Nuovo record per le borse USA: i tagli piacciono a Wall Street. NASDAQ 100 a +3%

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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I tagli da 50 punti base ai tassi di interesse negli Stati Uniti hanno fornito alle borse USA il carburante necessario per battere nuovi record. S&P 500 ha toccato quota 5.700 punti, per una crescita che al top della sessione ha sfiorato il 2%. Fa ancora meglio NASDAQ 100, che sfiora invece il +3%, replicando quanto si era visto nella sessione asiatica sia in Giappone sia a Hong Kong. Una corsa di enorme importanza per i mercati, che sembrerebbero aver ritenuto credibile la spiegazione che Jerome Powell ha fornito delle ultime mosse di Federal Reserve.

Ultime mosse che sarebbero giustificate da un ritorno ormai chiaro dell’inflazione verso il target del 2%, accompagnato da una crescita USA che rimane consistente e da un mercato del lavoro che si sta sì raffreddando, ma che mostra dati che sono comunque lontani dai valori che farebbero pensare ad una crisi. Sembra passata un’era geologica dal 5 agosto, quando i mercati punirono la doppia combinazione di un aumento a sorpresa dei tassi di interesse in Giappone e dei dati sulla disoccupazione in crescita. Per ora Jerome Powell è stato promesso a pieni voti come frontman di una Federal Reserve che sta cercando di navigare uno dei momenti più duri e difficili.

Record in borsa: volano tutti gli indici USA

Non vi è un indice che non abbia aperto – e continuato a scambiare – su livelli che non si vedevano da tempo in termini di gain. Dopo i massimi toccati ieri e la solita turbolenza in avvicinamento ai dati, c’è stato tempo per ricaricare le batterie e per spingere di nuovo sul gas, forti da un lato di tagli da 50 punti base, dall’altro di un Jerome Powell che è apparso come estremamente convincente.

Tutto questo mentre si sono verificati altri due fatti curiosi:

  1. La convinzione delle grandi banche su tagli più ridotti: fatta eccezione per JPMorgan e Wells Fargo, tutte le altre banche erano orientate per un taglio da 25 punti base. Cosa che ha contribuito alla creazione di un consenso che poi è stato smentito da quanto avvenuto. Era stato il mercato a prezzare con maggiore correttezza quanto sarebbe avvenuto.
  2. I dubbi sulla necessità del taglio: ci sono stati dubbi sulla necessità del taglio da parte di diversi analisti, almeno prendendo per buono lo scenario che è stato descritto da Jerome Powell.

Il discorso è semplice: se le cose non stanno andando così male, serviva davvero correre e comunque finire per tagliare 50 punti, storicamente ritenuti un taglio emergenziale? Di dubbi, almeno tra chi si è lasciato andare a dotte elucubrazioni ce ne sono tanti. I mercati però sembrerebbero essere di diverso avviso.

Bene anche gli altri asset risk on

Vanno molto bene anche gli altri asset risk on, su tutti Bitcoin e il mondo crypto, che hanno recuperato livelli di prezzo più interessanti, dopo un lungo iato che si protraeva ormai da qualche settimana. Giù, come comprensibile, il rendimento dei bond, frutto anche delle previsioni per altri 50 punti base di tagli da qui a fine anno.

Proiezioni che però non sono certamente scritte nel fuoco e che potrebbero rapidamente cambiare da qui a fine anno. Per ora però i mercati non sembrerebbero curarsi neanche di questo e si godono una giornata che probabilmente passerà alla storia. È la giornata del pivot, un pivot che in queste proporzioni pochi avrebbero potuto immaginare.

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