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Williams Percentage Range
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Il Williams Percentage Range, anche indicato come W%R, è tra gli indicatori più usati nel trading per analizzare la forza di un movimento di prezzo all’interno del grafico di un asset.
Il suo largo utilizzo è anche dato anche dalla nomea del suo ideatore, Larry Williams, un celebre trader che rappresenta una vera e propria istituzione per i neofiti investitori.
Lo strumento, sviluppato nel 1973, pone come primo obiettivo la misura del momentum, ovvero la combinazione tra velocità e volatilità di un movimento di prezzo e risulta dunque un ottimo aiuto per il trader per studiare e comprendere gli impulsi direzionali in un mercato, soprattutto la loro forza o debolezza.
Lo studio del momentum di una tendenza è una pratica fondamentale sia per strategia trend following sia per strategia di investimento basata sulla ricerca dei punti di inversione nel grafico. Entrambe le strategie di trading necessitano infatti di monitorare la forza della spinta rialzista o ribassista per valutare l’entrata o l’uscita dal mercato.
In questa guida verranno approfonditi questi concetti, oltre a fornire una comprensione completa sullo strumento William Percentage Range e sul suo utilizzo sia per aprire un’operazione di buy che per aprire un’operazione di sell.
Williams Percentage Range cos’è
Il W%R è un’indicatore di momentum, appartenente alla categoria degli oscillatori, che permette al trader di utilizzare la forza e la velocità di un trend come fattori per valutare l’apertura di operazioni short o long.
La differenza tra indicatori e oscillatori è principalmente grafica: mentre gli indicatori sono rappresentati nel grafico del prezzo, gli oscillatori sono posti in un grafico ad hoc al di sotto di esso.
Una caratteristica comune a tutti gli oscillatori è la loro rappresentazione, ovvero una linea che oscilla in un range di valori predefinito che evidenziano le zone estreme dal prezzo. Il Williams Percentage Range oscilla dunque all’interno di un intervallo compreso tra 0 e -100, il movimento dell’oscillatore all’interno di questo range viene monitorato per valutare la forza del trend in atto.
Il nome dello strumento ricalca fedelmente il suo funzionamento, questo indicatore restituisce una misura percentuale di quanto il mercato si stia allontanando in una direzione precisa, fornendo dunque un’informazione molto preziosa per l’investitore che può interpretarla in base alla sua strategia per aprire un’operazione di trading.
I livelli [0 -20] e [-80 -100] evidenziano rispettivamente situazioni di ipercomprato e ipervenduto, come avviene anche in altri oscillatori noti nel trading on line (RSI, Stocastico, MACD).
Larry Williams sviluppò il WPR proprio partendo dall’Oscillatore Stocastico, invertendo la scala ed eliminando l’influenza delle medie mobili sullo strumento. La differenza principale tra i due indicatori riguarda il loro calcolo, lo Stocastico ha infatti un andamento più smussato essendo formato da medie mobili e la loro derivata, smussando il grafico e restituendo di rimando segnali più affidabili ma con un timing ritardato.
La particolarità principale del Williams Percentange Range è quella di anticipare di 1 o 2 periodi la partenza di un nuovo trend, avendo un timing unico nel panorama degli strumenti di analisi dei grafici, caratterizzato spesso da strumenti affidabili ma che soffrono di lagging (ovvero il ritardo nella generazione dei segnali).
Williams Percentage Range Come Funziona
L’oscillatore basa il suo funzionamento sullo studio del momentum, che spesso viene confuso con il concetto di volatilità. Il momentum attribuisce una precisa direzione (long o short) alla volontà di muovere il mercato, essendo considerato un vantaggio da utilizzare per l’investitore.
Nel secondo caso, invece, viene esclusivamente segnalata la velocità con la quale avvengono gli scambi di mercato, al di là della direzione presa che potrebbe essere anche laterale. La volatilità, infatti, è un fenomeno da evitare per la maggior parte delle strategie, a meno che non si tratti di tecniche basate su di essa come la tecnica di scalping.
Il momentum, quindi, indica l’imposizione attuale del mercato rispetto al passato. Più sarà grande e veloce la distanza percorsa al rialzo e più forte sarà il momentum bullish e potrà essere sfruttato per l’apertura di operazioni long. Viceversa, dirigendosi al ribasso, fornirebbe un chiaro segnale bearish, permettendo al trader di aprire posizioni short. Questo aspetto verrà approfondito nel paragrafo dedicato al calcolo matematico dell’indicatore.
Il funzionamento alla base dello strumento è molto intuitivo, in un caso in cui il prezzo per X periodi (giorni, ore, minuti) rimane in un range ridotto di pip e successivamente sviluppa un impulso espansivo, allora il Williams Percentage Range aumenterà di valore dato il momentum crescente rispetto ai valori precedenti. Tramite questo algoritmo risulta più facile ed immediato individuare momenti di debolezza o di forza del mercato semplicemente osservandolo senza dover studiare il grafico continuamente tramite l’analisi tecnica.
Essendo il W%R un oscillatore, fornisce i suoi migliori segnali trading (di tipo reversal) nelle fasi di lateralità di mercato piuttosto che in un mercato dichiaratamente long o short. Questo però non implica una sua infallibilità in queste situazioni di range e non preclude il suo uso per operazioni di stampo trend following. Più avanti verranno esposte tecniche operative per entrambe le situazioni.
L’indicatore, a livello grafico, si presenta molto intuitivo: è composto da una singola linea che oscilla all’interno del range [0; -100] dove due livelli orizzontali delimitano le zone di ipercomprato e ipervenduto, rispettivamente i valori -20 e -80.
Il raggiungimento di questi due valori da parte della linea WPR genera segnali di buy e sell, i quali però sono di scarsa affidabilità. La validazione di questi segnali è spesso affidata ad una Media Mobile Esponenziale (EMA) a 26 periodi che conferma i punti di ingresso intersecandosi al rialzo o al ribasso con la linea di prezzo.
I segnali più affidabili generati dal Williams Percentage Range sono dati dalle divergenze rialziste e ribassiste tra i due grafico (di prezzo e dell’oscillatore). Si parla di divergenza, rialzista o ribassista, quando l’andamento della linea di prezzo di un asset differisce fortemente all’andamento mostrato nel grafico dell’oscillatore.
Un trader individua una divergenza in due casi, a differenza della direzione bullish o bearish del mercato. Viene identificata una divergenza rialzista nello scenario in cui all’interno del grafico principale si formano due minimi crescenti ma nel grafico dell’oscillatore il secondo minimo si forma su un livello inferiore a quello precedente. Viceversa, individuiamo una classica divergenza ribassista nel caso in cui la linea del prezzo formi due massimi decrescenti mentre nel grafico dell’oscillatore il primo massimo si attesta ad un livello più basso del primo.
Le divergenze restituiscono chiari segnali di inversione di tendenza all’investitore e, se rilevate correttamente, permettono di catturare un intero movimento direzionale che sarà tanto maggiore quanto più alto è il time frame in cui è individuato.
Come si calcola Williams Percentage Range
Prima di studiare le applicazioni dello strumento è necessario soffermarsi sulla struttura e calcolo per sfruttare al meglio le sue potenzialità. Non è naturalmente compito dell’investitore effettuare i calcoli dell’oscillatore, le piattaforme moderne sono state di algoritmi e calcolatori che sono in grado di svolgere migliaia di operazioni in tempo reale.
Tuttavia ogni trader esperto studia i fattori che influenzano lo strumento utilizzato, per comprendere quali eventi rischiano di falsare i segnali generati, ecco perché comprendere come è calcolato il Williams Percentage Range è estremamente importante.
La formula è il rapporto percentuale di due differenze:
- al numeratore la sottrazione dal valore massimo (H) dell’ultima chiusura quotata (C);
- al denominatore la sottrazione dal valore massimo registrato (H) il valore minimo del periodo analizzato (L).
La formula si presenta in questo modo:
%R = 100 * ( H – C ) / ( H – L )
dove:
- H indica il massimo prezzo registrato negli N periodi precedenti;
- L indica il minimo prezzo registrato negli N periodi precedenti;
- C indica l’ultimo valore di chiusura del periodo.
Un esempio tipico è quello dell’azione che nelle ultime 10 ore ha registrato un massimo a 100€ e un minimo a 50€. Ipotizzando che abbia appena chiuso a 75€ si ottiene un valore del Williams % Range di -50, così ottenuto:
%R = 100 * ( 100 – 75) / ( 100 – 50 ) = -50
Infatti il prezzo si trova a metà tra il massimo (100€) e il minimo (50€) considerati e questo suggerisce una fase di mercato laterale o di non preferenza per una direzione – nel solo contesto degli N periodi precedenti e non rispetto al trend generale.
Diversamente se il prezzo chiudesse a 95€ si otterrebbe un valore pari a -10.
%R = 100 * ( 100 – 95) / ( 100 – 50 ) = -10
Questo indicherebbe che i prezzi si trovano nelle vicinanze dei massimi e che il sentiment è attualmente indirizzato al rialzo.
Chiaramente lo stesso principio vale per una situazione bearish. Si considerino gli stessi massimi e minimi dell’esempio precedente (rispettivamente 100€ e 50€) ma una chiusura a 60€. L’oscillatore segnerebbe un valore pari a -80
%R = 100 * ( 100 – 60) / ( 100 – 50 ) = -80
con i prezzi vicini ai minimi.
Williams Percentage Range Grafico
A livello grafico, l’oscillatore W%R si presenta con una singola linea che oscilla tra [0; -100] e due livelli orizzontali per distinguere le fasi estreme, ipercomprato e ipervenduto, da quelle neutre. Le impostazioni standard previste dal suo sviluppatore, Larry Williams, per i parametri sono le seguenti:
- 14 periodi analizzati
- Valore -20, inizio fase di ipercomprato
- Valore -80, delimitazione fase di ipervenduto
I valori appena elencati sono indicati come parametri di default ma ogni mercato si muove diversamente a seconda della propria natura e per i differenti investitori che ci operano, di conseguenza potrebbe essere utile modificare i parametri per intercettare e individuare quelli più adatti per l’asset analizzato.
Queste variazioni dei parametri dell’oscillatore sono da applicare, però, solo dopo un’attenta analisi dedicata che può aiutare e migliorare di molto le performance del trader, a patto che comprenda a fondo il funzionamento dello strumento e le caratteristiche strutturali del mercato in questione.
Va inoltre ricordato che abbassando il periodo si aumenta la sensibilità dell’indicatore alle oscillazioni di prezzo e verranno generati più segnali e di conseguenza anche un numero maggiore di falsi segnali. Invece, alzando lo stesso parametro, è possibile filtrare una buona parte del rumore di mercato e ad ottenere input più validi per l’operatività. In ogni caso, anche l’impostazione standard, ovvero 14 periodi, risulta essere una valida opzione.
Il grafico del W%R non differisce molto dall’oscillatore Stocastico, se sovrapposti i due grafici restituiscono quasi lo stesso risultato se non per una variabile, infatti lo Stocastico presenta un ulteriore arrotondamento (solitamente chiamato “smoothing”) che smussa la linea %D ottenendola derivando ulteriormente una media mobile, in questo modo i segnali generati sono più affidabili e non necessitano di una seconda conferma.
La mancanza di questa smussatura rende il Williams %R più veloce nell’intercettare i diversi segnali e in particolar modo le inversioni di prezzo, risulta quindi più efficace per quanto riguarda il timing d’ingresso di un trade rispetto ad altri oscillatori alterati da “smoothing”, ma restituendo segnali più inaffidabili.
Una seconda differenza, solamente di carattere grafico e non concettuale, è il ribaltamento simmetrico rispetto alla linea dello zero: dove lo Stocastico segna il valore 20 (di ipervenduto) il Williams %R segna il valore -80 (sempre di ipervenduto). Le due immagini sottostanti rappresentano rispettivamente il grafico del W%R e in seguito quello dello stocastico, per evidenziare le differenze.
Come si usa Williams Percentage Range
Il Williams Percentage Range è uno strumento di trading utilizzato per identificare la forza delle varie spinte direzionali del prezzo nel grafico di un asset. Il suo utilizzo è simile a quello di altri oscillatori come il Relative Strength Index (RSI), il Commodity Channel Index (CCI) e il Rate of Change (ROC) poiché si basa sui concetti di ipervenduto e di ipercomprato.
