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Yen ancora sopra i 150 contro il dollaro. Preoccupazione a Tokyo
Lo yen giapponese, dopo essersi goduto un momento di relativa tranquillità all’esplodere del conflitto in Israele, è tornato a preoccupare sia i mercati, sia le massime autorità monetarie del Giappone. JPY ha superato di nuovo la soglia di 150 yen per dollaro USA, creando le condizioni per un ennesimo intervento emergenziale, straordinario, come gli altri che si sono susseguiti nel corso delle settimane passate. Questo mentre le condizioni generali, quelle oltre le pressioni ribassiste degli short seller, rimangono di estremo sfavore per lo yen.
Vedremo se Bank of Japan interverrà a sostegno della sua valuta come già fatto ripetutamente nel corso del 2023. E vedremo anche se terrà fede al suo impegno di ritenere 150 come la sottile linea rossa oltre la quale gli interventi – potenzialmente coordinati anche con Federal Reserve – si attiveranno o meno. Nel frattempo il ministro delle finanze giapponese, Shunichi Suzuki, conferma a microfoni aperti che la situazione è degna di attenzione e che il dicastero che guida si sta concentrando alla ricerca di soluzioni.
Disastro yen: ancora sopra i 150 contro il dollaro USA
È stato un anno durissimo per lo yen giapponese sulle piazze del Forex – e non sembra essere in accenno di miglioramento per i due mesi scarsi che ci separano dalla fine di questi terribili 12 mesi per la divisa nazionale di Tokyo. L’antefatto dovrebbero ormai conoscerlo tutti i lettori di TradingOnline.com: il differenziale con i tassi USA è enorme – e questo esercita già di per sé delle pressioni importanti sulla valuta il cui sistema economico gode di tassi più bassi. Continuano inoltre le operazioni a mercato di una banca centrale che ha sempre più difficoltà a controllare i rendimenti dei titoli a lunga scadenza, altra circostanza che è fonte di pressioni indirette ma ribassiste sul valore di JPY.
Valore di JPY che aveva vissuto un momento di relativo sollievo in occasione dell’avvio delle operazioni belliche in Israele, con lo yen che è da sempre considerato una delle due valute rifugio. Terminato l’effetto sorpresa però, si è tornati all’interno di un trend chiaramente negativo, con nessuna possibilità all’orizzonte di invertire la rotta. L’unico strumento che Tokyo ha in mano è infatti l’ennesimo intervento spot, fatto per riportare lo yen leggermente sotto quota 150, in attesa che i mercati tornino all’attacco.
Grande preoccupazione anche al dicastero dell’economia
Le preoccupazioni non sono solo per i pochi long sullo yen. A confermare uno stato di scarsa tranquillità ai piani alti della politica giapponese è lo stesso ministro delle finanze Shunichi Suzuki, che ha confermato che JPY è sotto stretta osservazione, con un senso di urgenza e che la stabilità dei movimenti di prezzo di JPY sarà quanto si dovrà recuperare nel più breve tempo possibile.
Dichiarazione che fa il paio con le – invero tante – che sono arrivate nelle scorse settimane. Scorse settimane durante le quali erano stati paventati interventi – anche, se necessario, in coordinamento con Federal Reserve.
La banca centrale statunitense sarebbe, sempre a detta degli omologhi di Tokyo – più che preoccupata dall’instabilità del cambio e della sua volatilità, e sarebbe pertanto pronta a sostenere qualunque tipo di intervento volto alla normalizzazione dello stesso. Con lo yen che è tornato sopra i 150 con questa rapidità però, sono sempre meno coloro i quali sono disposti a credere alle minacce di Bank of Japan e del ministero delle finanze giapponese. La sensazione che continua a montare è che si possa fare poco per contrastare forze di mercato (su tutte il differenziale di tassi). Chi vivrà vedrà, recita un vecchio adagio. La paura dei long sullo yen è proprio però di vedere quanto si prefigura ormai da tempo.