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Inflazione rimbalza in Europa, l’euro segue i dati

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Euro in leggera ripresa dopo una sessione asiatica quasi da incubo, in seguito all’arrivo di dati sull’inflazione che vedono un rimbalzo per quella classica, con quella invece Core, che elimina i volatili settori dell’energia e del settore alimentare che invece continua a scendere. È una situazione di difficile lettura per quanto riguarda l’andamento della lotta all’inflazione in area euro, con un rimbalzo che potrebbe forse mettere in dubbio le convinzioni finora maturate dai mercati.

Convinzioni che riguardano la possibilità che si inizi, dalle parti di Francoforte, con i tagli già dalla prima metà del 2024, pressoché in parallelo con Washington, dove tali convinzioni sono state prezzate ormai da tempo. Rimane dunque l’inflazione e il ritorno verso il 2% il binario principale da analizzare per chi sta puntando sul mercato del Forex su coppie che includono euro, dollaro e anche pound britannico.

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Arrivano i dati sull’inflazione dell’area euro

Inflazione: lieve rimbalzo in area euro

Sono arrivati i dati dell’inflazione dell’area euro e sono dati che sono superiori alle aspettative, almeno per quanto riguarda l’inflazione classica. Il dato che è stato fatto registrare è del 2,9% anno su anno, contro il 2,4% che era stato fatto registrare per i dati di novembre, ma arrivato in dicembre. Continua invece la discesa della cosiddetta inflazione Core, che non risente delle modifiche dei prezzi del settore energetico e alimentare.

Ed è proprio al settore energetico che si deve guardare per capire la discrepanza tra i due dati: terminati gli aiuti in Germania per i consumi energetici delle famiglie, i prezzi hanno ripreso a correre. O meglio, sono stati oggetto di riduzioni più contenute rispetto allo scorso novembre.

È un’inflazione che viaggia, tra le altre cose, a diverse velocità sia in senso geografico, sia in senso di comparti. L’Italia, i Paesi Bassi e il Belgio sono già quasi in target, mentre i prezzi continuano a correre più velocemente in Francia, Germania, Austria, Spagna e Grecia. Per quanto riguarda i comparti, a correre è di nuovo il settore dei servizi, che ha fatto registrare un +4,0%, contro aumenti più contenuti per il settore dei beni industriali non energetici. Giù, anno su anno, i costi energetici. Ancora alta l’inflazione invece per quanto riguarda alcool, alimentari e tabacco.

All’uscita dei dati l’euro ha risposto, nei confronti del dollaro, con una decisa ripresa che ha interrotto il trend negativo che era partito all’apertura delle piazze asiatiche, trend negativo che però – al netto della sessione di oggi – rimane il tema principale per il grosso degli analisti e anche per le più contrarian delle banche d’affari.

Inflazione area euro - le prospettive
Per l’euro incertezza dovuta alle future scelte di BCE

Ancora incertezza a Francoforte, e dunque nel mondo del Forex

I dati che sono arrivati non permetteranno di tracciare però alcun tipo di percorso. La stessa Isabel Schnabel di BCE ha confermato che permangono incertezze su quanto difficile sarà l’ultimo miglio in avvicinamento al target del 2%, target che rimane invariato anche a Francoforte e che difficilmente verrà rimesso in discussione prima di essere raggiunto.

Una situazione di incertezza totale, che forse in Europa è ancora maggiore anche per i dati fortemente divergenti tra le singole economie che compongono appunto l’eurozona: tra l’Italia e la Germania si viaggia a ritmi molto diversi – e questo sarà certamente motivo di contesa anche quando si dovrà votare per le prossime decisioni di politica monetaria continentale.

Quel che è certo è che si è ancora relativamente lontani però dal target – e che chi ha scommesso su tagli prematuri nel 2024 dovrà forse portare ancora un po’ di pazienza. Se questi dati possano però cambiare o meno il trend che è maturato sui mercati sarà qualcosa che dovremo rivalutare almeno tra qualche giorno, in concomitanza di altri dati che arriveranno da Washington.

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