Pil in leggera crescita, ma l’impatto dei consumi è sostanzialmente nullo

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Il Pil – ossia il prodotto interno lordo – del secondo trimestre 2024 è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Se invece il confronto viene effettuato al secondo trimestre 2023, la crescita è pari allo 0,9%. I dati sono stati corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati.

A comunicare i dati ufficiali è l’Istat, che ha confermato le stime preliminari. Ricordiamo infatti che nella nota diffusa lo scorso 30 luglio 2024, la crescita congiunturale del Pil era stata fissata allo 0,2%, mentre la crescita tendenziale era su uno 0,9%.

Pil, i dati del secondo trimestre 2024

Andando ad analizzare i dati del Pil comunicati dall’Istat, si scopre che rispetto al trimestre precedente le componenti della domanda interna registrano una stazionarietà dei consumi finali nazionali. Viene messa in evidenza, inoltre, una lieve crescita degli investimenti fissi lordi, che risultano essere pari allo 0,3%. Risultano essere in diminuzione, inoltre, sia le importazioni che le esportazioni, che registrano rispettivamente uno 0,6% ed un 1,5%.

A contribuire positivamente alla crescita del Pil troviamo la domanda nazionale che sale di 0,1 punti percentuali al netto delle scorte. L’apporto positivo arriva sia dai consumi delle famiglie che da quello delle Istituzioni Sociali Private. Contributo positivo arriva anche dalla componente degli investimenti fissi lordi.

Leggermente negativo, invece, è l’apporto alla crescita del Pil che è arrivato dalle Amministrazioni Pubbliche, che hanno sottratto 0,1 punti percentuali. Con il segno più è anche il contributo della variazione delle scorte, che cresce di 0,4 punti percentuali. La domanda estera scende di 0,4 punti percentuali.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ritiene che il dato sul Pil comunicato oggi sia allarmante. Dona sottolinea come i consumi finali non stiano crescendo sul trimestre precedente. Anzi, sono scesi dello 0,1% rispetto al secondo trimestre 2023. In altre parole questo significa che i consumi, che costituiscono il 60% del Pil, al momento stanno fornendo un contributo sostanzialmente nullo alla crescita.

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