Quotazioni petrolio, avvio brillante in mattinata

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Nel corso della mattinata i future sul petrolio sono balzati nelle contrattazioni asiatiche. A condizionare le quotazioni della commodity sono un potenziale sistema di uragani, che si starebbe avvicinando alla costa del Golfo negli stati Uniti proprio nel periodo in cui i mercati si stavano riprendendo dalle vendite dopo la comunicazione dei dati sull’occupazione negli Usa, che sono risultate più deboli del previsto.

Ma soffermiamoci un attimo sulle quotazioni del petrolio in mattinata. I future sul greggio West Texas Intermediate hanno registrato un +1,06%, pari a 72 centesimi, sfiorando i 68,39 dollari a barile. I future sul greggio Brent hanno registrato un +1% – pari a 71 centesimi – attestandosi intorno a 71,77 dollari a barile. Nel corso delle prime contrattazioni asiatiche, i prezzi del petrolio sono aumentati di 1 dollaro, prima di iniziare a scendere.

Cosa impatta sulle quotazioni del petrolio

Cosa sta impattando direttamente sulle quotazioni del petrolio? Secondo alcuni analisti il rimbalzo è stato causato, almeno in parte, dalla reazione ad un potenziale uragano sulla costa del Golfo negli Stati Uniti. Le previsioni del National Hurricane Center degli Stati Uniti ritengono che un sistema meteorologico nel Golfo del Messico sud-occidentale possa diventare un vero e proprio uragano prima di riuscire a sfiorare la costa nord-occidentale del Golfo degli Stati Uniti. La costa del Golfo degli Stati Uniti rappresenta circa il 60% della capacità di raffinazione degli Stati Uniti.

Tina Teng, analista di mercato indipendente, ritiene che il sentiment, in qualche modo, si sia ripreso dopo le vendite registrate nel corso della scorsa settimana.

Il Brent, alla chiusura di venerdì, aveva perso il 10% settimanale rispetto ai minimi da dicembre 2021. Andamento simile per il WTI, che ha perso l’8% rispetto la chiusura più bassa registrata nel corso del mese di giugno 2023. A condizionare l’andamento delle quotazioni del petrolio sono i deboli dati occupazionali negli Usa.

L’atteso rapporto sull’occupazione nel settore pubblico degli Stati Uniti ha mostrato che le buste paga non agricole sono aumentate meno di quanto previsto dagli osservatori del mercato ad agosto, con un aumento di 142.000, e la cifra di luglio è stata rivista al ribasso a un aumento di 89.000, che ha rappresentato il guadagno più piccolo da quando c’è stato un netto calo a dicembre 2020.

Tassi e quotazione del petrolio

Secondo gli analisti, un calo del tasso di disoccupazione indica che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse di soli 25 punti base questo mese, anziché di mezzo punto.

I tassi di interesse più bassi solitamente aumentano la domanda di petrolio stimolando la crescita economica e rendendo il petrolio più economico per i detentori di valute diverse dal dollaro.

Ma la debole domanda ha continuato a limitare l’aumento dei prezzi.

Secondo Jeff Currie, responsabile della strategia per i percorsi energetici di Carlyle Group, la debolezza della Cina è dovuta al rallentamento economico e alla riduzione delle scorte. I margini di raffinazione in Asia sono scivolati ai livelli stagionali più bassi dal 2020 a causa della debole domanda delle due maggiori economie. Le esportazioni di petrolio verso la costa del Golfo degli Stati Uniti sono scese al livello più basso da gennaio 2019 il mese scorso a causa di margini di raffinazione più deboli.

Da dove proviene il petrolio italiano

Dopo dieci anni la Libia è tornata ad essere il primo fornitore di petrolio dell’Italia. A determinare l’attuale situazione è principalmente la sgeopolitica, con in primo piano la guerra in Ucraina e la situazione medio-orientale.

Il conflitto tra Kiev e Mosca ha costretto l’Italia a interrompere le importazioni di petrolio russo, mentre la guerra tra Hamas ed Israele – cominciata il 7 ottobre 2023 – ha determinato una riduzione delle importazioni dal Medio Oriente, determinata principalmente dalle difficoltà ad attraversare il Mar Rosso.

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