Google: altri problemi in UE. Rischio multa del 10% dei ricavi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Secondo quanto è stato riportato da un’esclusiva di Bloomberg, le autorità dell’Unione Europea starebbero preparando nuove indagini a carico di Google. Sul tavolo ci sarebbero multe potenzialmente importanti, che arrivano dopo che una delle questioni più importanti per Alphabet si era invece chiusa nel migliore dei modi per il gigante delle ricerche online. Sotto i riflettori dell’UE sarebbe finito proprio il monopolio fattivo nel campo delle ricerche e potrebbero essere richieste delle modifiche importanti a come il business opera, almeno all’interno dell’Unione Europea.

Sempre secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, le accuse formali sarebbero in via di preparazione e farebbero affidamento a quanto imposto dal Digital Market Acts: sotto accusa anche la modalità con la quale Google mostra quelli che sono i risultati della concorrenza all’interno di servizi accessori come Google Flights e Google Hotels. Il gruppo rischierebbe, sempre secondo le leggi europee, fino al 10% di multa calcolata sulle revenue globali, nel caso in cui non dovesse allinearsi a quelle che saranno le eventuali richieste da parte delle autorità dell’Unione.

Prima di fine ottobre le richieste e le accuse

Le accuse (e le richieste dell’UE) sarebbero in fase di preparazione e potrebbero essere pronte già prima della fine di ottobre, secondo le fonti anonime riportate da Bloomberg, con la possibilità che però i tempi si allunghino dato anche l’arrivo dei nuovi commissari europei, che almeno sulla carta sembrerebbero essere di intenzioni parzialmente diverse da quelle di Thierry Breton, messo alla porta in quella che è stata una delle puntate più avvincenti della telenovela post elettorale europea.

Ci sarebbero stati già incontri a porte chiuse tra gli avvocati che rappresenteranno Google e i rappresentanti dell’Unione, con un primo tentativo di ridurre le accuse che saranno al centro della vicenda di cui sopra. E sarebbero state richieste a Google anche delle richieste preliminari, che riguarderebbero la gestione dei tab aggiuntivi di ricerca, per quanto manchino dettagli aggiuntivi.

Continuano dunque i rapporti non esattamente idilliaci tra Google e Unione Europea, per quanto il gruppo sia riuscito a evitare in settimana una multa da 1,5 miliardi di dollari che riguardava le regole di competizione nel settore delle pubblicità online.

Attacco alle big tech?

Le indagini e le accuse dell’Unione Europea sembrerebbero rientrare in via più generale nel nuovo corso dell’UE, che punta a ridurre ove possibile il potere delle grandi società tech, che sono sottoposte a maggiori controlli e restrizioni quando in possesso di una posizione dominante sui mercati.

Un percorso che in realtà ha caratterizzato il decennio dominato da Margrethe Vestager, che sarà però ora rimpiazzata da Teresa Ribera. Il tutto mentre altri gruppi del settore tech come Meta e Apple cercheranno di contestare il DMA, gruppo al quale si aggiungerà appunto anche Alphabet.

Una situazione spinosa, che lo è anche sul fronte politico, dove i fan di un mercato con meno intervento da parte dell’UE hanno trovato manforte anche dall’ultimo report firmato da Mario Draghi. Una situazione in evoluzione, che sarà il caso di seguire perché potrebbe costituire un precedente di pivot per tutto il settore tech nei rapporti, storicamente non idilliaci, tra mondo delle big tech e massimi vertici dell’Unione.

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