sarà segnato dal ritorno del Patto di Stabilità in Europa, con le nazioni dell’Eurozona che dovranno tornare a mantenere precise soglie di rapporto tra deficit e PIL. Mentre in Italia si è scelto di fare il DL Anticipi per anticipare al 2023 le spese che non ci si potrà più permettere nel 2024, la Germania ha scelto di rimanere più conservativa nella propria gestione del bilancio.

Dopo una lunga trattativa tra i partiti della coalizione di governo e le forze di opposizione, a Olaf Scholz è stata messa davanti una scelta: quella di trovare 17 miliardi di euro in coperture per mantenere tutti gli incentivi nazionali, oppure rinunciare a qualcosa. Alla fine il governo ha dovuto rinunciare a diverse iniziative anche al di fuori dell’ambito green: era previsto un potenziamento della rete ferroviaria, ad esempio, che ora si farà soltanto nel caso in cui si riescano a ottenere i fondi dalla privatizzazione di alcune imprese governative. Le politiche per la transizione energetica, però, sono quelle che hanno sofferto di più i nuovi tagli di bilancio.

foto di un'auto elettrica in ricarica

Addio incentivi su auto elettriche e fotovoltaico

La Germania dovrà salutare gli incentivi che permettevano di ottenere sgravi fiscali sull’installazione di pannelli fotovoltaici, simili a quelli che sono stati introdotti in Italia negli scorsi anni con il Superbonus. La differenza è che la Germania aveva bisogno di queste misure non soltanto per la transizione energetica, ma anche per non fare scomparire i produttori locali di pannelli. Con Siemens Energy che affronta un bailout miliardario e discussioni estremamente accese a livello europeo per favorire l’adozione di pannelli prodotti nell’UE, Scholz ha seriamente provato in questi anni a far ripartire l’industria manifatturiera fotovoltaica tedesca. Considerando che oltre il 90% dei pannelli installati in Europa sono importati dalla Cina, questo è un tema che si colloca a metà tra l’indipendenza energetica e la sostenibilità.

L’altra grande notizia annunciata con la legge di bilancio è lo stop alle politiche di aiuto per l’acquisto di auto elettriche. Si tratta di un programma che in Germania è stato lanciato oltre 7 anni fa, e che nel corso della sua storia ha elargito oltre €10 miliardi in sussidi a chi ha comprato veicoli a zero emissioni. Questo bonus avrebbe dovuto andare avanti fino alla fine del 2024, ma la recessione che ha colpito la Germania negli ultimi mesi ha costretto il governo a rivedere la quantità di spesa autorizzabile per il 2024.

foto di pannelli fotovoltaici sul tetto di una casa

Un piano fortemente criticato

Sia l’opposizione che alcuni membri della coalizione di maggioranza hanno criticato il governo per la sua scelta estremamente conservativa, che arriva in un momento delicato per l’economia tedesca. La Germania ha visto una crescita negativa per gran parte del 2023 e si sta dimostrando uno dei paesi che crescono meno a livello europeo già da prima che questo accadesse. Molti danno la colpa al basso livello di investimenti fatti dal settore pubblico nell’economia, spesso additando il governo centrale come troppo attento al rispetto dei limiti sul debito e non abbastanza attento agli investimenti strutturali che potrebbero rilanciare l’economia tedesca sul lungo termine. La Germania è ancora, per distacco, la nazione meno indebitata del G7 e quella che ha più spazio per politiche di intervento per uno stimolo economico: una visione che però sembra non piacere a Scholz, che sceglie invece di dare la priorità alla salute delle casse pubbliche.

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