Google, la Corte di Giustizia Ue annulla la sanzione da 1,5 miliardi

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Google salvata in extremis. La Corte di Giustizia dell’Ue, benché abbia confermato le valutazioni effettuate dalla Commissione europea, ha annullato la decisione dell’esecutivo Ue attraverso la quale era stata inflitta una sanzione di quasi 1,5 miliardi di euro al popolare motore di ricerca. La multa è collegata alla piattaforma pubblicitaria AdSense. Il tribunale ha ritenute che non sia stato tenuto nella debita considerazione l’insieme delle circostanze pertinenti nella valutazione della durata delle varie clausole contrattuali, che erano state considerate sostanzialmente abusive.

Ricordiamo che dal 2003 Google gestisce la piattaforma pubblicitaria AdSense. Nel corso di questi anni è riuscita a sviluppare un servizio di intermediazione di advertising online, che permette agli editori dei vari siti web, con all’interno dei motori di ricerca integrati, di visualizzare degli annunci pubblicitari legati alle ricerche effettuate dagli utenti. Grazie a questo servizio gli editori hanno la possibilità di ricevere una parte dei ricavi derivati dalla visualizzazione degli annunci.

Google e i servizi pubblicitari

Ma dove sorgono, sostanzialmente i problemi sulla pubblicità offerta da Google? Il popolare motore di ricerca predisponeva degli accordi sui servizi che contenevano alcune clausole che limitano o addirittura vietano la visualizzazione di annunci pubblicitari di player concorrenti di Google.

A segnalare il comportamento di Google ci hanno pensato diverse aziende, che lo hanno comunicato alle autorità antitrust di riferimento. I nomi più importanti che hanno fatto sì che venisse avviata l’indagine ci sono Deutsche Telekom, Microsoft ed Expedia.

L’indagine antitrust effettuata a Bruxelles avrebbe messo in evidenza che le  suddette clausole arriverebbero a precludere i servizi concorrenti di AdSense for Search.

Nel 2026 – più esattamente nel corso del mese di settembre – Google ha provveduto a rimuovere le suddette clausole. Nel 2019 la Commissione Ue ha contestato al popolare motore di ricerca di aver commesso tre infrazioni distinte, ma che, andando a ben vedere, costituivano una sola infrazione, che era partita nel corso del mese di gennaio 2006 ed è proseguita sino al settembre 2016. Questo è il motivo per cui è stata irrogata una sanzione pari a 1.494.459.000 euro: 130.135.475 euro in solido con la casa madre Alphabet.

La Corte di Giustizia Ue ha ritenuto che l’antitrust europeo avesse commesso un errore nella valutazione della durata delle clausole controverse. E del mercato che con le stesse veniva coperto nel 2016.

Non essendo stato dimostrato che le tre clausole costituiscano un abuso di posizione dominante e siano congiuntamente un’unica violazione proseguita nel tempo, la sanzione è stata cassata.

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