La IATA contro Big Oil: accuse di star ignorando i combustibili sostenibili per l’aviazione di proposito

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Si è appena concluso il summit di tre giorni organizzato dalla IATA per discutere, di fronte alle compagnie aeree e a quelle energetiche, delle prospettive per il settore. Si è parlato di novità, di passi avanti tecnologici, di sicurezza -visti i problemi che Boeing sta attraversando in questo momento- e come sempre anche di sostenibilità. In particolare di come in questo momento le compagnie aeree si stiano dimostrando particolarmente favorevoli a muoversi verso i combustibili sostenibili per l’aviazione (SAFs), ma questi rimangano molto difficili da reperire sul mercato.

In mancanza di alternative immediate per decarbonizzare il settore, i SAFs sono considerati pressoché l’unica scelta a disposizione per il mondo dell’aviazione. Si tratta di combustibili di origine vegetale che producono fino al 40% di emissioni in meno quando vengono utilizzati nei motori degli aerei, contribuendo ad avvicinare il settore all’obiettivo del net zero entro il 2050. Anche se a lungo termine si spera che l’idrogeno verde possa diventare un sostituto più concreto per motori aeronautici di nuova generazione, per il momento questo rimane un sogno lontano a livello tecnologico.

Per le società petrolifere, vendere cherosene è più redditizio che vendere SAFs

Si chiede l’intervento di Big Oil

In questo momento, le più grandi società produttrici di combustibili sostenibili per l’aviazione sono le stesse che dominano il mondo degli idrocarburi. Big Oil ha il mercato in mano e non accenna a mollare la presa, ma è stata accusata dalla IATA di stare appositamente ritardando la transizione ecologica. Willie Walsh, il direttore generale dell’organizzazione, ne ha parlato apertamente di fronte ai presenti. Tra le società che hanno partecipato all’evento c’era Cepsa, colosso spagnolo che si è impegnato ad aiutare le compagnie europee a raggiungere i nuovi target fissati dall’UE in termini di uso dei SAFs investendo su questa tecnologia investendo oltre €1 miliardo in un impianto dedicato a questa tecnologia.

Non tutte le società energetiche, però, sono così virtuose. Walsh ha ad esempio fatto notare la presenza dei rappresentanti della francese TotalEnergies nella platea, una società che lo scorso anno ha riportato oltre €23 miliardi in utile netto. Lo stesso Walsh ha sottolineato come l’intero settore mondiale dell’aviazione, lo scorso anno, abbia superato di poco questa cifra con un utile complessivo di €27 miliardi. Secondo il direttore generale della IATA, basterebbe poco sforzo da parte di Big Oil per fare grandi progressi sui combustibili sostenibili.

Il settore dell’aviazione è uno dei più difficili da decarbonizzare

Previsioni record per il 2024

La necessità di maggiori investimenti sui SAFs è anche giustificata dal fatto che per quest’anno la IATA si aspetta una quantità record di passeggeri negli aeroporti del mondo e dei profitti record da parte delle compagnie aeree. Si prevede che l’utile complessivo del settore salirà a $30,5 miliardi contro i $27,4 miliardi dello scorso anno, anche grazie alla ripresa del turismo cinese che diventa sempre più evidente. Quest’anno le compagnie aeree sono anche favorite da un prezzo del petrolio che rimane mediamente più basso rispetto a quello del 2023.

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