I bond di TIM precipitano dopo che l’antitrust UE approva l’acquisizione di KKR della rete fissa

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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L’antitrust europeo ha dato il via libera all’acquisizione, da parte del conglomerato americano KKR, della rete fissa di Telecom Italia: l’accordo da $24 miliardi continua ad andare avanti, ma sembra che i mercati non stiano premiando TIM. Le obbligazioni con rendimento del 6% in scadenza ad aprile 2030 hanno perso mezzo punto percentuale di valore e nel caso delle obbligazioni con scadenza più lontana del tempo si arriva anche a ribassi di oltre 1%. Le azioni hanno chiuso la giornata in lieve rialzo, ma continuano a mostrare una performance del -17% da inizio anno.

La vendita delle infrastrutture per la rete fissa di telecomunicazioni aiuterà il gruppo ad avere un’immediata iniezione di liquidità, ma difficilmente risolverà i problemi di fondo che continuano a preoccupare gli investitori: un indebitamento molto alto, l’incapacità di tornare a produrre utili dalle operazioni dell’azienda e una bassa produttività per dipendente rispetto alle altre grandi società di telecomunicazioni in Europa. Il passo di oggi è dunque visto come poco risolutivo nel quadro complessivo della situazione attuale di TIM, ma la performance dei bond del gruppo avrebbe potuto essere forse anche peggiore nel caso di una mancata approvazione.

presentazione della notizia su calo dei bond TIM dopo approvazione antitrust dell'acquisizione della rete fissa
La società ha anche appena pubblicato i suoi dati trimestrali

L’antitrust lascia strada libera a KKR e TIM

L’approvazione del garante europeo per la concorrenza permetterà a KKR di acquisire NetCo, la divisione di Telecom Italia a cui sono affidati gli asset legati alla rete fissa -incluse le operazioni di innovazione, espansione e manutenzione della rete-. Secondo la Commissione Europea, questa operazione non pone alcun tipo di problema in termini di concorrenza all’interno del mercato europeo delle telecomunicazioni. L’approvazione è incondizionata, ma KKR si è impegnata a non restringere l’accesso alla rete a nessuno degli operatori attuali o a modificare le condizioni a cui questi possono accedere alle infrastrutture costruite da Telecom Italia.

Inoltre l’antitrust ha espresso un parere positivo riguardo anche a un’ipotetica acquisizione di tutta la società da parte di KKR, ma in questo caso ci sarebbero più paletti. Alle aziende che usano la rete TIM, come Iliad e Fastweb, dovrebbe essere garantito di poter mantenere la propria posizione competitiva. Inoltre Fastweb continuerà a essere una concorrente di NetCo e di Open Fiber, per cui anche in termini di rete fissa rimarranno delle alternative sufficienti sul mercato per non causare una distorsione della libera concorrenza.

foto di una torre di telecomunicazioni
Cedere la rete fissa permetterà al gruppo di ripagare parte dei debiti, ma il problema della redditività negativa non sarà risolto

Difficile uscire dal baratro per Telecom

L’annuncio dell’approvazione da parte dell’antitrust ha parzialmente eclissato l’annuncio dei risultati trimestrali di Telecom Italia. La società ha riportato una performance negativa sia in termini di utili che di vendite, con il mercato domestico che mostra ancora una volta delle forti difficoltà. L’unica componente del gruppo ad aver registrato dei risultati sopra le attese e il business di reti mobili in Brasile, ma da tempo si parla del fatto che la società potrebbe essere forzata a vendere questa unità a causa della pressione dei debiti. La vendita della rete fissa è tutt’altro che risolutiva per le sorti della società e tutte le opzioni, inclusa una vendita di tutto il conglomerato, rimangono sul tavolo.

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