Forex attende dati su inflazione UE: EUR/USD coppia che risentirà di più di dati incerti

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Il mercato del Forex è in attesa di una settimana di dati importanti, in particolare da Francoforte, dove si decide la politica monetaria di tutta l’area Euro. Dopo che nella settimana che sta per concludersi abbiamo avuto i dati da Italia, Francia e Spagna, sarà il turno prima della Germania, poi dell’intera area Euro. Non ci si aspetta granché in termini di ribasso dell’inflazione, con l’aumento dei prezzi che continuerà a mostrarsi decisamente oltre il target del 2%, per quanto in progressivo avvicinamento a questa soglia. I problemi però potrebbero continuare a essere altri, almeno in termini di decisioni per la Banca Centrale Europea.

Al netto infatti del dato medio, ci sarà da fare i conti con un’area Euro che viaggia a velocità diverse, con l’Italia che è già ampiamente sotto il target del 2% e diverse altre economie – altrettanto se non più rilevanti, che invece rimangono ampiamente al di sopra del target. Materiale questo tanto per lo scontro politico quanto per la Banca Centrale Europea, all’interno della quale lo scontro, latente già da inizio anno, potrebbe farsi più acceso, per quanto Christine Lagarde abbia cercato di mediarlo nel corso degli ultimi mesi.

Martedì il dato dei dati

Arrivano i dati sull’inflazione dell’area Euro: cosa aspettarsi (anche per il Forex)

Saranno quei dati che guideranno le decisioni di politica monetaria, in una BCE che come l’omologa americana ripete da tempo che ogni tipo di decisione sarà appunto data driven, ovvero guidata dai dati. L’appuntamento sarà per martedì 2 luglio, quando arriveranno appunto i dati sull’inflazione dell’area euro, che saranno anticipati dai dati sull’inflazione tedesca. Una situazione complicata, che continuerà a esserlo anche in virtù del fatto che – almeno secondo le aspettative – non ci sarà da attendersi un grande miglioramento.

Ci sarà, sempre se le aspettative dovessero essere rispettate, un piccolo avvicinamento al 2%, comunque non sufficiente per scommettere su un prossimo ulteriore taglio ai tassi, che verrà probabilmente rimandato a quando anche a Washington le cose diventeranno più chiare.

La cosa è un problema sotto almeno due punti di vista: il primo è che l’inflazione sembrerebbe essere quasi impossibile da battere, con tutto quello che ne consegue in termini di pressioni sull’economia e sui consumatori.

Il secondo è che le diverse velocità alle quali i prezzi salgono in diversi paesi rilevanti dell’area euro finiranno per esacerbare uno scontro politico che è già assai duro all’interno di BCE, dove ricordiamo che votano comunque i banchieri centrali dei singoli paesi, per quanto le relative banche centrali siano ormai da tempo completamente esautorate in termini di poteri di politica monetaria.

Ancora preoccupazioni per l’area euro

Dato da attendere con il fiato sospeso

In un mercato del Forex che ha dato più volte segnali di nervosismo da inizio 2024 a oggi, anche una piccola variazione rispetto alle aspettative dei mercati e degli analisti potrebbe comunque muovere il mercato in modo deciso, per quanto difficilmente i dati suddetti saranno importanti per le prossime decisioni di BCE, che dovrebbero tendere in direzione di una pausa ai tagli dei tassi, per poi discuterne di nuovo tra qualche mese.

Da Washington arriveranno dati altrettanto importanti nel corso della settimana, in particolare da ISM e PMI e dal mercato del lavoro, che potrebbero contribuire a riportare la situazione verso una sorta di normalità settimanale all’interno di un range che appare come solido.

Analisi queste però che partono dall’assunto che difficilmente, come dicono gli americani, ci saranno degli upset che arrivano dai dati sull’inflazione tedesca prima e europea poi. L’unica certezza è che qualche mese fa difficilmente Christine Lagarde avrebbe immaginato di avere ancora gatte da pelare a estate inoltrata.

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