La Bce taglia i tassi di 25 punti base. Quello sui depositi cala al 3,50%

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Confermando le aspettative della maggior parte degli analisti, la Bce ha deciso di tagliare i tassi di 25 punti base. Quello sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, mentre quello relativo ai rifinanziamenti principali è sceso dal 4,255 al 3,65%. Il tasso sui prestiti marginali è passato dal 4,50% al 3,90%.

Questo, sostanzialmente, è il secondo taglio dei tassi attraverso il quale la Bce si è disfatta della stretta monetaria avviata mentre c’era la crisi energetica.

Tra l’altro con la riunione di oggi entra in vigore il nuovo regime con cui la Bce orienta la politica monetaria. Il tasso sui rifinanziamenti alle banche arriverà a scendere di 60 punti base: 25 dei quali di riduzione del costo del denaro e 35 introdotti a seguito di un aggiustamento tecnico previsto del nuovo quadro operativo annunciato dalla Bce a marzo.

Perché la Bce ha tagliato i tassi e le previsioni sulla Fed

Perché la Bce ha deciso di tagliare i tassi? Secondo Christian Hantel, portfolio manager di Vontobel, la BCE si è trovata di fronte a un contesto di rallentamento dell’inflazione complessiva e di crescita economica contenuta. Sebbene sia probabile un altro taglio dei tassi da parte della banca centrale, la domanda più importante per gli investitori rimane quella relativa alle prossime mosse della BCE nel ciclo di allentamento. Poiché l’attuale inflazione complessiva si sta avvicinando al 2%, la BCE ha buone ragioni per ridurre ulteriormente il livello di restrizione della politica monetaria.

Secondo Hantel anche la la Fed potrebbe fare un taglio di 25 punti base. Il presidente della Fed, Jerome Powell, avrebbe fornito una chiara guida al simposio di Jackson Hole: Hantel ritiene che sia giunto il momento di adeguare la politica e che la direzione di marcia sia chiara.

Sia per la Fed che per la Bce il mercato del lavoro ha un ruolo particolarmente importante: è proprio il suo indebolimento, secondo Hantel, il fattore principale che potrebbe avviare il ciclo di riduzione dei tassi negli Usa. Cosa che sta avvenendo nel corso di questi mesi. Secondo Hantel avendo frenato per qualche tempo, la Fed è ora in grado di recuperare terreno nei confronti della BCE per quanto riguarda i tagli dei tassi, se necessario.

Michele Sansone, country manager per l’Italia, ritiene che la Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi dalla prossima riunione attesa la prossima settimana. La decisione sarebbe supportata dal calo dell’inflazione al 2,5% annuo ad agosto nonostante il dato “core” sia rimasto invariato al 3,2%. Secondo alcuni analisti, la banca centrale americana potrebbe anche azzardare un taglio dei tassi di mezzo punto percentuale anche se la maggioranza ipotizza un taglio di 25 bps rinviando alla riunione di novembre il taglio più corposo.

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