Cinesi liquidano 42 miliardi di asset USA. Bond i più venduti a maggio

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, soltanto nel mese di maggio gli investitori cinesi avrebbero ceduto sul mercato oltre 42 miliardi di dollari di titoli statunitensi, composti per circa la metà da bond e sempre secondo gli stessi dati da inizio anno le vendite complessive nette sarebbero arrivate circa 80 miliardi, facendo registrare la peggiore finestra nel complesso e nello specifico per maggio il peggior dato mai raccolto da quanto esistono queste rilevazioni. Dietro non ci sarebbe però alcun piano di lungo periodo, ma una reazione, almeno secondo le analisi intorno alle quali si è creato più consenso, alle tensioni crescenti proprio nel mese di maggio tra Washington e Pechino, nonostante il grande appetito del grande pubblico cinese per asset fuori dal territorio cinese almeno in termini di azioni. Azioni per che però, sempre secondo i dati che sono stati diffusi dal Tesoro USA.

Scaricati Treasuries, bond corporate e azioni

Il dato relativo al mese di maggio è il più basso di sempre, in senso negativo. Nel corso del mese gli investitori cinesi hanno infatti fatto registrare un netto tra investimenti e cessioni di titoli USA di ben 42,6 miliardi di dollari. Una cifra elevata, per quanto all’interno della stessa siano finite cessioni sia di treasuries e principalmente di debito USA a lunga scadenza, bond corporate e dunque debito emesso dalle società e anche azioni. Un grande calderone di titoli che ha come unica cosa in comune quella della provenienza USA. A concorrere a queste cessioni, per quantità certamente importanti, ci sarebbero diverse motivazioni, almeno secondo gli analisti che hanno già espresso le loro opinioni su un dato numericamente importante.

La prima è quella delle tensioni tra Pechino e Washington, mai del tutto risolte e che nel mese di maggio, anche a livello commerciale, hanno certamente visto un ritorno di fiamma. Tensioni che spesso portano sia l’uno che l’altro contendente a farne una questione anche immediatamente economica.

Da aggiungere anche quello che sembrerebbe essere un trend che, per quanto lentamente, starebbe portando gli investitori cinesi a ridurre la loro esposizione in titoli in USD. Una questione che porta con sé spesso anche strali su una debolezza del dollaro che appaiono però, almeno per il momento, eccessivi.

In aggiunta è stato un momento, quello più recente, di relativa debolezza per le allocazioni di capitali anche in Cina, con gli investitori che sembrerebbero essere decisi a rimanere alla porta in attesa di segnali più convincenti anche sui titoli nazionali.

Treasuries al centro delle vendite

Di quei 42 miliardi complessivi, più della metà sarebbero imputabili, sempre secondo i dati diffusi dal Tesoro USA, riconducibili a vendite di titoli di stato a media e lunga scadenza emessi dal governo federale degli Stati Uniti. La questione dunque dimostra anche una sorta moderata disaffezione per titoli che sono considerati la base di ogni allocazione e che si erano fatti piuttosto interessanti anche grazie ai rendimenti degli ultimi mesi.

Rendimenti però che potrebbero farsi molto meno appetitosi per chi investe con l’inizio del ciclo di politica monetaria restrittiva, altro fattore questo che avrebbe potuto contribuire complessivamente alle vendite.

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