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S&P: attività UE giù. Outlook negativo a -0,4%

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S&P Global ha pubblicato venerdì 22 settembre un report poco edificante per lo stato delle economie europee. Si parla di Francia e Germania, principalmente, e si segnala un forte rallentamento delle due economie che sono il motore principale dell’Unione Europea, con Parigi che fa anche peggio di Berlino almeno nell’ultima tornata. Terzo trimestre che – ritengono gli analisti di altre firme – potrebbe essere comunque migliore di un quarto trimestre 2023 che ha già seminato il terrore tra gli investitori.

Per l’economia dell’Unione è uno dei momenti più duri dell’ultimo decennio – con l’inflazione che continua a mordere, le cartucce della Banca Centrale Europea che sono in via di esaurimento e problemi strutturali in Germania che fanno temere l’impossibilità di poter tornare a crescere in modo sostenuto nel breve periodo. A contribuire all’outlook negativo le performance non entusiasmanti dell’euro, sul quale il sentiment è ormai quasi al 100% ribassista tra gli analisti.

Ancora giù economie europee

Grossi guai nell’Unione Europea, anche se si scende più lentamente

A lanciare l’allarme è un report dettagliato pubblicato da S&P Global e che analizza l’andamento del settore privato nelle due principali economie dell’Unione Europea. A calare per il quarto mese consecutivo è l’indice che viene utilizzato da S&P per rivelare il sentiment tra i purchasing manager, con il valore che continua a calare ormai da 120 giorni, per quanto la velocità di discesa sia effettivamente rallentata rispetto a agosto. Nulla però di cui andare fieri e di cui rallegrarsi, perché ci si trova ancora in territorio ampiamente negativo.

Un’indagine che S&P ritiene di primo profilo – in quanto è da questa che traccia poi proiezioni di sventura per l’economia Europa nel corso del terzo trimestre del 2023, che prevede in forte contrazione rispetto al precedente. Contrazione che in realtà è nelle proiezioni anche di banche commerciali di un certo spessore per l’economia europea. Quello che ci si attende è che la chiusura a settembre faccia registrare un calo rispetto al trimestre precedente dello 0,4%.

Problemi strutturali e difficili da risolvere sul breve

A pesare sulla situazione europea è la concomitanza di fattori che si sono innescati con la crisi pandemica e che hanno poi aumentato la loro portata durante la guerra in Ucraina, che ha portato a un aumento consistente dei costi energetici per la manifattura europea e in particolare per quella tedesca.

Germania che rimane il principale imputato nella valutazione dei problemi che affliggono le economie europee. Quella che un tempo era considerata la locomotiva sulla quale l’Europa avrebbe sempre potuto fare affidamento, in realtà si è trasformata nel grande malato, per quanto qualcuno – come il CEO di Deutsche Bank – ritiene che ci sia ancora del tempo per invertire la rotta – a patto che ci sia la volontà politica di implementare riforme tanto urgenti quanto complesse.

Si teme effetto domino da Berlino al resto dell’Unione

Attività economica debole, euro segue a ruota

Le preoccupazioni per le condizioni dei mercati europei sono riflesse anche dall’outlook negativo sull’Euro, nonostante una performance brillante almeno rispetto al franco svizzero nel corso delle ultime 24 ore. Una situazione che è dunque complessivamente negativa e con un outlook in forte peggioramento.

Partendo da queste analisi si ritiene anche che sarà difficile che BCE prosegua con una politica di restrizione monetaria. L’economia europea, che boccheggia, potrebbe presto richiedere a gran voce nuove iniezioni di liquidità dalla banca centrale. Questione alla quale stanno dando voce già diversi politici di alto profilo, a partire da quelli italiani, ai quali potrebbero presto aggiungersi anche quelli di Berlino.

Una situazione che in molti avrebbero ritenuta come improbabile, se non assurda, soltanto qualche settimana fa. E i fronti aperti dell’Europa sembrerebbero, almeno per ora, impossibili da chiudere, tanto politicamente quanto economicamente.

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