Questo indicatore fornisce la posizione del mercato rispetto ai prezzi precedenti, aprendo a sue possibili scenari:
- Se il valore è compreso tra 0 e -20 le chiusure si trovano presso i massimi e quindi l’interesse degli operatori è al rialzo, si identifica dunque una situazione di ipercomprato;
- Se il valore è compreso tra -80 e -100 le chiusure sono in prossimità dei minimi precedenti e indica una momentanea pressione ribassista, identificando chiaramente una situazione di ipervenduto.
- Se la linea si muove all’interno dei valori centrali (da -20 a -80) i prezzi non si sbilanciano verso i massimi o minimi e rimangono in una fase di lateralità.
Proprio i concetti di ipercomprato e ipervenduto sono ottimi per analizzare il trend ed operare seguono strategia sia di trend following sia reversal se si comprende a fondo il suo funzionamento.
Dopo un impulso fortemente direzionale o sviluppato senza pause intermedie è normale aspettarsi una fase di pullback e quindi un’inversione che potrà essere momentanea o definitiva rispetto al trend di medio termine, seguendo le dinamiche (psicologiche e finanziarie) dei mercati di borsa.
È però necessario porre attenzione ai segnali del grafico, un tipico errore dei trader meno esperti è associare le situazioni di ipercomprato e ipervenduto ad una certa ed imminente inversione dei prezzi. In realtà, come si intuisce facilmente dalla formula stessa dell’indicatore, l’unica informazione che si riceve in output è la posizione del mercato rispetto al passato.
Inoltre, ipervenduto e ipercomprato sono caratteristiche proprie dell’indicatore e non dello strumento finanziario sui cui si applica il Williams Percentage Range. I prezzi, dunque, potrebbero salire e scendere senza sosta mentre l’oscillatore sarebbe costretto a rimanere entro i suoi valori di estremo [0, -100].
Proprio per questo il dato fornito dall’indicatore va messo in relazione con i prezzi in una visione di più ampio respiro e non analizzato a parte, poichè porterebbe a conclusioni fuorvianti e poco profittevoli.
Le zone di eccesso non sono le uniche interessanti per quanto riguarda l’operatività. Altri indicatori presentano la linea dello zero che funge da spartiacque per un mercato bullish e bearish, il Williams Percentage Range è, invece, caratterizzato dal livello mediano -50. Se con i livelli estremi (-20 e -80) gli investitori vanno alla ricerca di trade di stampo reversal, con quest’ultimo livello si può entrare nel mercato per sfruttare un impulso direzionale e quindi una speculazione trend following. Una volta aggiunto l’indicatore al grafico è piuttosto immediato e semplice riconoscere opportunità di questo tipo.
Il valore -50, più precisamente, segue due metodologie:
- Se la linea dell’oscillatore arriva dalla zona (inferiore) di ipervenduto e taglia al rialzo il livello -50 potrebbe innestarsi un trend long;
- Se il WPR arriva dalla zona (superiore) di ipercomprato e attraversa al ribasso il livello -50 potrebbe innestarsi un trend short.
Quindi il W%R performa ottimamente in mercati laterali per operazioni di stampo reversal ma può essere anche usato per operazioni concordi al trend di mercato.
Un ultimo appunto riguarda la parte più tecnica dell’indicatore, come per la maggior parte degli oscillatori il suo valore viene normalizzato, ovvero presenta un valore massimo e un valore minimo e dunque non può valere oltre gli estremi [0, -100]. Questa caratteristica porta a situazioni di falsi segnali che possono trarre in inganno il trader.
Per esempio, mentre il mercato segna nuovi massimi l’oscillatore rimane appiattito nella zona di ipercomprato [0, -20] senza segnare lui stesso massimi crescenti, questa situazione agli occhi del trader inesperto può sembrare una mancanza di forza e un pretesto per vendere.
Degli esempi lampanti possono essere mercati azionari come Netflix, Amazon e il Nasdaq; tutti e tre strumenti che per periodi prolungati hanno avuto impulsi direzionali al rialzo molto importanti.
Tuttavia gli oscillatori, Williams Percentage Range compreso, hanno segnato fasi prolungate di ipercomprato indicando di fatto opportunità ingannevoli per un ribasso agli occhi di un trader alle prime armi.
Potrebbe interessarti leggere anche: Cos’è e come funziona lo Short Selling
William Percentage Range Indicatore: Dove si usa?
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Come fare trading con Williams Percentage Range
L’operatività dettata del Williams Percentage Range è simile all’operatività tramite altri oscillatori, basandosi su divergenze, fondamentali per la piena comprensione degli andamenti di mercato, e breakout.
Una divergenza si manifesta quando prezzo ed indicatore segnalano due differenti situazioni. Il mercato potrebbe essere indirizzato fortemente al rialzo mentre l’indicatore potrebbe segnalare una mancanza di momentum, l’affidabilità delle divergenze si basa però sullo studio del contesto di mercato e non del solo indicatore.
Un errore comune dei trader principianti è infatti la mancata contestualizzazione dei diversi segnali: ovvero prendere più input da fonti diverse senza metterli in relazione tra loro e con il mercato da analizzare.
Il W%R, come ogni indicatore, performa al meglio in un mercato laterale ma con le conferme adatte può essere utilizzato anche in situazioni di mercati con un trend ben definito. In particolare, possono essere sfruttare le divergenze concordi alla tendenza primaria in atto su timeframe superiori per capire meglio l’andamento futuro dell’asset.
Si consideri, ad esempio, un trend bullish su time frame giornaliero: analizzando timeframe inferiori si possono cercare divergenze scartando quelle ribassiste (perché contro trend) e concentrarsi esclusivamente su quelle rialziste. In questo modo si ottiene un vantaggio statistico seguendo la tendenza primaria del mercato ed attuando quindi una strategia trend following.
Come per ogni indicatore è consigliabile affiancare altre conferme per il trade che si vuole effettuare: a supporto di una divergenza, o di un’operazione reversal più in generale, può esserci un livello di supporto o resistenza (statico o dinamico) o un qualsiasi altro indicatore grafico a confermare il segnale.
Anche l’analisi dei volumi si rivela utile per capire se il segnale ottenuto è affidabile, è possibile dunque affiancare al W%R un indicatore di volume, come l’OBV, per ottenere conferme sui punti di ingresso rilevati. Un terzo elemento d’aiuto potrebbe essere il prezzo stesso con un pattern candlestick, ovvero una particolare conformazione assunta dalle candele, ad indicare debolezza e anticipare l’inversione.
La maggior parte degli investitori che utilizzano il Williams Percentage Range per le loro operazioni di trading, per cercare di filtrare solo le migliori operazioni, si avvalgono dell’utilizzo combinato di una media mobile o di un’EMA (media mobile esponenziale) per attendere conferma dell’inversione ed evitare di entrare nel mercato evidentemente in controtendenza.
Anche il valore mediano -50 offre spunti operativi molto interessanti per gli investitori che operano attraverso. Tuttavia, non è considerata una pratica di trading corretta entrare a mercato ogni qual volta l’oscillatore incroci il valore -50 perché si includerebbero anche situazioni poco volatili generando ripetuti falsi segnali.
Per escludere le occasioni meno favorevoli è consigliato aspettare che il trend in atto venga invertito e che l’indicatore sia da poco uscito da una zona estrema, ovvero ipervenduto e ipercomprato. In questa casistica, un nuovo impulso direzionale, nel caso superi il -50, potrà dare un’occasione d’entrata e l’operazione potrebbe proseguire fino al successivo segnale di inversione .
Williams Percentage Range: Segnale di acquisto (buy)
Il William percentage Range genera segnali operativi long in due situazioni: una divergenza rialzista o il breakout al rialzo del valore mediano.
Una prima situazione favorevole per un acquisto può dunque presentarsi attraverso una divergenza rialzista. Questo evento prevede la presenza di prezzi che formano massimi decrescenti e la curva dell’oscillatore W%R che si trova nella zona di ipervenduto [-80,-100].
La divergenza rialzista viene individuata quando l’indicatore mostra un doppio minimo o minimi crescenti. Una volta verificate queste condizioni, si palesa la divergenza tra il prezzo ribassista e l’indicatore che invece dà i primi segnali di inversione.
La divergenza rilevata assume ancora più valore in vicinanza di un supporto che respingerebbe il mercato al rialzo. Di seguito un esempio di divergenza rialzista sul grafico della piattaforma trading eToro (conto prova gratis), il broker che abbiamo usato per il nostro esempio pratico.
Una seconda opportunità per una posizione long si presenta con il taglio verso l’alto del livello mediano -50. È richiesto però che la curva dell’oscillatore arrivi dalla zona di ipervenduto (zona inferiore) e quindi segnalare un trend ribassista in esaurimento che potrebbe invertire e dare origine ad un nuovo impulso di direzione opposta. La conferma di un nuovo trend è proprio il passaggio per il valore -50, altrimenti potrebbe trattarsi di un ritracciamento.
Va quindi evitato ogni taglio del valore mediano che non arrivi dalla zona inferiore [-80, -100] perché indicherebbe una fase di lateralità del mercato. Questo segnale può essere ulteriormente confermato da una tendenza su timeframe superiori al rialzo, dando un vantaggio statistico per un esito positivo del trade.
Williams Percentage Range: Segnale di vendita (sell)
Il WPR genera segnali short tramite divergenze ribassiste e breakout del valore mediano (-50). Si individua una divergenza ribassista quando in un mercato dove sono prodotti minimi crescenti e che suggerisce dunque una pressione rialzista, l’oscillatore forma massimi decrescenti in fase di ipercomprato [-20, 0]. In questo caso si ha una perfetta situazione di disaccordo tra prezzi e indicatore. Di seguito l’innesco di un’inversione ribassista causata dalla divergenza, sulla piattaforma trading del medesimo broker eToro.
Per un’operatività trend following si può attendere il taglio al ribasso del livello -50. Anche in questo caso deve esserci una precedente fase estrema rialziasta, ovvero di ipercomprato [-20,0]. Le altre casistiche poco volatili vanno invece scartate.
- Lettura consigliata: Puoi conoscere meglio ogni specifica funzionalità del broker eToro, seguendo la lettura della guida “eToro come funziona, recensioni ed opinioni“.
Consigli Utili
Come per ogni strategia e oscillatore nel trading online, più conferme da differenti strumenti si hanno e più il singolo trade e la strategia stessa avranno una maggiore probabilità di successo. Un trader esperto tiene sempre d’occhio il trend primario come non vanno ignorati i livelli di supporto e resistenza su cui il prezzo sta lavorando e sviluppando le dinamiche desiderate.
Il Williams Percentage Range non genera inoltre segnali affidabili attraverso il breakout dei livelli di ipercomprato e ipervenduto, i quali forniscono solamente una mera descrizione dei prezzi in quel momento, senza essere ritenuti però efficienti punti di ingresso, a differenza di una divergenza che offre ottimi spunti operativi.
Per quanto riguarda il settaggio dell’indicatore, l’impostazione di default prevede 14 periodi, come indicato dallo sviluppatore e trader Larry Williams, esiste però un settaggio alternativo divenuto molto popolare nel tempo, ovvero 10 periodi anziché 14.
Il W%R impostato a 10 periodi, però, genera segnali molto più frequentemente ed è necessaria la sua combinazione con indicatori grafici o di volume per validare i punti di ingresso individuati.
Conclusioni
L’oscillatore Williams Percentage Range si dimostra un ottimo strumento per studiare l’andamenti del prezzo dei mercati finanziari. Il suo calcolo è basato sui prezzi di mercato (massimi, minimi e chiusure) e questo lo rende versatile per i diversi asset e timeframe.
Il W%R può essere utilizzato in entrambe le direzioni (long e short) sia per operazioni che sfruttano le inversioni di prezzo sia per strategie trend following, ma restituisce i migliori segnali in fasi laterali di mercato.
