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Donald Trump: il programma economico raccontato a Bloomberg. Tasse giù al 15% per il made in USA

Donald Trump parla a Bloomberg e illustra il suo programma economico.

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Donald Trump ha partecipato ad un’evento-intervista organizzato da Bloomberg, nel quale ha illustrato almeno in parte la sua politica economica. Ampio spazio al debito – da parte di un pubblico forse poco amico – e per la supposta soluzione: quella di puntare sulla crescita degli Stati Uniti per rendere meno minaccioso un debito che in realtà già lo è. I temi economici hanno per ora toccato poco una campagna elettorale maggiormente concentrata su altre questioni, per quanto dai sondaggi emerga un’attenzione molto elevata da parte dell’elettorato.

C’è poi spazio per altro: confermata la volontà di imporre dazi di enorme rilevanza – che non saranno attribuiti però sulla base della vicinanza politica con Washington, dato che nella lista sono finite anche aree e mercati perfettamente allineati ai desiderata americani. Spazio anche a deregolamentazione, aumento dei tagli alle tasse per chi produce negli USA e altre misure che farebbero pensare ad un’importante onshoring. Tra il dire e il fare c’è certamente di mezzo il mare, ma il programma è stato almeno a grandi linee… delineato.

A qualcuno non quadra

I punti dei quali si tornerà certamente a parlare nei prossimi giorni sono diversi: è difficile trovare, anche munendosi del proverbiale lanternino, un solo economista che non ritenga i dazi come una misura che finirà per impattare in modo rilevante sulla capacità di spesa delle famiglie.

Difficile però al momento che arrivino commenti di segno opposto da Kamala Harris: il tema dei dazi e di una sorta di re-industrializzazione degli USA sembrerebbe avere un forte ascendente con l’elettorato.

L’intervista che trovate allegata a questo approfondimento rimane comunque il documento forse più importante fino ad oggi per la campagna elettorale USA e per iniziare a valutare le possibili conseguenze di una vittoria di Donald Trump. I mercati lo faranno durante tutto il cammino di avvicinamento al 5 novembre, data delle elezioni.

Analista economico dal 2009. Collabora con TradingOnline.com offrendo analisi su Forex, Macroeconomia e Azioni, con un occhio vigile sui mercati emergenti come Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Gianluca Grossi è anche caporedattore per la nota testata giornalistica Criptovaluta.it, quotidiano dedicato al mondo Crypto e Bitcoin ed è anche analista per Criptovaluta.it® Magazine, il settimanale della medesima organizzazione. Segue da vicino il mercato ETF, in particolare sulla piazza di New York.

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ASML: disastro in borsa. Il titolo perde il 17%. Ordini sotto del 50% rispetto alle aspettative

ASML: è una giornata da ricordare in negativo per il gruppo dei chip olandese.

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ASML CROLLO

È un pomeriggio disastroso quello di ASML, la società che produce le macchine necessarie per produrre chip. Gli ordini sono esattamente la metà di quanto si aspettassero – in un momento altrimenti felice per il comparto – gli analisti e il titolo perde, nel momento in cui pubblichiamo questa notizia, circa il 17%. La stagione delle trimestrali parte così con un duro colpo a quello che è il settore sul quale un po’ tutto il mondo punta per uscire da un impasse economica più che aspettata dopo una stagione di tassi estremamente alti.

Per il terzo trimestre il gruppo ha portato sul banco ordini per 2,6 miliardi di euro, con gli analisti che invece si aspettavano cifre vicine ai 5,2-5,3 miliardi di euro. Un miss da storia della finanza e dell’economia e che ha innescato vendite a catena, esacerbate dal fatto che nessuno – dopo i dati di Nvidia degli ultimi giorni – si sarebbe aspettato. La compagnia olandese che produce macchinari per realizzare chip è uno dei (pochi) fiori all’occhiello dell’Europa Continentale.

Ordini più bassi da 1 anno a questa parte

Il numero è relativamente basso anche se messo in prospettiva. Era da terzo trimestre del 2023 infatti che non si vedevano ordini su questi livelli – per un trimestre che anche allora fu foriero di preoccupazioni importanti per tutti gli addetti ai lavori.

Il gruppo ha inoltre annunciato di aspettarsi una ripresa più graduale – con la lentezza che procederà anche per tutto il 2025 – cosa che ha peggiorato il sentiment sul titolo e ha contribuito ad una giornata da incubo che in molti ricorderanno molto a lungo.

A complicare ulteriormente la situazione è il fatto che il report si aspettava per domani ed è stato invece pubblicato per errore, secondo quanto è stato riportato da Bloomberg citando una persona informata dei fatti.

