OpenAI pronta a sconvolgere i motori di ricerca: l’alternativa a Google potrebbe arrivare già lunedì

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il mondo dei motori di ricerca potrebbe essere molto vicino a una svolta: secondo informazioni trapelate alla stampa, già lunedì OpenAI potrebbe presentare il suo nuovo motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale. Questo è il momento che Google sperava non dovesse arrivare mai. Per la prima volta dopo molti anni, il motore di ricerca si trova minacciato dalla possibilità che un nuovo competitor rubi la scena. E la concorrenza non arriva soltanto da OpenAI, ma anche da altre startup come Perplexity che stanno cercando di cambiare il mondo dei motori di ricerca e hanno già ottenuto centinaia di milioni di dollari in finanziamenti.

Già lo scorso anno, le azioni Google hanno avuto una forte flessione legata alla possibilità che ChatGPT abbassasse il traffico sul motore di ricerca e i click sulle inserzioni pubblicitarie. Ancora oggi, malgrado tutte le unità di business che l’azienda gestisce, la pubblicità su Google è decisamente la maggior parte del fatturato del gruppo. Bing fino a questo momento non è stato capace di avvicinarsi ai risultati della società di Mountain View ed è da molto tempo che non si presenta un concorrente credibile sul mercato. Quello che OpenAI sta proponendo non è solo un motore di ricerca nuovo, ma è un modo di reinventare il modo con cui le persone cercano informazioni su internet.

presentazione della notizia su OpenAI pronta a lanciare il suo motore di ricerca
Il nuovo motore di ricerca potrebbe arrivare già lunedì

Sam Altman pronto a lanciare un “Google killer”

Sam Altman e OpenAI non hanno confermato ufficialmente di voler presentare un nuovo motore di ricerca, tantomeno così presto. Altman, però, ha effettivamente già espresso il suo interesse per questo tipo di svolta in diverse interviste e podcast. Il fondatore della società dietro a ChatGPT ha descritto Google come una pagina con “5 link sponsorizzati e 10 link azzurri”, aggiungendo che ci sarebbero modi migliori per aiutare le persone a trovare informazioni. Già in questo momento ChatGPT è in grado di fare ricerche e ricevere informazioni dal web, ma questo non è ancora quello di cui si sta parlando in termini di nuovo motore di ricerca.

Esattamente come Google ha realizzato il suo modello di AI generativa, chiamato prima Bard e poi Gemini, ora OpenAI è pronta a invadere il territorio del suo concorrente. Una scelta dovuta anche al fatto che ChatGPT sta avendo dei dati contrastanti sul traffico: il tool ha raggiunto un picco di traffico a maggio 2023, crescendo a una velocità assolutamente senza precedenti, ma da quel momento i dati sugli utenti attivi sono scesi. Solo oggi ci si sta avvicinando di nuovo ai livelli di quando ChatGPT era novità: lanciare un nuovo prodotto è esattamente quello di cui l’azienda ha bisogno per tornare sotto i riflettori e finalmente raggiungere un nuovo record di utenza.

foto di una persona che usa un motore di ricerca
È difficile pensare a come potrebbe essere strutturato il nuovo motore di ricerca basato sull’AI

Non solo OpenAI minaccia Google

Per quanto sia facile pensare che OpenAI sia il principale indiziato per superare Google, in realtà c’è una startup chiamata Perplexity che ha già raggiunto una valutazione di $1 miliardo. I dati sul traffico rivelano che il suo motore di ricerca, dotato di un’esperienza totalmente nativa per l’AI, ha già raggiunto 10 milioni di utenti su base mensile. Il tool risponde in modo mirato alle domande degli utenti, prendendo le informazioni dai siti pubblicamente disponibili sul web e segnalando le fonti che utilizza per rispondere. In questo modo si arriva dritti alle risposte che si sta cercando, e il modello potrebbe passare dalla vendita di pubblicità al pagamento mensile degli utenti.

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