Volkswagen, al via lo scontro con i sindacati. I problemi da risolvere

Volkswagen, al via lo scontro con i sindacati. I problemi da risolvere
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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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In giornata prenderanno il via i colloqui tra la Volkswagen e i sindacati sugli stipendi. Intorno a questi incontri c’è molta aspettativa, perché metteranno in luce con quanta aggressività il colosso automobilistico tedesco andrà avanti sulla strada dei licenziamenti e se realmente ha intenzione di chiudere degli stabilimenti in Germania.

In Volkswagen la tensione è alle stelle: la preoccupazione degli operai è incentrata principalmente sul futuro della produzione nel Paese. Il sindacato IG Metall ha già minacciato una forte opposizione a delle misure in questo senso.

Volkswagen, il problema delle attività in Germania

Al centro dell’appuntamento in programma quest’oggi ci sono i nuovi accordi di lavoro per 130.000 lavoratori del brand Volkswagen, per i quali Ig Metall deve riaprire le negoziazioni. Il gruppo tedesco ad inizio anno, infatti, ha rescisso gli accordi che avevano salvato l’occupazione in sei dei suoi stabilimenti tedeschi dalla metà degli anni ‘90.

A pesare su questi rapporti di lavoro – almeno secondo quanto sostiene la Volkswagen – sono gli elevati costi dell’energia e della manodopera in Germania. Una situazione che porrebbe il paese in una situazione di svantaggio rispetto agli omologhi europei e ai rivali cinesi, che stanno conquistando una grossa fetta del mercato dei veicoli elettrici tedesco.

Arne Meiswinkel, responsabile del personale del marchio VW, sostiene che la Germania stia rimanendo indietro rispetto alle altre case automobilistiche. Volkswagen ne è particolarmente colpita. La concorrenza internazionale minaccia di superarla.

Gli incontri si terranno allo Schloss Herrenhausen, residenza dei reali di Hannover risalente al XIX secolo. Arrivano in un momento in cui l’industria tedesca nel suo complesso è alle prese con costi elevati, carenza di manodopera e crescente concorrenza, con i pesi massimi in testa, tra cui BASF e Thyssenkrupp che valutano di ridurre le proprie attività.

Anche altre case automobilistiche tedesche stanno risentendo della crisi, come Mercedes-Benz e BMW hanno tagliato le loro previsioni di profitto nelle ultime settimane a causa della debole domanda in Cina.

I problemi che deve affrontare Volkswagen

Sono diversi i problemi che deve affrontare Volkswagen nel 2024. I nodi più difficili da affrontare sono i seguenti:

  • strutture di governance complesse;
  • investimenti sbagliati nei veicoli elettrici;
  • cattive decisioni gestionali;
  • calo dei ricavi dalla Cina;
  • la paralizzante burocrazia tedesca.

Purtroppo la Volkswagen non è un caso isolato. Secondo una recente analisi effettuata da Reuters (che si basa su dati Globaldata), l’utilizzo della capacità produttiva di sei case automobilistiche in Europa è grosso modo uguale. Solo per fare degli esempi Renault e Stellantis hanno tassi di utilizzo della capacità media inferiori in Europa rispetto a Volkswagen.

Secondo Justin Cox, direttore della produzione automobilistica globale presso GlobalData, la pressione esercitata dai sindacati e dai politici tedeschi per produrre i veicoli elettrici in Germania è diventata un calice avvelenato per Volkswagen, benché sia stata adottata per preservare i posti di lavoro. 

Cox ritiene che continuare su questa strada significa che la casa automobilistica sta utilizzando i suoi stabilimenti più costosi per produrre veicoli elettrici, i quali non vengono venduti perché non alla portata economica dei potenziali clienti.

Gli stipendi degli operai tedeschi impiegati nelle fabbriche del settore automobilistico sono i più alti a livello internazionale se confrontati con quelli dei colleghi. Nel 2022 si parlava di 59 euro all’ora, rispetto ai 21 euro nella Repubblica Ceca e ai 16 euro in Ungheria. In Cina, gli stipendi si aggirano intorno ai 3 dollari all’ora.

Allo stesso tempo, le vendite di auto nuove in Europa sono in difficoltà. Sono diminuite del 18% ad agosto, raggiungendo il livello più basso degli ultimi tre anni. A trascinare verso il basso l’intero comparto è il calo del 44% nelle vendite complessive di veicoli elettrici.

Stephan Soldanski, rappresentante sindacale della città tedesca di Osnabrück, chiede alla Volkswagen di lanciare sul mercato più modelli che i normali consumatori possano permettersi, come un’auto elettrica economica o un motore a combustione interna economico e sostenibile.

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