Il grande vantaggio per il trader insito nel Williams Percentage Range è l’utilizzo di un indicatore leading, ovvero uno dei pochi strumenti sul mercato in grado di generare i segnali di inversione (reversal signals) in anticipo di 1 o 2 periodi prima dell’inversione stessa. Questo fattore differenzia il W%R dalla maggior parte degli altri strumenti sul mercato, i quali sono caratterizzati da lagging, ovvero un ritardo nella generazione dei segnali. Questi indicatori, però, forniscono segnali più affidabili di quello trattato in questa guida.
Esistono infatti molti altri indicatori che possono fornire segnali di buy e sell affidabili se si conoscono i loro meccanismi alla perfezione.
Ti consigliamo quindi di approfondire la nostra categoria “Indicatori e oscillatori” per leggere altre guide sull’utilizzo di indicatori di trading tra i più performanti dell’ultimo biennio.
L’indicatore TRIX è uno strumento di analisi tecnica dei grafici che permette di identificare momenti in cui il mercato si trova in fase di ipervenduto o ipercomprato. Viene spesso anche utilizzato anche come indicatore di momentum, anche se originariamente non era stato pensato per questo ruolo.
Il nome “TRIX” non è il termine formale con cui ci si riferisce di solito a questo strumento. Il nome originale è “Triple Exponential Average“, ed è stato ideato dal celebre analista finanziario Jack Hutson. Essendo redattore di alcune importanti riviste finanziarie di stampo accademico, l’indicatore ha acquisito gradualmente una fama internazionale.
Ci sono diverse ragioni per conoscere il funzionamento dell’indicatore TRIX. La più considerevole è la doppia natura di questo strumento, che può essere utilizzato sia per giudicare l’andamento del prezzo che per identificare la fase di vita del trend in corso. Pochi strumenti di analisi tecnica possono svolgere entrambi questi ruoli.
Indicatore TRIX (Triple Exponential Average) – Introduzione argomento:
❓Cos’è: | Indicatore grafico che misura livelli di ipercomprato o ipervenduto |
🎮Come testare: | Conti di trading demo [I migliori sono gratis] |
💪Difficoltà: | Medio/Alta |
👍Efficacia Trading: | Medio/Alta |
👨🎓Didattica: | Corsi di trading / eBook / Seminari / LiveCoach 1:1 |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Cos’è l’indicatore TRIX
L’indicatore TRIX si presenta come un oscillatore, cioè viene visualizzato in un grafico separato da quello del prezzo. Il suo valore viene espresso da una linea che orbita intorno al livello zero: la posizione di questa linea rispetto allo zero determina il modo in cui viene interpretato lo strumento. Normalmente, quando la linea è molto al di sopra dello zero si ritiene che lo strumento sia ipercomprato e viceversa quando la linea è molto al di sotto dello zero.
La base di questo indicatore sono le medie mobili esponenziali (EMA). La linea esprime il cambiamento di una triplice EMA, cioè di una media esponenziale calcolata sua una media esponenziale calcolata su un’altra media mobile esponenziale.
Per quanto la definizione del funzionamento dell’indicatore TRIX sia piuttosto complessa, nella pratica quotidiana si rivela uno strumento flessibile e al contempo facile da interpretare. Uno dei suoi obiettivi principali è proprio quello di filtrare il rumore di sottofondo presente sul grafico, in modo da aiutare i trader nell’interpretazione dei pattern di candele.
Per spiegare l’utilità di questo indicatore, è interessante paragonarlo ad alcuni degli altri strumenti di analisi tecnica più conosciuti. Possiamo dire che da una parte, come le medie mobili esponenziali, abbia il compito di smussare i singoli movimenti del prezzo; come un oscillatore stocastico, segnala i momenti di ipercomprato e ipervenduto; infine, come un indicatore di momentum aiuta a studiare i trend in corso per capire se siano destinati a fermarsi a breve o a continuare oltre.
Queste caratteristiche lo aiutano ad essere un oscillatore sintetico, che in una sola lettura fornisce al trader più indicazioni. Chiaramente ha comunque i suoi limiti nella capacità di prevedere l’andamento dei prezzi, ragion per cui è sempre utile accompagnarlo ad altri strumenti per creare una strategia di trading completa. In questo modo i segnali ottenuti sono più precisi.
Indicatore TRIX come funziona
Il funzionamento dell’indicatore TRIX è strettamente legato a quello delle medie mobili esponenziali. Una EMA, di solito, ha il compito di tracciare sul grafico un andamento più facile da interpretare rispetto a quello che viene mostrato dalle candele. Mentre le candele risentono facilmente delle oscillazioni momentanee, specialmente di quelle pronunciate, le medie tracciano un percorso più lineare.
Il problema delle singole medie mobili esponenziali, però, risiede nel modo in cui sono calcolate. Da una parte, rispetto alle medie mobili semplici, danno più peso ai valori recenti assunti dal prezzo. Questo aiuta a non fare arrivare i segnali in ritardo, come spesso accade con le medie semplici. In parte, però, questa è anche la loro debolezza. Dal momento in cui i valori recenti sono più influenti sulla media, un’oscillazione fuorviante su una candela più recente finisce per rovinare l’affidabilità della media.
Ciò che Hutson ha capito è che si può diminuire questo difetto delle medie esponenziali reiterando il loro metodo di calcolo. In questo modo si mantiene la possibilità di rendere più chiaro il grafico, si dà comunque maggiore importanza alle candele più recenti, e le due cose non si escludono tra loro. Il risultato è un indicatore che non rimane indietro rispetto al prezzo come una media mobile semplice, ma non genera la stessa quantità di falsi segnali di una media esponenziale pura.
Indicatore TRIX: calcolo e formula
Il metodo di calcolo dell’indicatore TRIX è uno dei più complessi nel mondo dell’analisi tecnica. Il processo di calcolo è il seguente:
- Si comincia calcolando il valore di una media mobile esponenziale a 15 periodi. Normalmente il numero di periodi può comunque essere impostato a piacimento dal trader;
- Il valore che la media assume in ognuno di questi periodi viene utilizzata per calcolare una seconda media esponenziale, sullo stesso numero di periodi;
- A questo punto viene calcolata la terza media mobile esponenziale, utilizzando i valori assunti dalla seconda media esponenziale;
- Il valore dell’indicatore TRIX è rappresentato dalla variazione in percentuale della terza media mobile tra un periodo e l’altro.
Il fatto di usare i valori di una media per calcolare i valori della media successiva aiuta nella riduzione del rumore di sottofondo del grafico. Invece la scelta di usare delle medie mobili esponenziali serve a evitare che l’indicatore rimanga troppo indietro rispetto al prezzo, generando i segnali in ritardo. Tutto questo, però, non viene visualizzato sul grafico dell’indicatore TRIX.
Sul grafico l’unica cosa che viene rappresentata è la variazione in percentuale tra un periodo e l’altro della terza media. Questo significa che quando la variazione è positiva, sul grafico viene rappresentato un valore superiore a zero; quando la variazione è negativa, il valore è inferiore a zero. Uno dei vantaggi di questo indicatore è che spesso, in fase di trend laterale, segna esattamente zero (o valori comunque molto vicini) suggerendo al trader di aspettare per entrare sul mercato.
Indicatore TRIX Grafico
Il grafico dell’indicatore TRIX si presenta come viene mostrato nell’immagine in basso. All’interno del grafico abbiamo appositamente aumentato la proporzione delle dimensioni dell’oscillatore per renderlo più visibile; in un grafico normale utilizzato nell’analisi tecnica sarebbe chiaramente più piccolo rispetto alla sezione che mostra le candele. La piattaforma da cui abbiamo tratto il grafico è quella del celebre broker eToro.
Come è facile notare dall’immagine, il grafico dell’indicatore TRIX riprende quello delle candele molto da vicino. Le due cose sembrerebbero persino difficili da distinguere ad un occhio poco esperto. Guardando meglio, però, le differenze ci sono e sono anche piuttosto importanti: sono proprio queste che vengono utilizzate per ottenere segnali di trading. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Tanto per cominciare, il grafico dell’indicatore TRIX è decisamente più netto nella sua forma rispetto al percorso delineato dalle candele. Questo si può notare lungo tutto il tracciato dell’indicatore. Quando il grafico ha avuto dei leggeri ritracciamenti, sono stati completamente cancellati dall’indicatore che ha mantenuto -ed è molto importante in ottica di entrata sul mercato- la direzione del trend principale.
Da ultimo, forse l’aspetto più interessante si può notare guardando alla parte finale della linea dell’indicatore TRIX. Il trend rialzista è stato completamente anticipato dall’oscillatore, mentre il grafico del prezzo era impegnato in un più turbolento saliscendi. Questo avrebbe portato i trader a entrare sul mercato in anticipo, cosa molto importante per un indicatore. Normalmente, infatti, il difetto principale degli indicatori di analisi tecnica è il ritardo nella generazione dei segnali.
Come usare l’indicatore TRIX nel trading online
Ci sono due validi modi in cui è possibile utilizzare l’indicatore TRIX nel trading online. Il primo è come strumento per la valutazione dei trend in corso, il secondo è per identificare le zone di ipercomprato e ipervenduto. Il mercato si definisce in fase di “ipercomprato” quando il prezzo di uno strumento finanziario è superiore al suo vero valore; “ipervenduto” indica la situazione opposta. Teoricamente in questo, così come per l’uso delle medie esponenziali, è molto simile al MACD.
Il TRIX è stato pensato soprattutto per essere usato con le azioni, specialmente quelle delle aziende più grandi. Il motivo è che nel lungo termine le azioni crescono, ma la crescita non avviene nello stesso modo tutti i giorni. L’obiettivo del TRIX è capire quali sono i momenti in cui il mercato si prepara a salire in maniera netta, e quali sono i momenti in cui invece è in fase laterale o potrebbe ritracciare. Per estensione, come tutti gli strumenti pensati per le azioni, può facilmente essere riadattato agli indici.
In ogni caso questi sono i principali campi di applicazione, senza escludere la possibilità di usare il TRIX su altri asset. Anche nei mercati dove non è efficace nel determinare le zone di ipercomprato e ipervenduto, è comunque utile per studiare i trend in corso e per eliminare il rumore di sottofondo dal grafico. Queste sono due delle più grandi sfide per un trader, quindi è utile avere un singolo strumento in grado di affrontare entrambe.
Indicatore TRIX: dove si usa
La tabella riportata qui sotto propone un elenco di broker sicuri, regolamentati in Europa e autorizzati Consob, ove è possibile negoziare con l’indicatore TRIX.
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Soltanto le piattaforme che rispettano gli stringenti parametri di qualità, trasparenza e convenienza di ®TradingOnline.com vengono mostrati all’interno della lista. Inoltre ogni broker è stato testato manualmente dalla nostra redazione e misurato con le alternative in modo da filtrare solo i broker e le piattaforme più rilevanti.
Leggi anche: Migliori piattaforme trading online
Come fare trading con l’indicatore TRIX
Passiamo ora alla parte più operativa della guida, in cui parleremo di trading operativo e di come leggere i segnali ottenuti dall’oscillatore TRIX. Per completezza riporteremo sia l’utilizzo originale che Hutson ha proposto per il suo indicatore, sia le modalità di utilizzo più moderne emerse nel corso del tempo. Come sempre, in ogni caso, bisogna ricordare che nessun indicatore darà sempre segnali precisi al 100%.
Normalmente la base di partenza per l’uso di questo indicatore è il grafico a 1D. Più che essere pensato per lo scalping o per il trading intraday, è infatti uno strumento utile nello swing trading. L’obiettivo è intercettare i movimenti del mercato, soprattutto azionari, che potrebbero verificarsi nel corso dei prossimi 15-30 giorni. Si può comunque utilizzare con successo anche sul grafico a 4H, accorciando leggermente l’orizzonte temporale della posizione.
Questa regola generale è valida in tutti i contesti in cui il TRIX viene utilizzato come indicatore per studiare le zone di ipercomprato e ipervenduto, oppure per studiare la forza del trend in corso. Se invece lo si utilizza come semplice strumento per ridurre il rumore di sottofondo sul grafico, allora il time frame è indifferente.
