Azionario europeo, le nuove trimestrali cambiano le prospettive

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Tenta di riprendere fiato l’azionario europeo dopo che, ieri sera, negli Usa l’indice S&P500 ha registrato un -0,5%. L’indice statunitense ha tentato un timido rimbalzo, nel tentativo di trovare, raggiunti questi livelli, un primo supporto tecnico della media mobile a 50 gg.

Il mercato europeo e quello statunitense sembrano aver apprezzato la trimestrale presentata ieri da IBM – che ha registrato un +4% – e un po’ meno quella di AT&T, che si è fermata su un +0,2%. Anche il Tech continua ancora ad essere venduto.

L’azionario europeo, quest’oggi, è condizionato dalle trimestrali. Deve infatti digerire i risultati di Hermes, che sono usciti nel corso della serata di ieri. Oltre a quelli di Enel e i numeri resi noti quest’oggi da Eni e Mercedes. Sotto i riflettori c’è, inoltre, Essilor-Luxottica, dopo la conferma dell’interesse da parte di Meta.

Azionario europeo, si guarda ancora agli Usa

L’azionario europeo è ancora condizionato dall’andamento dei big teh statunitensi? Sembrerebbe di sì. Secondo Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM, è necessario iniziare a prepararsi all’arrivo di importanti aggiornamenti da parte di molte società. Da tenere sotto controllo, poi, una particolarità: nelle settimane che precedono la pubblicazione dei risultati, le società interrompo i buy back delle proprie azioni. In questo modo viene meno un compratore di peso.

Ma non bisogna pensare unicamente ai risultati societari. Secondo Piazzoli è importante tenere a mente anche la corsa alla Casa Bianca. In questo senso il FT ci viene incontro per tenere a mente alcuni fattori:

  • il duo Trump-Vance ha voluto il dollaro debole. Difficilmente, a questo punto, che possa scivolare oltre misura nel caso in cui la vittoria dovesse cadere in mani repubblicane. Tutti concordano, infatti, che i dati al 10% potrebbero portare ad una maggiore inflazione negli Stati Uniti d’America con dei tassi d’interesse più elevati.;
  • è da valutare l’effettiva efficacia dei social network sulla campagna di Kamala Harris, che rispetto a Biden si presta meglio ad operare in questo senso. Le interazioni su Instagram – fino ad oggi – erano a favore di Trump. Biden era pressoché inesistente. Nell’arco di pochi giorni la Harris è riuscita a costruire un netto vantaggio di interazioni rispetto a Trump;
  • il 24 luglio i sondaggi condotti presso le università davano Harris in vantaggio su Trump di 6-9 punti.

Azionario europeo, cosa succederà nei prossimi giorni

Cosa sarà importante guardare, nel corso dei prossimi giorni? Da tenere sotto controllo è la riunione della Fed in programma il 31 luglio.  Secondo Piazzoli le probabilità di un taglio dei tassi sono quasi inesistenti. I dati del Pil Usa sopra le attese pubblicati nella giornata di ieri rendono meno necessario un taglio dei tassi, almeno nell’immediato. Piazzoli sottolinea che i tagli della Fed dovrebbero coincidere con le con le riunioni nelle quali la banca centrale aggiorna le proprie attese macro. Questo porterebbe il tutto a settembre, Oggi alle 14:30 ci sarà l’aggiornamento del dato d’inflazione PCE, la misura preferita dalla Fed, attesa in calo a 2.4% YoY per giugno dal 2.6% del mese precedente. 

Piazzoli ricorda che negli USA, la crescita non rallenta ma accelera. Il PIL del secondo trimestre ha fatto registrare un +2.8% annualizzato, con +0.7% di incremento sul trimestre precedente, meglio dell’atteso +2.0% ovvero +0.5% trimestre su trimestre. I consumi si attestano a +2.3% annualizzato, e la spesa pubblica ha contribuito anch’essa alla crescita. Il commercio internazionale invece ha detratto crescita se si considera il maggior incremento delle importazioni rispetto alle esportazioni. Piazzoli sottolinea che quello della maggior crescita dell’import era un tema presente anche nel primo trimestre, se si dovessero invertire i rapporti allora il terzo trimestre potrebbe essere tonico quanto il secondo: non proprio uno scenario recessivo.

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