Inflazione, a luglio sale dell’1,3% per colpa del prezzo dell’energia

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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A luglio l’inflazione torna ad accelerare. A renderlo noto è l’Istat, che ha comunicato che le stime preliminari relative all’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – al lordo dei tabacchi – risultano essere in aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,3 % su base annua. Il mese precedente era pari ad un +0,8%.

Secondo l’Istat la risalita dell’inflazione è determinata principalmente dall’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che sono passati da +3,5% a +11,3%. Oltre che dall’attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati, che sono passati da -10,3% a -6,1%.

L’inflazione continua a farsi sentire

L’inflazione è sostenuta da una serie di fattori, tra i quali pesa l’andamento dei prezzi dei:

  • tabacchi, passati da +3,4% a +4,1%;
  • servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, che sono passati da +4,0% a +4,4%.

Un rallentamento viene registrato dai seguenti prezzi:

  • servizi vari: da +1,8% a +1,5%;
  • beni non durevoli: da +1,3% a +1,0%;
  • beni alimentari lavorati: da +2,0% a +1,8%;
  • beni alimentari non lavorati, i quali sono passati a -0,3%, dal +0,3% del mese precedente;
  • beni durevoli, che sono passati da -1,0% a -1,2%.

L’inflazione di fondo, nel corso del mese di luglio, al netto degli energetici e degli alimentari freschi è rimasta stabile ad un +1,9%. L’inflazione al netto dei soli beni energetici, invece, decelera lievemente, passando da +1,9% a +1,85.

L’inflazione e la dinamica dei prezzi

L’Istat spiega che la dinamica tendenziale dei prezzi, benché abbia continuato a rimanere negativa, ha registrato una risalita, passando -0,7% a -0,1%. Quella dei servizi, invece, risulta essere in lieve accelerazione: da +2,8% a +3,0%. Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a +3,1 punti percentuali (dai +3,5 di giugno).

Di particolare importanza, inoltre, è andare ad analizzare i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona: secondo l’analisi dell’Istat sono rallentati su base tendenziale da +1,2% a +0,8%. Stessa situazione vale per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che sono passati da un +2% ad un +1,9%.

Sostanzialmente l’aumento congiunturale dell’indice generale riflette la crescita dei seguenti prezzi:

  • beni energetici regolamentati: +5,5%;
  • beni energetici non regolamentati: +3,3%;
  • servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: +0,8%;
  • servizi relativi ai trasporti: +0,4%;
  • beni alimentari lavorati: +0,3%.

Questi aumenti hanno avuto un impatto relativo sull’inflazione, perché sono stati compensati in parte dalla diminuzione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati.

L’Istat segnala inoltre che l’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1% per l’indice generale e a +2% per la componente di fondo. Stando alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) risulta essere diminuito dello 0,8% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e aumenta dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +0,9% di giugno).

A luglio, secondo le stime preliminari, l’inflazione risale leggermente, portandosi all’1,3%. Tale accelerazione riflette l’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici (-4,1% da -8,6% di giugno), a causa sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Di contro, nel settore alimentare i prezzi dei prodotti non lavorati, come anche quelli dei beni lavorati, evidenziano un’attenuazione della loro crescita in ragione d’anno, che contribuisce al rallentamento del tasso di crescita dei prezzi del “carrello della spesa” (+0,8% da +1,2%). A luglio, l’inflazione di fondo rimane stabile a +1,9%.

Istat

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