Google, problemi con l’antitrust britannica per la pubblicità online

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Nuovi problemi all’orizzonte per Alphabet, la casa madre di Google. A puntare il dito contro il popolare motore di ricerca, questa volta, è la Competition and Markets Authority (CMA), ossia l’antitrust britannico, secondo la quale Google avrebbe abusato della propria posizione dominante nella pubblicità digitale per limitare la concorrenza.

L’antitrust britannico ritiene che Google stia adottando delle pratiche anticoncorrenziali nella tecnologia pubblicitaria display tramite la preferenza del proprio Ad Exchange. Una situazione che potrebbe arrecare non pochi danni agli editori e agli inserzionisti del Regno Unito.

Juliette Enser, direttore esecutivo ad interim per l’applicazione delle norme della CMA, ha spiegato di aver scoperto in che Google starebbe usando la propria posizione dominante nel mercato per ostacolare la concorrenza sugli annunci pubblicitari che gli utenti vedono nei vari siti web. Molti editori riescono a rendere gratuiti i propri contenuti digitali – o quanto meno più economici – proprio grazie alla pubblicità on line, che permette di ottenere delle entrate di varia entità. Ma è anche vero che gli annunci che vengono pubblicati sui vari siti web raggiungono i consumatori presenti in tutto il Regno Unito, incentivando gli acquisti dei vari prodotti.

La posizione di Google

Google non concorda con il ragionamento della CMA. Dan Taylor, vicepresidente di Global Ads di Google, ha spiegato che gli strumenti tecnologici utilizzati da Google aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti. Ma soprattutto permettono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere nuovi clienti in modo rapido ed efficace.

Dan Taylor sottolinea come Google continui ad impegnarsi nel creare valore per gli editori e gli inserzionisti in un settore altamente competitivo. Il nocciolo del problema ruota sulle interpretazioni errate del settore Ad Tech.

Google, ad ogni modo, non è nuova a questi problemi. Anche la Commissione europea e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sono al lavoro per verificare eventuali problemi o abusi da parte di Google nel settore della tecnologia pubblicitaria.

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