Possiamo anche menzionare i migliori indicatori da abbinare al TRIX per ottenere una strategia più completa. In generale, sarebbe ridondante unire altre tipologie di medie mobili. Piuttosto potrebbe essere utile avere uno strumento che rappresenta i volumi, in modo da incrociare la lettura dell’oscillatore con questo dato. Un buon esempio è il Money Flow Index, che tra l’altro nasce sempre con l’obiettivo di analizzare i titoli azionari.
Indicatore TRIX: segnale di acquisto (buy)
Normalmente si considera che il TRIX generi un segnale di acquisto quando il valore dell’oscillatore attraversa a rialzo la linea del livello zero. Questo accade, ad esempio, in corrispondenza di un trend rialzista che muove a rialzo le tre medie mobili esponenziali con cui è calcolato l’indicatore.
Abbiamo testato il funzionamento di questa strategia utilizzando Pine Script, un celebre linguaggio per fare trading algoritmico. Il test è stato svolto in questo modo:
- Abbiamo chiesto al programma di entrare sul mercato quando la linea del TRIX oltrepassa il livello zero;
- Ogni entrata sul mercato ha avuto un importo di 100 azioni in modo da essere sicuri che la liquidità sul conto virtuale fosse sufficiente a gestire un numero alto di posizioni;
- Abbiamo aggiunto un take profit nel caso in cui il valore dell’asset selezionato fosse aumentato del 3%;
- Il tutto è stato applicato al grafico giornaliero delle azioni Apple.
Si tratta di un backtest, cioè del test della strategia su periodi passati. Il programma ha ripercorso le ultime 500 candele del grafico Apple e mano a mano ha eseguito le indicazioni, in modo da poter verificare quanto sarebbe stata utile questa strategia. Qui sotto riportiamo il programma nel modo esatto in cui è stato scritto e compilato all’interno della piattaforma.
I risultati sono stati sorprendenti. Il programma ha analizzato i dati relativi all’ultimo anno di negoziazioni, aprendo 27 trade e realizzando 27 posizioni consecutive in profitto. Questo non significa che l’indicatore TRIX sia infallibile, ma sicuramente è un ottimo modo per verificare quanto possa essere efficace nello studio dei titoli azionari più importanti. Di seguito sono riportati anche i dati ottenuti con il test.
Risultati ottenuti dal backtest realizzato dagli esperti di TradingOnline.com.
Indicatore TRIX: segnale di acquisto (sell)
L’indicatore TRIX genera segnali di vendita in modo speculare a quelli di acquisto. Viene generato un segnale di vendita tutte le volte in cui il valore dell’indicatore attraversa a ribasso il livello zero. Questo può essere utilizzato sia come segnale di chiusura delle posizioni long già aperte, oppure come segnali di entrata per un’operazione di vendita allo scoperto. Di seguito viene mostrato un esempio pratico ottenuto nuovamente con le azioni Apple.
Chiaramente bisogna stare più attenti quando si apre una posizione di vendita, specialmente se si tratta di vendita allo scoperto. La statistica gioca generalmente a sfavore degli short seller sul mercato azionario, proprio perché come abbiamo accennato in precedenza i titoli tendono a crescere di valore nel lungo termine. Siccome non stiamo parlando di operazioni intraday ma di mosse tendenzialmente più lunghe sul mercato, questo effetto va tenuto in considerazione.
Ripetiamo lo stesso esperimento di prima. Questa volta chiederemo al nostro programma di vendere allo scoperto le azioni $AAPL quando il grafico del TRIX taglia a ribasso il valore zero. Anche in questo caso negozieremo 100 titoli per volta e avremo sia uno stop loss che un take profit. Li abbiamo selezionati utilizzando un canonico rapporto rischio/rendimento di 1:2. Per cui:
- Il take profit è posizionato in caso di profitto del 5%;
- Lo stop loss è posizionato in caso di perdita del 2,5%.
Questa volta i risultati non sono affatto buoni. Chi lo desidera può visualizzarli in modo estensivo e utilizzare a sua volta questo indicatore copiando e incollando il codice dell’immagine, dal momento in cui il team di ®TradingOnline.com ha deciso di renderlo pubblicamente disponibile per tutti.
Come si può notare, le perdite in questo caso superano i profitti e lo Sharpe Ratio della strategia è inferiore a zero. Per tanto, è sconsigliabile fare troppo affidamento ai segnali di vendita del TRIX.
Ulteriori consigli utili sull’indicatore TRIX
Quello che abbiamo visto più in alto è solo uno dei possibili modi per applicare ai grafici l’indicatore TRIX. Esistono altre possibili applicazioni, ad esempio lo studio della forza dei trend. Normalmente si considera che un trend sia molto forte quando genera una divergenza rispetto all’andamento del TRIX, cosa che si può verificare spesso nel mercato azionario. Di norma, quando il trend indicato dal TRIX è più netto del trend indicato dal grafico viene considerato come un buon segnale di continuazione del trend.
Lo stesso vale anche al contrario. Quando il trend sul TRIX è meno netto del trend indicato sul grafico, viene di norma considerato un segnale di possibile inversione del trend. Si può anche utilizzare questo oscillatore come uno strumento per misurare il momentum: più è netto un trend sul grafico del TRIX, più è probabile che nelle prossime candele la prosecuzione del trend sia rapida. Nuovamente questo si verifica di più sul mercato azionario.
Alcuni trader hanno anche iniziato a utilizzare due TRIX sullo stesso grafico, uno che utilizza una EMA più lunga e uno che utilizza una EMA più veloce. In questo caso, quando la EMA più veloce taglia a rialzo la EMA più lenta viene generalmente considerato un segnale di acquisto. Si tratta comunque di un utilizzo piuttosto moderno supportato ancora da pochi backtest e da non molte analisi su grande scala. Può essere comunque una buona fonte di esperimenti sul conto trading demo.
Considerazioni finali
Non c’è dubbio che le medie mobili, incluse quelle esponenziali, siano tra gli strumenti più conosciuti e utilizzati nel mondo dell’analisi tecnica. Il TRIX cerca di superare i limiti delle medie tradizionali andando a smussare gli angoli del grafico, eliminando il rumore di sottofondo e generando una lettura basata su tre medie mobili esponenziali combinate tra loro. Il tutto viene mostrato su un grafico estremamente semplice da leggere, in cui una linea e il livello zero sono tutto ciò che il trader deve interpretare.
Prima di utilizzare questo strumento sarebbe bene prendere un po’di dimestichezza con l’uso generale delle EMA. La pratica sulla versione tradizionale dello strumento rende decisamente più semplice avere a che fare con questa sua variante più completa. Chi preferisce il trading algoritmico a quello discrezionale avrà anche la possibilità di utilizzarlo facilmente all’interno dei suoi programmi.
Anche se non gode della popolarità delle medie mobili esponenziali da cui trae origine, il TRIX è uno strumento molto interessante. Nella maggior parte dei contesti, un trader si trova proprio a fare i conti con questi elementi: forza del trend, ipercomprato, ipervenduto, momentum e rumore di sottofondo. Bisogna dare credito a Hutson per essere riuscito a costruire uno strumento sintetico in grado di accorpare risposte a tutte queste tipiche domande che sorgono durante l’analisi dei grafici.
FAQ – Indicatore TRIX: domande e risposte frequenti
Cos’è l’indicatore TRIX?
L’indicatore TRIX è uno strumento utilizzato nel trading online che indica il cambiamento di una media mobile esponenziale, calcolata su un’altra media mobile esponenziale, che a sua volta è calcolata su un’altra media mobile esponenziale.
A cosa serve l’indicatore TRIX?
L’indicatore TRIX è uno dei più versatili. Può essere utilizzato per generare segnali di entrata e di uscita dal mercato, per identificare i livelli di ipercomprato/ipervenduto e per studiare la forza residua del trend in corso.
L’indicatore TRIX è affidabile?
Dai nostri backtest effettuati con il trading algoritmico emerge una buona affidabilità del TRIX quando viene utilizzato sul mercato azionario per identificare segnali di acquisto. Risulta invece meno efficace nell’identificare segnali di vendita.
Come si legge l’indicatore TRIX?
Quando la linea è molto distante dal livello zero, viene generalmente considerato un segnale trading di ipercomprato/ipervenduto. Quando la linea taglia a rialzo il livello zero lo si ritiene un segnale di acquisto, mentre quando lo taglia a ribasso lo si ritiene un segnale di vendita.
Il MACD, ovvero Moving Average Convergence Divergence, è un indicatore di Momentum utilizzato nel trading online per l’analisi delle convergenze e divergenze di prezzo nel grafico di un asset.
Il significato di MACD in italiano è esattamente “Convergenza e Divergenza di Medie Mobili” in quanto basa le sue analisi di prezzo su medie mobili esponenziali impostate con diversi periodi di tempo.
Sviluppato dallo statunitense Gerald Appel nel 1979 e perfezionato in seguito da Thomas Aspray, questo indicatore rimane uno dei più popolari ancora oggi, a distanza di oltre 40 anni. Il MACD è considerato uno degli indicatori più completi e versatili nell’intero panorama del trading mondiale e per questo motivo è utilizzato sia da trader principianti che da trader esperti in combinazione con altri oscillatori.
Indicatore MACD (Moving Average Convergence Divergence) – Introduzione:
❓Cos’è: | Indicatore di Momentum che analizza convergenze e divergenze di prezzo |
🎮Come testare: | Conti di trading demo [I migliori sono gratis] |
💪Difficoltà: | Media |
👍Efficacia Trading: | Alta |
👨🎓Didattica: | Corsi di trading / eBook / Seminari / LiveCoach 1:1 |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Cos’è il MACD
L’indicatore MACD è un algoritmo matematico che combina 2 medie mobili, una a 12 periodi (giorni) e una a 26 periodi (giorni), per agevolare i trader nell’individuare della forza del trend di un grafico.
Capire correttamente i meccanismi e il funzionamento di questo strumento necessita la comprensione del concetto di medie mobili. Una media mobile (Moving Average) è semplicemente una linea che rappresenta il valore medio dei prezzi indicati durante un periodo predefinito nel grafico di una coppia di valute, un titolo azionario, una criptovaluta, un indice oppure una commodity.
Nel contesto dei mercati finanziari, le medie mobili sono tra gli indicatori più popolari per l’analisi tecnica (TA) e possono essere divisi in due diverse tipologie: medie mobili semplici (SMA) e medie mobili esponenziali (EMA). Mentre le medie mobili semplici danno uguale peso a tutti i dati input, quelle esponenziali assegnano una maggiore importanza ai dati input più recenti (ovvero i prezzi più vicini al presente).
Il problema principale delle medie mobili è la lentezza di ricezione dei segnali di buy e sell, il motivo per il quale si tende ad associarle ad altri indicatori (spesso indicatori grafici) e sono dunque di rado utilizzate da sole.
Il MACD cerca di risolvere questa problematica delle medie mobili, incrociandone due basate su time frame differenti (uno breve e uno lungo) per segnalare al trader più velocemente le inversioni di tendenza del prezzo del grafico.
La forza di questo strumento è la sua versatilità, il motivo principale per cui l’indicatore MACD è tanto utilizzato da investitori e analisti in tutti i mercati finanziari.
Questo algoritmo è uno strumento versatile perché permette di valutare il momentum, ovvero la velocità di cambiamento dei prezzi, insieme alla direzione del trend e la sua durata per mettere in atto strategie di trading trend following, ma dà anche la possibilità al trader di individuare possibili punti di inversione del prezzo, tramite il binomio convergenze-divergenze.
Attraverso il suo utilizzo è quindi possibile guadagnare pips sia analizzando la durata della tendenza di fondo in atto nel grafico, sia ricercando i possibili punti in cui il trend cambia verso, passando da positivo a negativo e viceversa.
Le strategie trend following sono le più utilizzate dai trader principianti o dagli investitori che operano a lungo termine poiché si tratta di investimenti a tasso di rischio ridotto. Strategia basate invece su inversioni di tendenza del prezzo sono più difficili da comprendere e da mettere in atto correttamente, presentando con un coefficiente di rischio più elevato, ma possono convertirsi in grossi profitti per l’investitore.
