Tagli in Europa: Christine Lagarde scontenta tutti. Si torna a vivere dato per dato: reazione dei mercati Forex

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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I tagli alla fine sono arrivati, come previsto, ma almeno a leggere i principali commentatori della situazione economica e finanziaria, il clima è tutto fuorché disteso. Christine Lagarde è infatti apparsa in pubblico recitando lo stesso copione dei governatori delle altre due grandi banche centrali mondiali, Kazuo Ueda di Bank of Japan e Jerome Powell di Federal Reserve. Nessuno sbilanciamento, incertezza massima per le prossime mosse e nel complesso assenza di quella chiarezza che, in un’altra epoca, sarebbe stato lecito aspettarsi da una banca centrale.

Non è stato così: l’esegesi di quanto detto da Christine Lagarde ha anzi spinto i mercati a operare come se di tagli, in avanti, non è detto ce ne siano, almeno per i prossimi mesi. L’euro tiene, i titoli bancari volano e più in generale si torna a una situazione di high for longer. Parole che Christine Lagarde si è astenuta dal pronunciare, ma che per molti sono l’unica lettura possibile della lunga sfilza di condizionali arrivati dal volto pubblico di BCE.

Scontenta più la conferenza che la decisione

Tutti votano per i tagli, tranne uno

Il primo dato è che c’è armonia in BCE. Soltanto Robert Holzmann, irriducibile falco, avrebbe votato contro i tali. Poco male, si vota a maggioranza e si procede comunque con i tagli, modesti per proporzione, e che potrebbero essere al tempo stesso essere antipasto, primo e secondo di chi invece sogna mercati spinti da tassi di nuovo vicini allo zero.

Intanto però i principali analisti e operatori di mercato non sembrano essere molto soddisfatti dall’ultima uscita pubblica della banca centrale dell’area euro. Un discorso cauto, molto cauto, forse troppo cauto, che dimostra come la ferita delle dichiarazioni di impossibilità di inflazione brucino ancora.

Una Christine Lagarde che gioca in difesa, che si trincera dietro la quasi unanimità della decision e che rimanda ai dati, alle prossime evoluzioni dei mercati e dei prezzi le prossime decisioni.

Una BCE algoritmica o quasi, cosa anche questa confermata da Lagarde, che ha parlato di percorso individuato senza però condividerlo con il grande pubblico. In un contesto del genere, quando anche a fronte di una decisione così importante le comunicazioni sono state striminzite, non potevano che partire polemiche che hanno occupato colonne e editoriali anche sulla stampa ritenuta tradizionalmente amica.

Qual è il messaggio per gli investitori nel Forex? Lo stesso che arriva da Washington da qualche mese a questa parte: si naviga a vista, ogni dato è importante e per ora scordatevi di avere un piano chiaro da prezzare.

politica monetaria UE
La politica monetaria dell’Euro continuerà a essere “data driven”

La prevedibilità non è nel mandato di BCE

Quanto il mondo economico era affare di soli galantuomini e galandonne, si riteneva la prevedibilità della Banca Centrale un asset sul quale costruire economie solide e affidabili. Oggi, nell’era di Internet, leggermente meno. Christine Lagarde ha confermato l’unica cosa che poteva confermare: con le pressioni politiche (anche in vista dell’importante appuntamento elettorale in Europa) che montano e con gli errori del passato che hanno già segnato indelebilmente il suo mandato, sbilanciarsi è assolutamente fuori discussione.

Questo nonostante le critiche puntute arrivate dal grosso della stampa e degli operatori di mercato. Chi sognava una traiettoria netta per la politica monetaria europea dovrà aspettare ancora un po. Data-driven dicono quelli bravi, ovvero una politica monetaria non condizionata, ma completamente indirizzata dai dati.

Quali dati? Quelli che arriveranno mese dopo mese sull’inflazione – che è più persistente di quanto si aspettassero un po’ tutti – e quelli dal mercato del lavoro, in primo luogo. E cambia poco essere a Francoforte, a Washington oppure a Tokyo: il coro è sempre lo stesso – e il solista, per paura di steccare, preferisce cantare sottovoce.

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