Antonio Patuelli di Abi: tagli ai tassi in Europa subito

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Ora c’è anche Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, a chiedere a gran voce l’intervento delle banche centrali. Tagliare subito, tagliare presto, tagliare a lungo. È questo il mantra che sembrerebbe essere il ritornello ai piani alti anche del settore bancario italiano. A renderlo pubblico è Antonio Patuelli, che è appunto a capo di Abi, che affida il suo messaggio ad un’intervista per Il Messaggero.

E secondo Patuelli non si potrebbe neanche pensare di combattere l’inflazione soltanto tramite politiche monetarie restrittive. Si potrebbe operare, afferma, a livello europeo con politiche fiscali omogenee con l’obiettivo primo di far ripartire l’economia. Economia europea che è oggettivamente in difficoltà e il cui rallentamento è per ora l’argomento più forte a favore di chi chiede tagli ai tassi aggiuntivi dopo quelli che sono già arrivati, almeno in Europa.

Inflazione? Si può combattere con modalità alternative

È forse questo il punto più curioso della lunga intervista a Antonio Patuelli, che è voce del settore bancario italiano e che – in realtà in ottima e numerosa compagnia* – ha chiesto a gran voce interventi sui tassi da parte della Banca Centrale Europea. Interventi sui tassi che in realtà sono stati già avviati e con il dubbio che riguarda più il proseguimento degli stessi che altro.

Un fronte italiano che si fa sempre più compatto, con in rappresentanti (e votanti) di Bankitalia che hanno già affermato pubblicamente e più volte di preferire un percorso di sereno ritorno verso livelli di tassi più bassi, invece di correre poi nel caso in cui si dovessero presentare necessità dettate dalla recessione.

Con una nota aggiuntiva: c’è spazio anche per contestare le tanto odiate tasse sugli extra-profitti bancari. Extra profitti che nella parte del ciclo che riporterà verso tassi più bassi potrebbero appunto liquefarsi. Ora occhi puntati sulla prossima decisione di BCE, che potrebbe o meno seguire i desiderata di Abi, in realtà ormai parecchio diffusi almeno nei paesi del sud dell’Europa.

1 commento

  • Certamente il tasso ufficiale di sconto attuale al 5% in America , e al 4,25% in Europa , non trovano una ragione , in quanto ora l’ inflazione viaggia tra il 2 e il 3 % , mentre poteva avere un senso quando l’inflazione era al 9- 10 % .

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