Inflazione, in Gran Bretagna rimane stabile al 2,2%

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Nel corso del mese di agosto, in Gran Bretagna, l’inflazione è rimasta sostanzialmente stabile. Ha accelerato, però, nel settore dei servizi, che viene monitorato con particolare attenzione dalla Banca d’Inghilterra. I dati pubblicati quest’oggi rafforzano le previsioni che la banca centrale possa mantenere invariati i tassi d’interesse nella riunione in programma per domani. 

Secondo l’Office for National Statistics, l’inflazione dei prezzi al consumo è rimasta invariata rispetto a luglio al 2,2%. Il dato, sostanzialmente, ha confermato le previsioni scaturite da un sondaggio effettuato dalla Reuters: gli economisti interpellati ritengono che l’inflazione sia stata inferiore rispetto al 2,4% previsto dall’ultima proiezione della BoE.

Inflazione, come si muove in Inghilterra

Ma come si sta muovendo nel dettaglio l’inflazione in Inghilterra? Quella relativa ai servizi – che costituisce un importante indicatore della pressione sui prezzi – ad agosto è salita al 5,6% dal 5,2% di luglio. Gli economisti interpellati da Reuters avevano previsto un più contenuto 5,5%.

A condizionare in maniera più decisiva sono state le tariffe aeree, che hanno registrato un balzo del 22,2% tra luglio ed agosto. Generalmente le tariffe aumentano a ridosso di queste due mensilità, ma l’ufficio di statistica ha messo in evidenza che l’incremento è stato il secondo più grande da quando sono iniziate le rilevazioni nel 2001.

Rispetto al dollaro la sterlina si è rafforzata dopo che sono stati pubblicati alcuni dati e gli investitori hanno ridotto la possibilità che la BoE possa tagliare i tassi: si è passati da una probabilità su tre al 26%.

I futures sui tassi suggeriscono che gli investitori si aspettano ancora due tagli dei tassi di un quarto di punto entro la fine del 2024.

In agosto la BoE ha ridotto i costi di indebitamento dal 5,25%, il massimo degli ultimi 16 anni, al 5,0%, ma ha segnalato che agirà con cautela in merito ad ulteriori riduzioni, poiché la crescita salariale, un importante motore dell’inflazione nel settore dei servizi, sta rallentando solo gradualmente.

Nonostante l’accelerazione complessiva dei prezzi dei servizi, gli economisti hanno affermato che la tendenza del settore, escludendo voci volatili come le tariffe aeree, ha continuato a indebolirsi.

L’inflazione britannica vista dagli analisti

James Smith, economista dei mercati sviluppati del Regno Unito presso ING, ha spiegato che la situazione di fondo è in fase di miglioramento e ritiene che questo possa indicare che possano arrivare dei tagli più rapidi nel corso dell’inverno. Smith non prevede alcun cambiamento nel corso della riunione di domani.

Luke Bartholomew, vice capo economista di Abrdn, ritiene che la BoE si potrebbe concentrare sulle varie misure dell’inflazione di fondo che rimangono elevate. L’inflazione di fondo – che esclude i prezzi più volatili di energia, cibo e tabacco – ha registrato un’accelerazione su base mensile e annuale.

Secondo Bartholomew questo potrebbe aiutare a spiegare perché è probabile che la Banca d’Inghilterra possa essere un po’ più cauta della Federal Reserve statunitense nel suo ciclo di allentamento monetario nei prossimi mesi.

Si prevede che la banca centrale statunitense taglierà i tassi di interesse nel corso della riunione in programma oggi. Con ogni probabilità i tassi potrebbero essere sfoltiti di mezzo punto percentuale.

Il governo laburista del primo ministro britannico Keir Starmer, che sta cercando di accelerare la crescita economica, ha sottolineato che i dati hanno mostrato che l’inflazione è più gestibile (ha raggiunto il massimo degli ultimi quattro decenni, oltre l’11% quasi due anni fa), anche se i prezzi sono rimasti elevati.

Dati separati hanno mostrato che i costi dei produttori per materie prime ed energia sono scesi dell’1,2% in termini annuali ad agosto, un calo maggiore di quanto previsto dagli economisti intervistati da Reuters. I prezzi di vendita alle fabbriche sono aumentati al minimo da gennaio.

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