Colui che investe sui mercati finanziari operando sulle inversioni di prezzo spesso riesce a individuare un nuovo trend di prezzo nel momento esatto in cui esso inizia, generando profitti maggiori. Qui di seguito è possibile trovare tutto ciò che riguarda il funzionamento del MACD ed il suo utilizzo.
MACD come funziona
Nelle piattaforme di trading, l’indicatore MACD non è sovrapposto alla linea di prezzo ma al di sotto del grafico, per confrontarne l’andamento. Per comprendere il suo funzionamento occorre conoscere l’ideologia di fondo ed il fine ultimo della sua creazione. Questo strumento è un’evoluzione delle medie mobili, uno dei fondamenti dell’analisi tecnica ritenuto ormai obsoleto per la lentezza dei segnali che forniscono.
A causa di questa lentezza nel rilevare eventuali punti di ingresso nel grafico, le medie mobili non sono più uno degli strumenti migliori per analizzare l’andamento del prezzo di una coppia di valute.
Il MACD trading si pone come obiettivo quello di risolvere le problematiche delle medie mobili per creare uno strumento in grado di prevedere correttamente l’andamento del prezzo.
Per costruire questo indicatore sono necessarie tre medie mobili esponenziali, abbreviate in EMA nel gergo del trading online. La prima media mobile, quella più veloce, viene calcolata a 12 periodi; quella più lenta invece è a 26 periodi. Queste due medie mobili vengono sottratte fra loro per calcolarne la differenza che sarà quindi rappresentata graficamente da una sola linea.
Una EMA (media mobile esponenziale) è un’evoluzione del concetto di media mobile semplice (SMA). Il concetto alla base delle medie mobili è molto semplice, ovvero viene calcolata una media degli ultimi “n” prezzi per individuare il vero valore del prezzo di un grafico, libero dai rumori di fondo.
Le medie mobili esponenziali (EMA) si basano sullo stesso concetto, dando però pesi diversi ad ogni dato: prezzi più recenti avranno un peso maggiore nel calcolo della media rispetto ai prezzi meno recenti. Meno periodi sono inseriti nel calcolo, più la media mobile esponenziale segue l’andamento recente del prezzo, fornendo molti segnali di cui molti dei quali poco affidabili.
Una media mobile esponenziale con più periodi, invece, fornisce meno segnali ma di affidabilità superiore.
Nel MACD, quindi, la l’EMA veloce registra prima di quella più lenta il cambiamento nelle direzioni del prezzo, e l’incrocio su quella di più lungo periodo dovrebbe identificare la partenza di un nuovo trend. Tale segnale è tanto più attendibile quanto più velocemente la media lenta si orienta nella stessa direzione di quella veloce. Dato che il MACD si basa sulla differenza tra la media veloce e la media lenta, esse nel grafico dell’indicatore sono rappresentate da una sola linea.
Questo il motivo per cui è stata inserita la Linea dello Zero nell’oscillatore MACD, ovvero per comprendere il momento esatto in cui le due medie mobili esponenziali si incrociano. L’incrocio in questione si verifica quando la linea che rappresenta la differenza tra la media a 26 periodi e quella a 12 tocca la linea dello zero.
Sopra tale linea, il trend potrà essere qualificato come rialzista, e viceversa. Più correttamente, al di sopra della Linea dello Zero il mercato è identificato come “zona di ipercomprato” e, al contrario, al di sotto di questa linea il mercato si trova in “zona di ipervenduto”.
Per generare in modo più tempestivo segnali è stata inoltre introdotta una terza linea: la Signal Line. La linea di segnale è anch’essa una media mobile esponenziale, uno dei settaggi più utilizzati è quello a 9 periodi. Tuttavia sono molti i trader che scelgono di modificare questo dato per adattare lo strumento all’asset per il quale è utilizzato.
Con l’avanzare del tempo, è stato introdotto un altro tool molto importante per gli investitori: l’Istogramma MACD. Questo strumento mostra graficamente la differenza tra la linea MACD e la Signal Line, permettendo di consultare in modo più immediato il grafico. Quando l’istogramma è nullo è probabile un’inversione della tendenza di prezzo in corso nel grafico.
Come si calcola il MACD: Corso completo
La linea di MACD è il risultato della sottrazione di una media mobile esponenziale a più lungo termine con una Media mobile esponenziale più corta. Si parla di MACD (26,12,9) perché i valori più comunemente usati sono l’EMA a 26 periodi, più a lungo termine, e l’EMA a 12 periodi, più a breve termine, aggiungendo la Signal Line, ovvero una terza EMA a 9 periodo.
Si tratta dei valori di default dello strumento, l’analista non è dunque obbligato a replicare lo stesso settaggio ma può adattarlo alla volatilità del grafico su cui sta operando.
Qui di seguito la formula dell’indicatore:
MACD = EMA12-EMA26;
SignalLine = EMA9 (MACD)
Il termine EMA, come sottolineato in precedenza, significa Media Mobile Esponenziale, ovvero una variazione della media mobile semplice.
Le migliori piattaforme di trading, di cui MetaTrader 4 è la più utilizzata, offrono tutte la possibilità di utilizzare il MACD. Non è il trader, dunque, a dover calcolare lo strumento ma è un algoritmo offerto dal broker ad eseguire i calcoli matematici.
È comunque importante comprendere a grandi linee come funziona l’indicatore MACD per poter applicare al meglio le strategia ad esso correlate.
Per impreziosire ulteriormente il tuo bagaglio di conoscenze sul trading online, puoi leggere anche: MetaTrader, cos’è e come funziona + VIDEOCORSO Gratis
MACD Grafico: Esempio reale
Qui di seguito un esempio di come si presenta il grafico del MACD.
Il grafico è rappresentato principalmente da due linee che oscillano attorno alla linea dello zero (Zero Line):
- La linea del MACD (in nero) segnala la differenza tra la media mobile esponenziale a 26 e quella a 12;
- La Signal Line (in rosso) è una EMA a 9 periodi;
- La Linea dello Zero (in grigio), indica il punto in cui la media mobile a 12 periodi e quella a 26 si incrociano.
L’istogramma aiuta invece a comprendere ad una prima occhiata la forza della tendenza di prezzo in atto e rappresenta la differenza visuale tra la linea del MACD e la Signal Line. Un grafico a barre verdi indica la vittoria delle forze rialziste nel grafico in quel determinato momento, viceversa, barre rosse rappresentano la vittoria delle forze ribassiste.
Come si usa il MACD
L’indicatore MACD presenta diverse modalità in base allo scopo della strategia di trading selezionata: è principalmente utilizzato per tracciare le relazioni tra medie mobili esponenziali ma è inoltre funzionale per analizzare la correlazione tra l’istogramma e la linea del prezzo, questa correlazione può essere descritta come convergente o divergente.
Il MACD è convergente al grafico se istogramma e linea del prezzo hanno lo stesso trend, identifichiamo una situazione di divergenza e quindi indebolimento del trend quando istogramma e linea di prezzo presentano andamenti differenti.
Sono 3 le principali modalità di utilizzo dell’indicatore:
- Analisi delle convergenze-divergenze tra l’istogramma e la linea del prezzo;
- Incrocio tra la linea MACD e la linea dello zero;
- Attraversamento della Signal Line da parte della Linea MACD.
Nel primo caso, l’analisi delle divergenze e convergenze dell’indicatore MACD è solitamente utilizzato per la ricerca di inversioni di tendenza con i relativi punti di ingresso nel grafico. Si tratta di uno dei principali utilizzi dell’indicatore ad oggi.
Gli incroci tra le 3 linee sono un ulteriore punto di forza del MACD: incroci delle due linee con la barra dello zero indicano rispettivamente segnali di acquisto se l’attraversamento avviene dal basso verso l’alto, viceversa si ottengono segnali di vendita per gli incroci dall’alto verso il basso.
I trader sono particolarmente attenti agli incroci tra la linea del MACD e la Signal Line: anche in questo caso se la Linea del MACD attraversa quella l’EMA a 9 periodo dall’alto verso il basso, i trader recepiscono un segnale di buy. L’indicatore produce un segnale di sell, invece, se la Linea del MACD attraversa la Signal Line dall’alto verso il basso.
Grazie alla sua versatilità l’oscillatore MACD ha saputo reggere il confronto negli anni con i nuovi algoritmi, risultando sempre uno degli strumenti di trading più utilizzati.
Non tutti gli incroci tra le linee sono segnali affidabili, in mercati volatili (come le criptovalute e le coppie di valute più scambiate) questo indicatore può produrre molti falsi segnali. I trader più esperti sono in grado di impostare correttamente il MACD per ogni grafico in cui lo utilizzano.
In grafici più volatili è preferibile che le medie mobili esponenziali abbiano periodi più lunghi e viceversa in grafici meno volatili e più laterali. Per comprendere appieno l’indicatore MACD, è necessario studiare con attenzione l’andamento di ognuno componenti dell’indicatore ovvero:
- La linea MACD
- La linea di segnale
- L’istogramma MACD
La padronanza di questi 3 elementi permette di analizzare e valutare l’andamento del prezzo del grafico di qualsiasi asset.
Indicatore MACD: dove si usa? Migliori piattaforme consigliate
TradingOnline.com consiglia ai suoi lettori di fare trading ed utilizzare strumenti di analisi come il MACD e gli altri indicatori ed oscillatori che spieghiamo su questo sito, solo sulle migliori piattaforme trading certificate e 100% sicure – preventivamente testate e valutate dai nostri esperti. Ecco la tabella con le migliori:
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Come fare trading con MACD
Il settaggio di default dell’indicatore MACD è (26,12,9) poiché vengono principalmente utilizzate le medie mobili esponenziali a 26,12 e 9 periodi.
È possibile utilizzare questo strumento sulle principali piattaforme di trading in modo gratuito oppure sulle piattaforme di trading online che offrono i grandi broker. Il grafico del MACD viene solitamente posizionato al di sotto del grafico del prezzo per confrontarli entrambi nella stessa schermata.
Dopo aver impostato correttamente l’indicatore, gli analisti pongono una particolare attenzione ai crossover e alle divergenze. Fare trading con le divergenze di questo strumento matematico significa confrontare la linea del prezzo con l’istogramma dell’indicatore.
Se il grafico presenta un trend rialzista con un due massimi consecutivi (il secondo maggiore del primo) e l’istogramma del MACD mostra il secondo massimo più basso del primo, per i trader tecnici è un chiaro segnale di debolezza del trend e si presuppone una probabile inversione.
Gli analisti che utilizzano questo indicatore fanno un largo uso dei crossover per le loro strategie di trading. Esistono due tipi di crossover: la linea del MACD può attraversare la Linea dello Zero oppure la Signal Line, ovvero la media mobile esponenziale a 9 periodi.
La validità del segnale per il trader è pressoché identica: se la linea del MACD attraversa una delle sue linee dal basso verso l’alto, l’indicatore sta comunicando un segnale di acquisto. Se invece il crossover avviene dall’alto verso il basso, il segnale è di vendita.
Non sempre i segnali del MACD sono affidabili, si tratta di un indicatore che nel settaggio di default genera molti punti di ingresso in mercati volatili, per ovviare questo problema alcuni investitori modificano le impostazioni per gli asset con più volatilità o lo abbiamo ad altri oscillatori o ad indicatori grafici come le trend line.
Leggi anche: Migliori Segnali Trading, sicuri ed affidabili
MACD: Segnale di acquisto (buy)
Il MACD presenta due diverse metodologie per generare un segnale di acquisto. Fermo restando che l’istogramma non è solamente utilizzato per la ricerca delle divergenze ma anche per valutare la forza del trend (un ulteriore dato), i segnali di buy sono generati dai crossover della linea MACD.
Questi indicatore restituisce segnali di acquisto quando la linea del MACD (EMA 26- EMA 12) attraversa dal basso verso l’alto la Signal Line (EMA 9) o la Linea dello Zero.
Questi segnali sono visibili nell’immagine qui sotto.
MACD: Segnale di vendita (sell)
Anche per i segnali di vendita si utilizzano i crossover tra le linee, fermo restando che l’istogramma deve confermare la forza del trend prima di aprire una posizione.