Nel complesso non si tratta comunque di un buon momento per una società europea che è la più importante dell’intera economia continentale e che ha perso oltre un terzo della propria capitalizzazione di mercato, complici anche sanzioni e stop alle vendite di origine politica.

La Cina, sempre secondo i dati che riporta Bloomberg, rimane e rimarrà il primo mercato per il gruppo (47% delle vendite), con le tensioni di carattere geopolitico che hanno per ovvi motivi ripercussioni anche sulle prospettive future del gruppo.

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Il rally del dollaro si prende una pausa. I trader guardano alla Fed

Il rally del dollaro si prende una pausa, anche se secondo molti analisti il biglietto verde può guadagnare ancora molto.

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Il rally del dollaro si prende una pausa. I trader guardano alla Fed

Si ferma il rally del dollaro, che si è indebolito nei confronti delle principali valute. A condizionare lo stop, almeno in parte, sono stati dei problemi tecnici. Il dollaro, nel corso degli ultimi due mesi, è riuscito a sfiorare i massimi, spinto dalle aspettative che la Fed proceda con dei modesti tagli dei tassi d’interesse da qui ad un anno e mezzo.

Il recente trend rialzista del dollaro, almeno secondo parte degli analisti, ha ancora molta strada da fare, anche se c’è molta incertezza geopolitica ed elettorale.

Jayati Bharadwaj, stratega globale FX presso TD Securities, ha spiegato che il dollaro può ancora portare a casa dei modesti guadagni: c’è molta incertezza macroeconomica che deve essere scontata. Secondo Bharadwa siamo a poche settimane dalle elezioni statunitensi, la più grande incertezza. E il mercato FX non ha affatto scontato questa incertezza.

Cosa condiziona il dollaro

Una serie di dati statunitensi hanno mostrato che l’economia è resiliente, mentre l’inflazione a settembre è aumentata più del previsto, spingendo i trader a ridurre le scommesse su ulteriori ampi tagli dei tassi da parte della Fed.

La banca centrale statunitense ha dato il via al suo ciclo di allentamento monetario con una mossa aggressiva di 50 punti base (bp) durante l’ultima riunione di politica monetaria di settembre, ma le aspettative del mercato si sono spostate verso un ritmo più lento dei tagli, rafforzando il dollaro.

Secondo i calcoli del LSEG, gli operatori stimano ora una probabilità dell’89% di un taglio di 25 punti base a novembre e una probabilità dell’11% di una pausa da parte della Fed, mantenendo il tasso dei fondi federali nell’intervallo obiettivo del 4,75%-5,0%.

Nelle contrattazioni di tarda mattinata, l’indice del dollaro, che misura la valuta statunitense rispetto a sei rivali, è scivolato dello 0,05% a 103,14, non lontano da 103,36, il livello più alto dall’8 agosto toccato lunedì.

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Warren Buffett sale al 32% di Sirius XM: titolo fa +8% a Wall Street

Warren Buffett punta forte su Sirius XM: ora Berkshire ha oltre il 32%.

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BERKSHIRE SIRIUS

Berkshire Hathaway, il gruppo di investimenti che fa capo a Warren Buffett, è salito al 32% di SirusXM, dopo un acquisto di 3,6 milioni di azioni per circa 87 milioni di dollari. Poca cosa rispetto all’enorme quantità di cash sulla quale siede Berkshire Hathaway – ma che è comunque un segnale della fiducia che il gruppo dell’Oracolo di Omaha nutre nel gruppo che si occupa di radio web e servizi satellitari.

A spingere verso l’acquisizione di quote ulteriori c’è – almeno secondo il commento di CNBC – l’accordo concluso con successo con Libery Media. L’esposizione di Buffett verso le azioni SiriusXM è iniziata quest’anno e ha visto il gruppo salire rapidamente oltre il 30%. Buffett non ha mai commentato a livello pubblico l’acquisizione, né è stata mai oggetto di approfondimenti per gli investitori del gruppo. Una scommessa su un titolo che non ha mai avuto grande fortuna a Wall Street, con gli analisti che hanno più volte definito il titolo come in lotta contro il tempo, anche a causa della particolare clientela che serve. Come ricorda ancora una volta CNBC, di 14 analisti soltanto 1 aveva il forecast su buy. Cosa che, a quanto pare, non ha spaventato in alcun modo Berkshire Hathaway.

Il titolo recupera

Il titolo, che viene da un 2024 non esattamente brillante, si appresta a chiudere la sessione di scambi con un gain oltre l’8% e con il titolo che sembrerebbe essere stabilmente sopra i 27$. Gain importanti all’interno di una giornata fondamentalmente positiva per tutto il comparto azionario e che ha visto altri asset tipicamente risk on come le criptovalute offrire un’ottima performance.

