domenica, Ottobre 6, 2024

Petrolio, il prezzo prima sale, poi inizia a scendere. La domanda inizia a rallentare?

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Nel corso degli ultimi giorni il prezzo del petrolio ha iniziato a rincarare. Nella serata di ieri 8 agosto 2024, il Brent ha guadagnato oltre lo 0,86% e si è riportato oltre quota 79 dollari. Il West Texas Intermediate, a New York, è salito dell’1,14% sfiorando quota 76,09 dollari. Nella mattinata di oggi, invece, i contratti del petrolio sono in calo: quello sul Wti di settembre ha registrato un lieve arretramento dello 0,04% scendendo a 76,16 dollari. Il Brent con consegna ad ottobre scende dello 0,1% portandosi a 79,08 dollari al barile.

Ma cosa sta accadendo al petrolio nel corso di queste giornate?

Petrolio, la domanda deve accelerare

Secondo alcuni analisti specializzati nel settore, la domanda globale di petrolio deve aumentare nel corso dei prossimi mesi. In caso contrario il mercato potrebbe avere difficoltà ad assorbire l’aumento dell’offerta che, a partire dal mese di ottobre, l’Opec prevede di realizzare.

Nel corso dei primi sette mesi del 2024 la domanda dei principali consumatori globali di petrolio – Stati Uniti e Cina – non è stata in grado di soddisfare le aspettative, ancor prima che si diffondessero i timori di una recessione negli Usa. Nel caso in cui l’economia dovesse rallentare ulteriormente, la domanda globale di petrolio, con ogni probabilità, inizierà a rallentare. A questo punto l’Opec sarà costretta a ritardare il progetto di aumentare la produzione o dovrà accettare dei prezzi più bassi a causa dell’aumento dell’offerta. 

Gary Ross, CEO di Black Gold Investors e veterano osservatore dell’Opec, ha spiegato che con le condizioni attuali, che sembrerebbero preannunciare il rischio di una recessione, è improbabile che l’organizzazione decida di procedere con gli aumenti pianificati per ottobre.

Ad agosto il prezzo del petrolio è sceso sotto gli 80 dollari al barile, una cifra inferiore a quella necessaria per la maggior parte di produttori per riuscire a pareggiare i propri bilanci. Neil Atkinson, analista indipendente che in precedenza ha lavorato presso l’Agenzia internazionale per l’energia, ha spiegato che la domanda di petrolio presenta sicuramente un rischio di ribasso. In questo momento appare difficile immaginare come i prezzi possano aumentare in maniera significativa, se la domanda continua a rimanere più lenta rispetto a quanto si pensasse.

Sul petrolio pesa il crollo dei consumi

Le importazioni di greggio della Cina, nel corso dei primi sette mesi del 2024, sono state pari a 10,89 milioni di barili al giorno. È stato registrato un calo pari al 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. A determinare il calo delle importazioni di petrolio è stato il crollo del consumo del gasolio, determinato da un sempre maggiore utilizzo di camion alimentati a GNL. A contribuire all’indebolimento della domanda interna c’è la debolezza dell’economia, che è ostacolata da una crisi particolarmente lunga nel settore immobiliare.

Fino al mese di luglio, negli Stati Uniti il consumo di petrolio è aumentato di 220.00 bpd dall’anno: ha raggiunto una media di 20,25 milioni di bpd (stima effettuata da Reuters sulla base dei dati governativi). Alcune previsioni governative indicano che la domanda potrebbe accelerare per raggiungere, entro la fine dell’anno 20,5 milioni di bpd.

È difficile valutare se la domanda globale raggiungerà o meno i livelli necessari per assorbire le forniture aggiuntive quest’anno.

L’Opec stima che la crescita della domanda globale possa arrivare a 2,15 milioni di barili al giorno nella prima metà del 2024, mentre l’IEA stima che sia stata di 735.000 barili al giorno. L’IEA fornisce consulenza ai paesi industrializzati sulla politica energetica.

La stima dell’Opec sulla crescita della domanda nel primo semestre è cambiata poco rispetto a quella di inizio anno. L’IEA ha tagliato la sua stima sulla crescita della domanda nel primo semestre da 1,19 milioni di barili al giorno previsti a gennaio.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengohttps://www.pierpaolomolinengo.com/
Laureato in materie letterarie e giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002 [Link di verifica iscrizione all'Albo]. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin da subito, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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