Jerome Powell parla a Jackson Hole: ecco cosa dirà. Le previsioni degli analisti

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Mercati sostanzialmente in attesa dell’intervento di Jerome Powell, presidente della Fed, al simposio dei banchieri centrali Jackson Hole. Ma cosa si aspettano che analisti da questo intervento? Brendan Murphy, Responsabile del reddito fisso, Nord America, Insight Investment (società di BNY Investments), ritiene che il FOMC prepari la scena per un taglio dei tassi a settembre. Pertanto, Murphy si aspetta che la dichiarazione ufficiale della Commissione rispecchi il fatto che i dati chiave sull’inflazione sono vicini al target, e che il mercato del lavoro sta mostrando segni di rallentamento.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire quali siano le attese dell’intervento di Jerome Powell.

Jerome Powell parla a Jackson Hole

Senza dubbio l’evento clou della due giorni di Jackson Hole è l’intervento di Jerome Powell, in programma oggi alle 16.00. 

George Curtis, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management, spiega che il mercato esaminerà le parole di Powell alla ricerca di qualsiasi indicazione sul suo pensiero dopo il sell-off e la successiva ripresa innescata dai dati sul mercato del lavoro all’inizio del mese, e su cosa potrebbe significare per l’imminente decisione sui tassi alla riunione politica della Fed di settembre. Dato che il mercato dei futures attualmente prevede circa 95 punti base di tagli entro la fine dell’anno e che ci sono solo tre riunioni della Fed in quel periodo, la domanda più urgente per gli investitori è se la Fed potrebbe iniziare il suo ciclo di tagli il mese prossimo con un taglio di 25 o 50 punti base.

Brendan Murphy ritiene che la Fed possa temere che si verifichi un improvviso deterioramento del mercato del lavoro in futuro, quindi si aspetta che la maggior parte dei membri preferisca agire anticipatamente per assicurare un atterraggio morbido. Secondo Murphy, Powell potrebbe sfruttare il Simposio di Jackson Hole per confermare le aspettative sulle tempistiche del ciclo di taglio dei tassi.

Secondo George Curtis l’enigma per la Fed ruota principalmente intorno alla disoccupazione. I dati dell’inizio del mese hanno mostrato che il tasso di disoccupazione statunitense è salito a un 4,3%, più debole del previsto, a 0,9% dai minimi del ciclo e sufficiente a far scattare la cosiddetta Regola di Sahm. Sebbene il recente aumento del tasso di disoccupazione sia certamente fonte di preoccupazione per la Fed, questa potrà trarre conforto dal fatto che il recente indebolimento non è stato solo funzione di una domanda di lavoro più debole (i tassi di posti vacanti e di assunzione sono scesi, ma non in modo marcato), ma anche di un’offerta di lavoro più forte, dato il più alto tasso di partecipazione in prima età dal 2001 e gli alti livelli di immigrazione. Inoltre, i dati al di là del mercato del lavoro rimangono solidi. 

A parlare saranno i dati

Secondo George Curtis i dati finora disponibili indicano un’economia in rallentamento, ma ancora in crescita. L’analista si aspetta che Powell lo sottolinei proprio oggi. Curtis non esclude un taglio di 50 punti base, soprattutto se si considera che prima della riunione di settembre è previsto un altro rapporto sul mercato del lavoro e l’ipotesi di Curtis rimane quella di un taglio di 25 punti base.

Saverio Berlinzani, Senior Analyst di ActivTrades, segnalava ieri che i mercati azionari avevano perso slancio e momentum. La seduta di ieri, infatti, si è rivelata poi poco significativa, in un contesto in cui gli investitori attendono il taglio dei tassi da parte della Fed.  

L’S&P 500 è rimasto quasi invariato, mentre il Nasdaq Composite è leggermente sceso dopo i guadagni iniziali e il Dow Jones è sceso dello 0,2%. Secondo Berlinzani l’ottimismo è stato sostenuto dai verbali dell’ultima riunione della Fed, in cui diversi funzionari hanno mostrato apertura a un taglio dei tassi a luglio, suggerendo che un cambiamento di politica è probabile a settembre. Sul fronte dati le richieste di disoccupazione sono salite la scorsa settimana, in linea con le aspettative e rafforzando le preoccupazioni che il mercato del lavoro potrebbe essersi raffreddato prima di quanto si pensasse in precedenza.

Sulla base delle ultime indiscrezioni, gli analisti di iBanFirst sembrerebbero ormai convinti che la Banca Centrale possa accumulare, nel corso di multiple riunioni, un taglio del costo del denaro di circa 75 punti base, distribuito prima del 2025.

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