USA, il 60% della capacità produttiva energetica installata nel 2024 proverrà dal fotovoltaico

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Ormai non c’è modo di negarlo: il boom dell’energia solare negli Stati Uniti è un trend senza precedenti per velocità di adozione e impatto economico. Già nel 2023 è stato raggiunto un traguardo storico, con la produzione di energia solare che ha rappresentato oltre il 50% della nuova capacità produttiva installata. A confermarlo è un report di Mackenzie, secondo il quale l’anno scorso negli USA sono stati installati 32.4 GW di pannelli solari. Secondo un nuovo report della EIA, nel 2024 si otterranno risultati ancora superiori: oltre il 60% della nuova capacità installata proverrà proprio dal fotovoltaico, in un momento in cui la tecnologia per lo stoccaggio energetico sta ormai diventando matura e capace di stabilizzare l’erogazione durante la giornata.

In parte l’energia fotovoltaica è estremamente importante per la transizione energetica, ma non è questo il motivo per cui sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea -e la Cina non è da meno– stanno puntando così tanto su questa forma di energia. A oggi produrre 1 kW di energia dai pannelli solari costa meno che produrlo da qualsiasi altra fonte rinnovabile o basata sui combustibili fossili. Il tutto senza emettere CO2 nell’atmosfera e senza creare delle relazioni di interdipendenza tra importatori ed esportatori che possono complicare la situazione energetica quando la geopolitica si mette di mezzo.

presentazione della notizia su stime EIA per la produzione di energia solare negli USA nel 2024
Gli USA puntano su grandi centrali di pannelli piuttosto che su piccole reti decentralizzate e sulle installazioni sui tetti

Previsioni ottimiste per il 2024

Il fotovoltaico si è ormai imposto come la colonna portante della transizione energetica statunitense, al punto che secondo le previsioni della EIA sono in arrivo dei sorpassi storici: entro il 2025 gli USA produrranno più energia dal Sole che dalle centrali idroelettriche; entro il 2026 ci sarà il sorpasso sul carbone e sull’energia eolica. Già oggi, negli Stati Uniti si produce più energia dal fotovoltaico che dal nucleare. Malgrado sia molto lontano il giorno in cui si riuscirà a compiere il sorpasso sul gas naturale, i dati sono incoraggianti.

La EIA si aspetta che la capacità produttiva complessiva di energia negli Stati Uniti aumenti del 3% nel 2024 e del 1% nel 2025, in entrambi i casi con le rinnovabili che occuperanno il 70-80% di questo nuovo fabbisogno. Dopo l’accordo tra i paesi del G7, ci si aspetta anche che il fotovoltaico venga usato in modo massiccio per sostituire le centrali a carbone che dovranno essere spente a breve. La EIA prevede che grazie a questo boom delle rinnovabili si riuscirà anche a fermare l’aumento della produzione di energia dal gas naturale, stabilizzandola per il momento sui livelli del 2023 prima che vada gradualmente a calare negli anni successivi.

grafico EIA su produzione di energia da diverse fonti negli USA
Il grafico pubblicato dalla EIA con le proiezioni per la produzione di energia da diverse fonti negli USA

Tutto grazie al boom dello stoccaggio energetico

Una transizione così veloce verso le nuove fonti di energia rinnovabile in questo momento è resa possibile soprattutto dal miglioramento esponenziale della tecnologia per lo stoccaggio energetico che è avvenuta nel corso degli ultimi anni. Secondo la EIA, nel 2024 la capacità di stoccaggio dovrebbe più che raddoppiare rispetto ai livelli del 2023. Ci si attende che entro la fine dell’anno, gli USA siano in grado di immagazzinare 30 GW di energia contro i 14 GW di stoccaggio disponibili a inizio anno. Purtroppo si nota però una forte concentrazione di questo trend: California e Texas insieme rappresentano oltre l’80% della capacità nazionale di stoccaggio energetico, mentre gli altri 48 Stati sono ancora molto indietro nel loro percorso di transizione.

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