I trader tecnici valutano la validità dei segnali ricevuti dal MACD attraverso la conferma dei punti di ingresso da parte degli indicatori grafici. Le Trend line, nonchè supporti e resistenze sono quindi utilizzate come metro di giudizio per identificare i falsi segnali che questo indicatore, come qualsiasi altro strumento, può fornire.
Riceviamo segnali di vendita quando la Linea del MACD attraversa dall’alto verso il basso una delle altre due linee, come nell’immagine qui sotto.
Ulteriori consigli utili sul MACD
L’indicatore MACD è utilizzato correttamente quando inserito in una strategia di trading che fa delle sue caratteristiche i punti di forza. Nonostante la sua ottima versatilità, si tende a dividere le sue due funzioni (crossover e divergenze).
I trader più esperti utilizzano l’indicatore in base alla strategia applicata, ma naturalmente in un piano di trading basato sulle divergenze è importante tenere conto se il segnale di inversione di tendenza è confermato da un eventuale crossover nella stessa direzione.
Si sconsiglia, invece, l’utilizzo del MACD come oscillatore per le fasi di “ipercomprato” e “ipervenduto”, esistono strumenti più adatti a svolgere questa precisa funzione.
L’utilizzo più quotato per questo indicatore è ciò per cui è stato creato da Gerard Appel, ovvero il perfezionamento delle funzioni delle medie mobili. Essendo un indicatore di momentum, è quindi utilizzato per valutare la forza di una tendenza in atto e i suoi possibili punti di ingresso o di inversione attraverso crossover nel primo caso e analisi convegenze-divergenze nel secondo.
Le limitazioni del MACD si verificano quando siamo di fronte ad un mercato incerto, dove il trend non è ben definito. Nei mercati a fase laterale, questo indicatore può generare tanti falsi segnali e che comportano rischi per i trader che non sono in grado di riconoscerli.
Occorre prestare attenzione inoltre quando è utilizzato in mercati volatili, dove con il settaggio standard MACD (26,12,9) può produrre una moltitudine di segnali e confondere gli investitori. Per i mercati più volatili (uno su tutti EUR-USD o le criptovalute), è consigliabile impostare diversamente l’indicatore aumentando i periodi delle medie mobili esponenziali. È sconsigliato, dunque, utilizzare il MACD in fasi laterali di mercato per non rischiare di incorrere in trade poco profittevoli.
Considerazioni finali
Quando si tratta di analisi tecnica, l’oscillatore MACD è uno degli strumenti più utili e completi a disposizione di un trader al giorno d’oggi. Non solo per la sua relativa facilità d’uso, ma anche per la sua efficacia nell’identificare sia andamenti che impulsi di mercato.
Si tratta inoltre di uno degli indicatori più affidabili per rilevare possibili inversioni di trend tramite l’analisi delle convergenze e divergenze.
Usando l’indicatore nella giusta maniera e acquisendo la capacità di leggere i suoi segnali di mercato, il MACD aumenta notevolmente le possibilità di portare un’operazione in profitto.
Per i motivi sopra citati, questi strumento è utilizzato sia dai trader principianti perché semplice e completo, sia dagli investitori più esperti e dagli analisti per la sua affidabilità, avendo retto ottimamente il confronto per oltre 40 anni con indicatori sempre più moderni.
Con le giuste precauzioni per il “lagging” dell’indicatore, possiamo dire che il MACD è tra i migliori indicatori di trading online in circolazione. Si parla di lagging quando, come nel caso del MACD, i segnali di buy e sell vengono forniti in modo tempestivo, senza la possibilità di poter prevedere il loro eventuale timing.
Questo difetto del MACD è facilmente risolvibile con l’abbinamento di indicatori grafici come trend line per aver sempre chiara la tendenza di fondo del grafico.
Naturalmente il MACD non è il solo indicatore che può aiutare a portare operazioni a profitto, ogni trader, analista o investitore utilizza alla perfezione almeno una coppia di strumenti appartenenti a categorie diverse. Esistono decine di indicatori che se utilizzati correttamente in una strategia impostata ad hoc possono portare risultati anche migliori del MACD.
Ti consigliamo quindi di approfondire la nostra categoria “Indicatori e oscillatori” per dove puoi trovare articoli selezionati con cura sugli algoritmi più performanti nell’ultimo anno e come comprendere velocemente il loro funzionamento.
Guide Indicatori Trading
Money Flow Index
Il Money Flow Index (MFI) è un indicatore di momentum che, mediante l’analisi dei volumi, fornisce indicazioni sull’andamento del prezzo di un determinato asset (valuta forex, cryptovaluta, azione, indice, commodity e così via).
Questo strumento fu creato da Gene Quong e Avrum Saudack ed è anche conosciuto come “RSI con volume ponderato”. Il Money Flow Index rientra nella categoria degli oscillatori, alla quale appartengono altri algoritmi molto celebri tra i trader come il CCI e lo Stocastico.
Prima di procedere alla sua descrizione ed utilizzo è necessario chiarire quella che è la differenza tra i termini “indicatore” e “oscillatore” sulla quale spesso si fa molta confusione.
La differenza è sostanzialmente nozionistica, mentre a livello operativo non ci sono differenze. Gli “indicatori” sono liberi di muoversi all’interno di un grafico, mentre invece gli “oscillatori” sono vincolati all’interno di un indice fisso, come per esempio i valori dell’RSI, che sono obbligati ad oscillare tra 0 e 100, oppure intorno ad un parametro fisso, per esempio la “linea dello zero” del Momentum.
Indicatore MFI (Money Flow Index) – Introduzione argomento:
❓Cos’è: | Indicatore di Momentum che analizza i volumi di trading di un determinato asset. |
🎮Come testare: | Conti di trading demo [I migliori sono gratis] |
💪Difficoltà: | Media |
👍Efficacia Trading: | Alta |
👨🎓Didattica: | Corsi di trading / eBook / Seminari / LiveCoach 1:1 |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Money Flow Index cos’è
Il Money Flow Index è uno strumento per l’analisi dei mercati finanziari che misura la forza del flusso di denaro in entrata e in uscita da un titolo in un determinato periodo di tempo, considerando come fattori sia il prezzo che il volume per misurare la pressione d’acquisto. Questo strumento è una variante dell’oscillatore RSI (Relative Strenght Index), esso infatti implementa alle funzioni dell’oscillatore in questione l’analisi del volume degli scambi nel mercato.
Il MFI analizza infatti il momentum, ovvero la combinazione tra forza e velocità di prezzo in un preciso lasso temporale. Il concetto di momentum può essere compreso attraverso un semplice esempio: il paradosso della palla.
L’esempio in questione è quello citato su tutti i libri che trattano l’argomento, ovvero il fenomeno del lancio della palla come caso studio per lo studio del momentum sui mercati finanziari.
Il lancio di una palla in aria prevede una fase iniziale caratterizzata da grande forza e velocitò, un fenomeno detto momentum. Gradualmente, la velocità con la quale la palla viaggia verso l’alto diminuisce, finché essa giunge ad un temporaneo arresto prima che la forza di gravità le faccia invertire la direzione e inizi a scendere verso terra.
Questo processo di rallentamento, conosciuto come perdita di momento (momentum) verso l’alto, è applicabile anche al mercato azionario. Paragonando il volo di una palla all’andamento di un prezzo sul mercato finanziario, possiamo notare che la velocità di avanzamento del prezzo inizia a diminuire notevolmente prima che venga raggiunto l’ultimo prezzo massimo, nonostante un forte momentum nelle fasi iniziali della tendenza.
Analogamente se il lancio verso l’alto della palla avviene in una stanza e la sua traiettoria viene interrotta dal soffitto mentre il suo momentum è ancora in crescita, nello stesso istante avremo un’inversione della direzione con pari forza e velocità, ovvero con lo stesso momentum.
L’andamento dei prezzi sui mercati finanziari presenta un comportamento simile, poiché può accadere che il massimo livello di prezzo coincida con la fase massima di momentum, in questo caso l’inversione dei prezzi è forte e repentina.
Questa teoria è molto applicata nell’analisi dei mercati, soprattutto nell’utilizzo degli oscillatori, la cui funzione principale è valutare le oscillazioni del prezzo e la forza del movimento in atto. La possibilità di ottenere indicazioni sul momentum di prezzo è estremamente importante per un trader perché può aiutarlo nel prendere le decisioni relative alla sua operatività giornaliera. Tipico è il caso in cui l’investitore analizza un lungo trend rialzista, formato da massimi crescenti e sostenuto da trend line di lungo periodo.
Il trader potrebbe essere indotto all’incremento delle posizioni rialziste ad ogni nuovo massimo raggiunto dal prezzo, in questo particolare pattern grafico il Money Flow Index ci aiuta rilevando il momentum che, se decrescente, indica l’esaurimento della spinta rialzista del trend in atto ed è consigliato monitorare con attenzione le posizioni aperte per individuare il miglior punto di uscita anziché aprire altre operazioni long.
Quello appena citato è solo uno dei casi in cui l’oscillatore MFI può rendere “visibile l’invisibile” aiutando in modo determinante il trader nelle sue scelte.
Leggi anche: Cos’è e come funziona il Momentum nel Trading
Money Flow Index come funziona
Il funzionamento del Money Flow Index è molto simile all’utilizzo dell’oscillatore RSI. È possibile considerare il MFI come un perfezionamento del più celebre RSI.
Se l’oscillatore RSI si basa sull’analisi della forza dei prezzi identificando fasi di ipervenduto e ipercomprato nei livelli 30 e 70 del grafico, il MFI si comporta in modo analogo con l’aggiunta di un fattore analizzato: il volume delle transazioni.
L’analisi del volume rende i segnali del Money Flow Index più affidabili ma aumenta il rumore dello strumento, per questo motivo i suoi sviluppatori hanno apportato delle modifiche ai livelli di ipercomprato e ipervenduto, portandoli rispettivamente a 80 e 20 per ridurre al massimo i falsi segnali.
L’oscillatore MFI genera segnali attraverso le divergenze tra grafico e indicatore e attraverso i breakout dei valori di ipercomprato e ipervenduto. In particolare si identifica un livello di ipervenduto al di sotto del valore 20 e i livelli di ipercomprato si verificano in genere al di sopra del valore 80. Questi livelli, però, possono cambiare a seconda delle condizioni di mercato.
In realtà i livelli di ipervenduto e ipercomprato non sono generalmente una ragione sufficiente per aprire posizioni di buy o sell, è necessario quindi che il trader consideri ulteriori analisi tecniche fornite da altri strumenti compatibili al Money Flow Index (come gli indicatori grafici o il MACD) per confermare il punto di ingresso nel mercato.
Se il trend in atto è in una forte fase di momentum i classici livelli di ipervenduto e ipercomprato perdono di valore poiché nonostante il raggiungimento di fasi di ipercomprato, i prezzi potrebbero semplicemente continuare ad andare verso l’alto, in caso di una forte spinta rialzista che ancora non si è esaurita del tutto.
Viceversa, in casi in cui il momentum del prezzo è elevato e la spinta ribassista è ancora forte, un’eventuale rottura del livello di ipercomprato potrebbe essere solo un falso segnale di inversione e il prezzo potrebbe quindi continuare il suo andamento bearish.
Per ovviare a questo problema dell’oscillatore MFI, i trader più esperti adottano il valore 90 come livello di “veramente ipercomprato”, e il valore 10 come livello di “veramente ipervenduto”. Per questo motivo, se il prezzo rimane all’interno del range 11-89, l’operatività di questo strumento è influenzata principalmente dai segnali di divergenza.
Le divergenze tra la linea dell’oscillatore e la linea di prezzo sono dei forti segnali di inversioni poiché si tratta di punti di ingresso basati sull’analisi dei volumi di acquisto.
Si verifica una divergenza in un trend rialzista quando il prezzo del grafico continua a produrre massimi crescenti ma l’oscillatore non segue l’andamento del grafico dell’asset, generando invece un massimo decrescente. In questo caso è consigliabile la chiusura delle posizioni long aperte perché una probabile inversione ribassista è imminente.
Una divergenza rilevata nel Money Flow Index genera un punto di ingresso più rilevante rispetto alla medesima divergenza nell’oscillatore RSI, poiché il primo valuta tra i suoi fattori di analisi anche il volume delle transazioni.
