Gli impianti eolici e solari rendono la Cina sempre più green. Abbattute le emissioni di CO2

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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La transizione energetica e il futuro green parlano cinese. Due terzi dei più grandi impianti eolici e solari sono in Cina. La crescente capacità delle energie rinnovabili ha ridotto in modo drastico la produzione di energia dal carbone, la quale, ora come ora, è arrivata ai minimi storici.

Gli investimenti che Pechino sta effettuando nella transizione energetica sono enormi. Basti pensare che sta costruendo qualcosa come 339 GW di energia eolica e solare su scala industriale. La Cina, in questo modo, arriva a coprire il 64% del totale globale. Gli Stati Uniti, che sono al secondo posto nella classifica per gli investimenti effettuati sugli impianti eolici e solari, stanno costruendo arrivano a quota 40 GW: l’impegno di Pechino è otto volte più alto rispetto a quello di Washington. A mettere in evidenza questi numeri è il think tank statunitense Global Energy Monitor (GEM).

Impianti eolici e solari, il primato della Cina

Gli investimenti che la Cina sta effettuando negli impianti eolici e solari hanno un obiettivo ben preciso. Quello di triplicare la produzione di energia elettrica rinnovabile entro la fine del 2030. Un traguardo ampiamente raggiungibile, anche senza l’ausilio dell’energia idroelettrica.

Il think tank con sede a Sydney Climate Energy Finance ritiene che Pechino sia sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2030 di installare 1.200 GWH di energia prodotta con impianti eolici e solari entro la fine del mese di luglio 2024, ovvero sei anni prima.

Secondo Aiqun Yu, analista di ricerca GEM, assorbire il boom delle energie rinnovabili resta una sfida per la rete elettrica cinese incentrata sul carbone ed è necessario uno sviluppo più rapido delle linee di trasmissione. Tuttavia, secondo un’analisi condotta da Carbon Brief, la nuova capacità ha recentemente spinto la produzione di energia rinnovabile a livelli record.

Lauri Myllyvirta, ricercatore senior presso l’Asia Society Policy Institute, ritiene che a maggio la Cina sia riuscita a produrre il 53% della sua elettricità dal carbone, un minimo storico. Una percentuale pari al 44% è arrivata da fonti costituite da combustibili non fossili, il che indica che le sue emissioni di carbonio potrebbero aver raggiunto il picco lo scorso anno, nel caso in cui la tendenza dovesse continuare.

La quota del carbone è scesa dal 60% di maggio 2023.

L’energia prodotta con impianti solari è salita al 12% a maggio e l’energia prodotta con impianti eolici è salita all’11%: la Cina è riuscita ad aumentare enormemente la propria capacità produttiva. L’energia idroelettrica al 15%, il nucleare al 5% e la biomassa al 2% hanno costituito il resto dell’energia non derivante da combustibili fossili.

A maggio, l’aumento della produzione di energia rinnovabile ha portato a una diminuzione del 3,6% delle emissioni di anidride carbonica del settore energetico, che rappresentano circa il 40% delle emissioni complessive della Cina.

La Cina riduce le emissioni di CO2

Secondo Myllyvirta nel caso in cui lo sviluppo di impianti eolici e solari dovesse continuare, è probabile che le emissioni di CO2 della Cina continuino a diminuire: il 2023, in questo modo, diventerebbe l’anno con il più alto numero di emissioni del paese. 

A maggio, la produzione di energia da impianti solari è cresciuta del 78% su base annua, raggiungendo quota 94 TWh. I dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica cinese hanno mostrato un aumento del 29%, escludendo però i pannelli solari sui tetti e quindi perdendo circa la metà dell’elettricità prodotta dall’energia solare.

La produzione di elettricità dagli impianti eolici è cresciuta del 5% nel corso dell’anno arrivando a quota 83 TWh. Un aumento del 21% della capacità è stato compensato da un utilizzo inferiore a causa delle variazioni nelle condizioni del vento. La generazione di energia idroelettrica è aumentata del 39% rispetto all’anno scorso, quando l’energia idroelettrica è stata colpita da una siccità.

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