Euro con il fiato sospeso per le elezioni francesi: tutto quello che c’è da sapere sulla tornata elettorale

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Con gli elettori francesi che domani, 30 giugno, si recheranno alle urne, montano le tensioni sull’euro, nonostante un dollaro USA che esce leggermente indebolito dai buoni dati sul PCE, per quanto siano stati buoni soltanto in senso lato e in modo relativo. Le preoccupazioni continuano a montare – forse in parte esagerate da una stampa che – priva di grandi notizie durante il periodo estivo, sembrerebbe aver investito le elezioni in Francia di significati e importanza lontani dalla realtà, almeno per i più cinici dei commentatori.

La paura, per non dire il terrore, è quello di vedere uscire dalle urne un fronte anti-europeo rinforzato, che potrebbe mettere in dubbio la solidità dell’Unione o comunque la partecipazione convinta di uno dei più rilevanti paesi. Saranno comunque gli elettori a decidere, per una questione che potrebbe già esaurirsi il prossimo 7 luglio, quando dopo il secondo turno sarà chiaro il responso dell’elettorato francese. E a meno di risultati estremamente clamorosi, si tornerà all’ordinaria amministrazione sulla coppia EUR/USD, che continuerà ad agitarsi soltanto in concomitanza dei fondamentali relativi a inflazione, mercato del lavoro e PIL.

Mercati Forex con gli occhi puntati verso Parigi

Più che l’inflazione, spaventano le urne: lo strano caso dell’Europa

I dati di ieri arrivati da diversi paesi europei riguardanti l’inflazione sono la minore delle preoccupazioni per Francoforte. Nonostante l’enorme differenziale tra Italia e altri paesi, nonostante si sia ancora molto lontani dal target del 2% (se non in Italia), a tenere con il fiato sospeso banca centrale e analisti sono le elezioni francesi. Si parte il 30 giugno, con il primo turno, per una tornata elettorale inaspettata e che è stata indetta da Emmanuel Macron dopo lo sconvolgente risultato di Le Pen alle europee. La questione è relativamente semplice da mettere in prospettiva: il timore è che quello di Macron si riveli essere un azzardo e che anche per le elezioni nazionali la destra anti-europeista ne esca con numeri con i quali sarà impossibile non fare i conti.

Ora le questioni sono due: i sondaggi confermerebbero un’ottima performance di Rassemblement National di Marine Le Pen, cosa che potrebbe complicare la situazione per quanto il sistema istituzionale francese garantirà comunque al presidente in carica Emmanuel Macron poteri decisivi anche in politica estera.

Un risultato del genere sarebbe comunque preoccupante per i long sull’Euro: il problema, se così vogliamo chiamarlo, sarebbe soltanto rimandato e il segnale sarebbe di quelli assai forti. Segnali che ai mercati piacerebbero poco per quanto li abbiano, almeno in parte, già scontati.

i mercati temono che quello di Macron sia stato un azzardo

Negli USA dati incerti, ma per la prima volta non in rialzo sull’inflazione

Per la prima volta nel 2024 sono venute fuori letture più tiepide per il PCE, che rimane il fattore X secondo Federal Reserve per valutare l’andamento dell’inflazione. Per quanto sia una notizia che qualche settimana fa avremmo ritenuto troppo poco buona, è comunque un bicchiere d’acqua fresca tra le preoccupazioni di un’inflazione ancora estremamente sticky. Inflazione sticky che continuerà a animare e guidare le decisioni di Federal Reserve anche per i prossimi incontri del FOMC.

Sappiamo di averlo scritto più volte su queste pagine, ma rimarrà una politica monetaria, quella di USA e Europa, data driven, come dicono in conferenza stampa, ovvero guidata principalmente dai dati che arriveranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Questo soltanto con un breve intramezzo da parte di eventi esogeni come le incerte elezioni francesi. Ci sarà da rimanere, per questo specifico evento, con il fiato sospeso non solo domani, ma anche il 7 luglio, nella speranza per i long che la manovra di Macron riesca. Cosa sulla quale i mercati, almeno per ora, sembrano nutrire più di qualche (fondato) dubbio.

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