È possibile identificare, invece, una divergenza di prezzo in un trend ribassista quando le candele del grafico generano massimi decrescenti ma nel grafico dell’oscillatore MFI avviene un cambio di rotto con la formazione di un massimo crescente. Al verificarsi di una divergenza rialzista, i trader esperti chiudono parzialmente le operazioni short aperte in attesa di un’inversione di prezzo.
Come si calcola il Money Flow Index
Nonostante le piattaforme moderne di trading siano dotate di algoritmi avanzati che svolgono in tempo reale i calcoli per ogni strumento di trading, gli investitori sono soliti informarsi sulle metodologie di calcolo di una indicatore prima di utilizzarlo nelle loro analisi. L’obiettivo non è imparare il calcolo del Money Flow Index, in questo caso, ma le variabili che vanno ad impattare sui segnali generati dall’oscillatore.
L’ottenimento del valore del Money Flow Index richiede una serie di calcoli che per convenzione possiamo suddividere in cinque passaggi:
- In primo luogo, viene calcolato il Typical Price per gli ultimi 14 periodi.
Typical price = (prezzo massimo +prezzo minimo + prezzo di chiusura) / 3 - Successivamente viene calcolato il Money Flow moltiplicando il Typical Price per il Volume attuale.
Money Flow= Typical price * Volume - Per ogni periodo è possibile identificare se il Money Flow era positivo o negativo confrontando il Typical Price relativa al periodo “n” con quello del giorno precedente (Typica Price “n-1”)
- Si procede calcolando il Money Flow Ratio sommando tutti i Money Flow positivi e dividendo il risultato per la somma di quelli negativi.
Money Flow Ratio= (Money Flow positivo del periodo) / (Money Flow negativo del periodo) - L’ultimo passaggio consiste nel calcolo del MFI tramite la seguente formula: Money Flow Index= 100 – (100 / 1 + Money Flow Ratio)
La formula del MFI ha molte somiglianze con quella dell’oscillatore RSI, per questo molti analisti sono soliti questo strumento “RSI con Volume Ponderato”, o The Volume-Weighted RSI.
Money Flow Index Grafico ed esempi reali
Anche a livello grafico questo indicatore presenta diverse analogie con l’indicatore RSI, dal quale però differisce per l’oggetto della formula: mentre l’indicatore di Wilder concentra la sua attenzione sui prezzi, il Money Flow Index prende in esame ed elabora i volumi.
A livello visivo il grafico del Money Flow Index è costituito, come ogni oscillatore, dalla linea che oscilla tra i valori 0 e 100, di default impostata a 14 periodi, e da due rette orizzontali una posta al valore 80 (la linea superiore) e una posta al livello 20 (la linea inferiore) che indicano il raggiungimento delle fasi di ipervenduto.
Nell’immagine sottostante si può vedere come è composto il grafico del MFI, che si pone solitamente al di sotto del grafico dell’asset analizzato.
I valori impostati di default sono fissati dai suoi due sviluppatori Quong e Saudack sono: 14, 20, 80. Il numero dei periodi passati analizzati è dunque 14, ma vedremo in seguito come questo valore possa essere modificato e quali sono le conseguenze sui segnali generati. A differenza dell’oscillatore RSI, invece, i valori che indicano le fasi di ipercomprato e ipervenduto sono rispettivamente 80 e 20.
Anche questi due valori possono variare per adattarsi meglio alla strategia di trading online applicata, i trader più esperti che utilizzano questo strumento sono soliti impostare i valori a 10 e 90 per ridurre i falsi segnali ottenuti e rendere i breakout più significativi.
Come si usa il Money Flow Index
Il Money Flow Index raramente viene utilizzato come unico strumento su cui basare una strategia di trading. A questo oscillatore è più comunemente attribuita una funzione di supporto ad altri indicatori come le Bande di Bollinger o il MACD per confermare i loro segnali.
Una conoscenza superficiale dello strumento può portare ad una sovrastima dei segnali generati dal breakout dei valori di ipercomprato e ipervenduto. In realtà il punto di ingresso rilevante generato da questo strumento è la divergenza tra prezzo e indicatore poiché l’ingresso in fase di overbought e oversold, se accompagnato da un forte momentum di prezzo, può perfino consolidare la tendenza in atto, proseguendo la sua spinta direzionale. Per questo motivo i trader considerano i veri valori di ipervenduto e ipercomprato i livelli 10 e 90, in modo da ridurre i falsi segnali ricevuti.
Al raggiungimento di questi valori le possibilità che una spinta direzionale sia giunta al termine sono molto più realistiche rispetto ai valori 20 e 80, a questo punto è quindi importante porre maggior attenzione all’analisi grafica per individuare pattern di inversione.
Il Money Flow Index, infatti, se impostato al suo settaggio standard non viene quasi mai utilizzato da solo in una strategia di trading. Raramente una buona strategie per individuare i punti di ingresso in un grafico si basa esclusivamente al raggiungimento dei valori di ipercomprato e ipervenduto poiché il prezzo può stazionare in questa fase anche per lunghi periodi prima di esaurire del tutto la sua spinta e generare un’inversione di trend.
Indicatore Money Flow Index: dove si usa?
TradingOnline.com invita i suoi lettori a considerare l’uso solo di piattaforme trading professionali e regolamentate in Europa per fare trading online, sia per quanto riguarda la fase di studio analitico per mezzo di validi indicatori come il Money Flow Index, sia per fare le proprie operazioni di trading. In questa tabella è possibile trovare le migliori scelte validate oggi dal nostro staff:
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Come Fare Trading con il Money Flow Index
Come fare trading grazie ai segnali del MFI? Da un punto di vista operativo l’oscillatore è utilizzato principalmente per individuare le inversioni di tendenza attraverso la ricerca delle divergenze tra prezzo e indicatore. La rilevanza di una divergenza aumenta al crescere della vicinanza ad una zona estrema di ipercomprato o di ipervenduto.
In realtà, una divergenza rilevata attraverso il MFI è sempre rilevante, in qualsiasi zona del grafico dell’oscillatore si trovi, poiché le caratteristiche intrinseche del Money Flow Index, ovvero l’analisi dei volumi, portano ad attribuire una particolare importanza a questo segnale.
Se la divergenza avviene in prossimità dei valori 20 e 80, il segnale di inversione di trend assume ancora più importanza ed è consigliabile la chiusura delle operazioni di trend following aperte in attesa dello swing.
L’oscillatore viene inoltre utilizzato in modo similare al più famoso RSI per i breakout dei valori estremi del grafico. In questo caso, però, è richiesta la conferma di almeno un altro indicatore combinata ad un ulteriore conferma da parte degli strumenti grafici.
In sintesi, il breakout del livello di ipercomprato combinato alla rottura di un supporto dinamico genera un buon punto di ingresso per un’operazione di sell ma non sicuro al 100% se non validato da un altro indicatore.
Money Flow Index: Segnale di acquisto (buy)
Il Money Flow Index restituisce un segnale buy quando avviene il breakout del valore 20 che delimita la fase di ipervenduto. Il raggiungimento di questo valore indica che la spinta direzionale ha raggiunto il suo termine.
Un segnale di breakout fornito dal MFI è, però, un punto di ingresso debole e necessita di essere validato da altri strumenti. Un segnale long con una rilevanza ben diversa rispetto a quello precedente è il verificarsi di una divergenza rialzista.
Per divergenza rialzista si intende un’inversione di tendenza al rialzo generata da un’andamento dei prezzi al ribasso con conseguente trend ribassista con minimi decrescenti mentre il grafico dell’oscillatore restituisce un nuovo trend al rialzo con minimi crescenti. Questo segnale di trading è riconosciuto dagli investitori come il più importante generato dall’indicatore e la sua rilevanza aumenta tanto più l’oscillatore si trova vicino alla zona di ipervenduto.
Nell’immagine sottostante è possibile individuare una nuova tendenza rialzista generata dalla divergenza tra oscillatore e prezzo.
Money Flow Index: Segnale di vendita (sell)
L’identificazione di punti di ingresso per l’apertura di operazioni short da parte dell’oscillatore avviene mediante eventi simili ma contrari per quanto riguarda i segnali di acquisto.
Un breakout del valore 80 che porta il prezzo in fase di ipercomprato può rappresentare un segnale di sell solo se confermato da altri strumenti di analisi tecnica, ad esempio analizzando la volatilità del mercato con l’indicatore ATR o la forza del trend in atto con l’indicatore ADX.
Nell’immagine sottostante possiamo vedere invece il segnale di sell più affidabile fornito dall’oscillatore MFI, ovvero la divergenza ribassista.
Si parla di divergenza ribassista nel caso in cui ad una linea di prezzo con trend rialzista si contrappone in contemporanea una linea dell’oscillatore al ribasso con massimi decrescenti. Questo segnale è uno dei più ricercati dagli analisti che si avvalgono dell’ausilio dell’indicatore MFI e la sua affidabilità è tanto maggiore quanto più è vicino al valore 80 che delimita l’inizio della fase di ipercomprato.
Ulteriori consigli utili sul Money Flow Index
Nulla è stato ancora detto riguardo sul settaggio dell’oscillatore Money Flow Index. Le impostazioni di default indicate dai suoi due sviluppatori, ovvero Gene Quong e Avrum Saudack, prevedono che siano analizzati 14 periodi per il corretto funzionamento.
Come per gli altri oscillatori, l’analista può modificare le impostazioni di default per meglio adattare lo strumento alle caratteristiche delle proprie strategie. Un aumento del numero di periodi, infatti, riduce i segnali generati ma li rende più affidabili, restituendo importanza ai valori 80 e 20.
Viceversa, una riduzione del numero dei periodi analizzati renderà lo strumento molto più sensibile al rumore di sottofondo del grafico e agli spike speculativi di prezzo, aumentando notevolmente i (falsi) segnali generati.
È richiesta, però, una profonda esperienza nei mercati finanziari per poter modificare a proprio piacimento il settaggio degli strumenti di trading, oltre che una conoscenza molto dettagliata dello strumento analizzato. I trader principianti dovrebbero quindi attenersi alle impostazioni di default dell’indicatore per non ricevere segnali che non rispecchino la condizione attuale del mercato.
Opinioni e considerazioni finali
Il Money Flow Index è un indicatore che combina momentum e volume, fornendo segnali di trading sia sulla base dei livelli estremi che può raggiungere (ipercomprato e ipervenduto), sia grazie alle divergenze con i trend dei prezzi e, se interpretato in maniera corretta, può fornire in maniera accurata non solo semplici segnali buy o sell ma anche la possibilità di comprendere a fondo la condizione del mercato e lo spazio ancora a disposizione del movimento direzionale attuale.
Il suo abbinamento a soli pattern grafici e indicatori grafici non è sufficiente per fornire segnali affidabili. Si tratta di un oscillatore che performa al meglio se svolge una funzione di supporto ad altri indicatori e oscillatori, fungendo da conferma dei segnali.
Ad oggi esistono centinaia di indicatori validi di trading con funzionalità diverse che aiutano gli investitori a fare scelte di mercato ponderate e logiche.
Comprenderne la loro applicazione e come utilizzarli, può essere molto utile per chi decide di operare nel mercato finanziario, fornendo gli strumenti necessari per comprendere a fondo la natura dei movimenti rialzisti e ribassisti che si verificano ogni giorno sulle borse mondiali.
Il MFI si inserisce ottimamente in questo contesto, fornendo agli investitori un ottimo strumento di supporto per la loro operatività quotidiana. È necessario, inoltre, scegliere con cura un’indicatore da affiancare al Money Flow Index, i più utilizzati sono il MACD e le Bande di Bollinger, ma il consiglio è di consultare la pagina “Indicatori e Oscillatori”, dove è possibile trovare guide dettagliate, come quella che sta per concludersi, su quelli che sono ad oggi gli strumenti più utilizzati dai trader.
A fronte di quanto detto, si ricorda che l’utilizzo del Money Flow Index non mette al riparo dalle perdite al 100%, è consigliato dunque abbinarlo ad altri strumenti per ottenere segnali più performanti e affidabili.