Entusiasmo alle stelle per i principali indici della borsa USA, con SPX500 che fissa un nuovo record e che da inizio anno ha offerto ritorni superiori al 23%. Tutto questo in quello che per molti poteva essere l’anno della crisi al termine di un percorso fatto di tassi alti e restrizioni monetarie per combattere l’inflazione.

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Nvidia: nuovo record! Ora punta ai 3.500 miliardi che batterebbero anche Apple

Nvidia insidia il primato di Apple. Altra giornata in positivo per il gruppo, che ora punta al top del marketcap.

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NVIDIA UP

Appetito per il rischio e AI sembrano andare ormai di pari passo. E questo si riflette più di tutti sulle azioni Nvidia, che per tutta la sessione di lunedì 14 ottobre sono rimaste sopra il record precedente di chiusura a 135,58$ di giugno. Nvidia che continua a macinare aspettative e che nel complesso continua a rappresentare un settore AI che è tornato ad essere ricco di aspettative positive. Aspettative che vanno di pari passo con le performance – amplificandole – delle principali borse USA.

Per mesi si è ritenuto che sarebbe stato infatti questo il comparto che avrebbe fatto da traino per un eventuale soft landing negli USA, con l’azienda che produce chip ad alta performance per l’intelligenza artificiale che ha recentemente annunciato di avere un backlog di almeno 12 mesi per il suo chip di ultima generazione, Blackwell, ultima iterazione della serie destinata ai calcoli del comparto più avido di numeri di sempre.

Soft landing o meno, l’AI continua a correre

Dopo un breve iato – che è stato vissuto come un breve momento di depressione delle pur altissime aspettative degli investitori – il comparto AI torna a correre. E corre spingendo verso un nuovo record le azioni del gruppo Nvidia, che anche oggi guadagnano oltre il 2,2% nel momento in cui pubblichiamo questo approfondimento.

Corsa che porta l’azienda in scia per diventare la società con la più alta capitalizzazione al mondo. Apple, che pur oggi guadagna più dell’1%, fa infatti registrare soltanto 120 miliardi in più di cap su oltre 3.500. Un altro 3% prima di vedere la società gestita da Jensen Huang sul tetto del mondo. Con il mercato che sembrerebbe avere ancora spazio per nuovi record, potrebbe essere questione ormai di pochi giorni di scambio in assenza di importanti correzioni, con il gruppo fondato da Steve Jobs che potrebbe presto scontare anche una ricezione degli ultimi iPhone piuttosto tiepida.

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Boeing, 17mila posti di lavoro a rischio. Adesso si muove il governo Usa

L’amministrazione Biden si muove ufficialmente nel tentativo di far riprendere le trattative tra Boeing e i sindacati.

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Boeing, 17mila posti di lavoro a rischio. Adesso si muove il governo Usa

Julie Su, segretario del Lavoro statunitense ad interim, si è recata a Seattle per incontrare i vertici di Boeing e il sindacato, che rappresenta qualcosa come 33.000 lavoratori, che in questo momento stanno scioperando. L’obiettivo di Julie Su è quello di riportare le parti al tavolo delle trattative.

L’intervento ufficiale dell’amministrazione Biden arriva nel momento in cui Boeing è alle prese con uno sciopero che sta paralizzando completamente le sue attività da cinque settimane. L’azienda, tra l’altro, nei giorni scorsi ha comunicato di voler licenziare qualcosa come 17.000 persone, il 10% della sua forza lavoro.

Al momento non è ancora chiaro se Julie Su incontrerà Kelly Ortberg, Ceo di Boeing. 

Boeing, si muove Julie Su

Un portavoce del Dipartimento del Lavoro ha confermato che Su, segretario facente funzioni, incontrerà le parti per valutare la situazione e incoraggiarle ad andare avanti nel processo di negoziazione.

Le azioni di Boeing sono scese del 3% nelle prime contrattazioni, dopo l’annuncio a sorpresa fatto venerdì dall’azienda dopo la chiusura delle contrattazioni, di un nuovo rinvio del jetliner 777X e della fine della produzione del velivolo cargo civile 767.

Secondo fonti del settore, questa settimana la Boeing ha in programma una serie di riunioni interne per definire il piano occupazionale, che probabilmente si baserà, almeno in parte, su alcuni tagli per contenere i costi e impedire l’esodo di persone le cui competenze sono ancora necessarie.

La crisi si verifica in un momento in cui i mercati della Boeing sono in crescita e molti dei suoi rivali stanno sfruttando la scarsa manodopera per alleviare la pressione sulle catene di fornitura aerospaziali.

Il ritardo di un anno nelle consegne del 777X al 2026 sancisce un ritardo già ampiamente previsto nel settore dopo i ritardi di certificazione e collaudo. Indica che il successore pianificato del mini-jumbo 777 entrerà in servizio con sei anni di ritardo.

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