Economia giapponese ancora fiacca, ma yen recupera per supposti aumenti dei tassi a luglio

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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In una giornata già parecchio convulsa a causa dei risultati – per quanto attesi – elettorali del Regno Unito, è dal Giappone che arriva potenzialmente il più grande shock che potrebbe interessare il mercato del Forex. La spesa delle famiglie è – inaspettatamente – in calo, segnale chiaro di una debolezza per l’economia di Tokyo alla quale si dovrà far fronte e che potrebbe ritardare ulteriormente il piano di aumento dei tassi che i mercati aspettano anche a tutela di uno yen che rimane il grande malato del mondo valutario.

Tuttavia alla diffusione dei dati i mercati sembrerebbero aver preso sul serio le aspettative di Bank of Japan che vedono per i prossimi mesi un ritorno degli acquisti da parte delle famiglie su buoni livelli. Il dato comunque difficilmente sarà in grado di giustificare un taglio a luglio, che i mercati erano comunque pronti ad escludere già prima della lettura del dato in questione. Nonostante ci sia comunque grande incertezza, la situazione dello yen, anche in vista dei dati sul mercato del lavoro di oggi, rimane da tenere sotto osservazione. Ieri si è saliti in modo concreto sopra i 161, soglia che in un mondo normale – che non è però quello che in cui stiamo vivendo – avrebbe più che giustificato un intervento a mercato da parte delle autorità monetarie del Giappone.

Kazuo Ueda invita tutti alla calma, ma la verità è che…

Kazuo Ueda sta invitando tutti alla calma, affermando di nuovo che ci si aspetta un buon rimbalzo del consumo da parte delle famiglie, cosa che dovrebbe fare da sostegno ad una ripresa anche dell’economia che garantirebbe – questo è sottinteso – un ritorno anche a politiche monetarie più ortodosse. Un percorso di rialzi che però a luglio potrebbe fermarsi – parliamo dei tassi – proprio in virtù di un’economia che scricchiola.

Niente però è ancora deciso: i mercati già da tempo credono poco nel ritorno a breve su tassi di interesse sensibilmente più alti e almeno fino a oggi avevano creduto poco anche all’ipotesi di un rimbalzo dello yen spinto da eventuali tagli a luglio. E allora come giustificare la ripresa dello yen contro il dollaro USA nella sessione asiatica?

Probabilmente per farlo si dovrà guardare ai pericoli che l’inflazione continua a lanciare sul futuro dell’economia giapponese. La pressione dell’aumento dei salari rimane forte e questo sarebbe un caso forte per i più hawkish – per quanto per trovarli ci sia bisogno del proverbiale lumicino – all’interno di Bank of Japan.

I mercati si preparano ai dati sul mercato del lavoro USA

Oltre alla riapertura delle piazze dopo i bagordi del 4 luglio, Festa dell’Indipedenza per gli Stati Uniti, oggi ci sarà grande attesa anche per dati dal mercato del lavoro che potrebbero offrire insight, degli spunti per capire come potrebbe muoversi a breve Federal Reserve. Difficile che arrivino comunque dati decisivi sul futuro di breve dei tassi di interesse negli USA: Powell è stato chiaro sulla necessità di giocare d’attesa e di muoversi con estrema cautela all’interno di un contesto che vede l’inflazione ancora forte.

Si dovranno bilanciare i rischi di rovinare un soft landing nel quale tutti o quasi credono almeno dalle parti di Federal Reserve con la necessità di non lasciare spazio all’inflazione. Sul caso Yen si dovrà tornare a parlare, anche in virtù degli ultimi dati e della parziale ripresa dello stesso contro le principali valute. Tensione ai massimi dunque, come testimonia anche il mercato delle crypto: poco correlato a quello Forex ma buon termometro dello stato di agitazione assoluto delle piazze finanziarie. Sì, il 2024 non è un anno per cuori deboli.

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