Guide Indicatori Trading
Supporti e Resistenze
Supporti e resistenze indicano dei livelli di prezzo che influenzano in modo rilevante la domanda e l’offerta di un certo strumento finanziario. Nel mondo del trading sono estremamente importanti per stabilire quale direzione potrebbe prendere il prezzo nel corso del tempo, dunque sono oggetto di studio da più fronti. In particolar modo, il mondo dell’analisi tecnica è sempre stato attivo nella ricerca di metodi per ottenere informazioni precise sui livelli di supporto e resistenza sui grafici.
Quando non si vuole distinguere tra supporti e resistenze, vengono genericamente definiti “livelli chiave“. Un livello chiave è un punto al di sopra o al di sotto del prezzo attuale che in passato si è rivelato importante per l’andamento del prezzo. Può darsi che questo sia rimbalzato invertendo il suo trend, oppure che abbia avuto una forte confermazione della sua direzione subito dopo aver oltrepassato il livello chiave.
Uno studio corretto dei livelli chiave è in grado di dare indicazioni molto importanti al trader. Tuttavia non esiste un modo universale di identificarli, per cui è necessario avere una strategia ed eventualmente è anche necessario aggiornarla nel corso del tempo. Alcune delle strategie di trading più importanti saranno trattate nel corso della nostra guida, insieme a esempi di applicazione dei livelli di supporto e resistenza sui grafici.
Supporti e Resistenze – Tabella introduttiva:
💰Quanto costano: | Strumenti gratis sui migliori broker |
👶Come imparare: | Guide / Videocorsi / eBook Gratis |
💻Automatici: | Migliori indicatori auto |
👍Efficacia: | Comprovata // 5.0 su 5 |
📱Piattaforme: | Migliori piattaforme per supporti e resistenze |
😀Opinioni: | Efficaci ma non semplici da applicare |
❓Dove usare: | Forex, azioni, indici, materie prime, etc. |
Supporti e Resistenze: definizione tecnica
Supporti e resistenze rappresentano dei livelli di prezzo che vengono monitorati dai trader per osservare il comportamento del prezzo in prossimità dell’avvicinamento a tali livelli. Osservando il grafico di qualunque strumento finanziario, un occhio critico è in grado di osservare dei punti particolarmente importanti. Normalmente il prezzo tende ad avvicinarsi a questi livelli per poi invertire la sua rotta, ma quando riesce a superarli si manifestano spesso oscillazioni importanti della quotazione in tempi brevi.
Un supporto è un livello chiave posto al di sotto del prezzo attuale di uno strumento finanziario. Osservando il grafico, questo è un livello di prezzo in cui lo strumento considerato ha rimbalzato più volte a rialzo e magari lo ha fatto dopo una rincorsa particolarmente importante. Si chiama “supporto” proprio perché rappresenta un livello che spinge a rialzo il prezzo, come il pavimento all’interno di una casa.
Una resistenza è un livello chiave posto al di sopra del livello attuale del prezzo. Si tratta di un punto in cui l’offerta dello strumento finanziario è aumentata in passato, spingendo a ribasso la quotazione. Sul grafico rappresenta un livello in cui il prezzo ha più volte invertito la rotta dopo un trend rialzista, iniziando un ritracciamento a ribasso. Possiamo metaforicamente paragonarlo al ruolo del soffitto in una casa.
Per la maggior parte del tempo il grafico del prezzo oscilla tra il supporto e la resistenza più vicini, in un trend laterale. Se invece il grafico “buca” un livello chiave, cioè oltrepassa il supporto o la resistenza, tende a proseguire la sua corsa dando spesso origine a un trend forte e repentino. Per questo è importante osservare che i livelli chiave possono cambiare ruolo, passando da supporti a resistenze e viceversa:
- Quando il prezzo oltrepassa a rialzo una resistenza, questa diventa il supporto della nuova fase di vita del trend;
- Quando il prezzo oltrepassa a ribasso un supporto, questo diventa la resistenza della nuova fase di vita del trend.
Cos’è un Supporto e come funziona
Il supporto è un livello di prezzo in cui la domanda tende ad aumentare, spingendo a rialzo il prezzo di uno strumento finanziario. Bisogna evidenziare che la sua definizione sta cambiando nel corso del tempo per intercettare il modo con cui si fa attualmente analisi tecnica. Tradizionalmente viene insegnato che il supporto è un prezzo preciso, mentre con il tempo si sta passando di più all’idea che il supporto sia formato da un range di prezzi.
Normalmente il supporto di un asset è posizionato in una fascia di prezzo in cui la maggior parte degli investitori reputa conveniente acquistare tale strumento. Ecco perché quando il prezzo si avvicina al supporto, di solito, il volume di acquisti aumenta e il prezzo incomincia a salire. Questo accade nella maggior parte dei casi, non sempre. Quando non accade è un forte segnale per i trader: significa che gli equilibri di domanda e offerta sono stati modificati, per cui normalmente si attiva un trend ribassista piuttosto importante come conseguenza.
Il motivo per cui stiamo sottolineando il rapporto di domanda e offerta all’interno del mercato serve a comprendere quale sia davvero il raziocinio dietro ai livelli chiave di un grafico. Non si tratta di livelli in cui il prezzo rimbalza “per magia“, ma di punti in cui avviene effettivamente un cambiamento dei volumi di acquisti e vendite.
Grafico con linea di Supporto
Il livello di supporto di un grafico diventa tanto più evidente quante più sono le volte in cui il prezzo ha rimbalzato nelle sue prossimità. Nell’esempio proposto più in basso, ad esempio, è presentato un grafico delle azioni Spotify. Come si può notare, il prezzo è stato più volte in procinto di iniziare un trend ribassista ma si è sempre fermato in prossimità del livello di supporto. Il trend laterale è andato avanti finché il prezzo non ha bucato il supporto, proseguendo rapidamente la sua corsa verso il basso.
Quando il prezzo si avvicina a un livello chiave, in questo caso un supporto, in gergo tecnico si dice che lo sta “testando“. In questo caso il prezzo ha testato il supporto per ben quattro volte prima di riuscire a superarlo. Normalmente i supporti visibili sui grafici con un time frame più lungo, ad esempio 4H o 1D, tendono a essere i più difficili da superare e anche quelli che hanno le maggiori probabilità di innescare un trend ribassista importante quando vengono bucati.
Cos’è una Resistenza e come funziona
Una resistenza è un livello di prezzo oltre il quale gli investitori tendono a pensare che un asset sia ipercomprato, per cui all’avvicinarsi della resistenza aumenta l’offerta e il prezzo tende a rimbalzare verso il basso. Anche in questo caso, comunque, non sempre il prezzo rimbalza. Può accadere che questo inizi a valicare la resistenza proseguendo la sua corsa verso l’alto e dando il via ad un nuovo forte trend rialzista.
Il meccanismo è del tutto speculare a quello del supporto. Anche in questo caso il livello di resistenza è un range di prezzi che si possono notare sul grafico dai punti in cui il prezzo di uno strumento finanziario ha rimbalzato in passato. Nell’esempio mostrato prima sulle azioni Spotify, subito dopo che il prezzo ha bucato il suo livello di supporto, quest’ultimo è diventato il primo livello di resistenza.
Esistono diversi motivi per cui uno strumento finanziario potrebbe avere sufficiente domanda da passare un livello di resistenza. Può darsi che siano uscite notizie favorevoli al valore di tale strumento, oppure che uno strumento molto simile stia aumentando di prezzo spostando gli investitori verso le alternative. In molti casi, però, i livelli di resistenza sono anche psicologici: le cifre tonde, come 1, 10, 100 o 1.000 tendono a rappresentare barriere di per sé anche quando non ci sono motivazioni quantitative o qualitative per ritenerle tali.
Grafico con linea di Resistenza
Le indicazioni per trovare un livello di resistenza sul grafico sono analoghe a quelle con cui vengono identificati i livelli di supporto. Anche in questo caso, il primo passaggio necessario è identificare un punto in cui il prezzo ha rimbalzato più volte. Questa volta sceglieremo un livello che si trova attualmente al di sopra del prezzo, come quello mostrato nell’immagine. L’esempio riporta un grafico tratto dalla piattaforma eToro in cui sono mostrati quattro test falliti della stessa resistenza sul grafico del petrolio, che poi è stata bucata in modo netto al quinto tentativo.
Il grafico evidenzia in modo chiaro anche il motivo per cui oggi si parla sempre di più di range di supporto e resistenza e non di singoli prezzi. Il grafico ha rimbalzato per quattro volte in quattro punti leggermente diversi, ma è evidente come questi siano comunque vicini gli uni agli altri. Il prezzo non ha iniziato a saettare verso l’alto dopo aver oltrepassato uno preciso di questi quattro punti, ma ha accelerato gradualmente passando attraverso il range che delineano sul grafico.
Come tracciare supporti e resistenze sui grafici dei prezzi
Questa è la domanda più importante per un trader che vuole creare una strategia basata sui livelli chiave del prezzo. Fino a questo momento abbiamo osservato grafici molto chiari, dove sembrava che il prezzo avesse voluto mostrare al mondo un tutorial sui supporti e sulle resistenze. La realtà è che queste formazioni sul grafico sono piuttosto rare. Nella maggior parte dei casi supporti e resistenze non sono così semplici da individuare.
Possiamo operare una prima distinzione nelle filosofie con cui trader diversi approcciano il problema di disegnare supporti e resistenze. Alcuni preferiscono un’analisi naked, cioè lasciando sul grafico soltanto le candele e andando a studiare i livelli chiave sulla base del loro percorso. Altri invece utilizzano gli indicatori trading per farlo; due esempi sono l’indicatore zig zag e il Donchian Channel, che hanno proprio l’obiettivo di tracciare in automatico alcuni livelli chiave sul grafico.
Disegnare supporti e resistenze senza indicatori
Cominciamo dall’analisi naked, quella che abbiamo visto fino a ora nei nostri esempi. Si tratta dell’approccio più interpretativo, cioè quello che richiede più capacità da parte del trader nell’identificare i livelli chiave. Come abbiamo visto negli esempi precedenti, il modo più facile per mettere in pratica questa strategia è semplicemente iniziare a cercare dei punti in cui sono evidenti i rimbalzi del prezzo intorno a uno stesso range di prezzi.
Possiamo distinguere due casistiche: nella prima, come abbiamo visto fino a ora, i livelli chiave sono allineati in orizzontale. Questa è la situazione più semplice da gestire, perché già a un primo sguardo appare evidente quando un grafico continua a rimbalzare intorno agli stessi livelli. Più spesso, però, il supporto o la resistenza sono rappresentati da una trend line. Questo è il caso, ad esempio, del grafico del prezzo dell’oro riportato nell’immagine in basso.
Come si nota dal grafico nell’immagine, identificare i livelli di supporto e resistenza attraverso le trend line non è un processo così immediato. Questo, ad esempio, è un canale di prezzo che probabilmente sarebbe sfuggito alla maggior parte dei trader alle prime armi. Ci vuole tempo per abituarsi a identificare i canali di prezzo, ma questa è una regola generale nel trading online. Per questo molti trader trovano utile iniziare ad applicare le prime strategie di trading su supporti e resistenze all’interno di un ambiente simulato, come un conto di trading online demo.
Disegnare supporti e resistenze con gli indicatori
Nel corso del tempo sono nati sempre più strumenti per disegnare supporti e resistenze sui grafici di trading. Questi indicatori possono essere utili sia per rendere più veloce il processo di trovare i livelli chiave, sia per ottenerli in un modo che sarebbe difficile da replicare a occhio. Nella maggior parte dei casi, anziché utilizzare solo il trading naked o solo quello con indicatori, funzionano meglio delle strategie di analisi tecnica basate su entrambi gli approcci. Di seguito vediamo gli indicatori più popolari per disegnare supporti e resistenze.
Il Donchian Channel è uno strumento che identifica il livello massimo e minimo assunti dal prezzo in un certo range di tempo. Il trader può scegliere manualmente quante candele devono venire considerate dall’indicatore; questo formerà poi un canale tra il massimo e il minimo prezzo che lo strumento finanziario ha toccato in tale periodi. Questi due livelli possono essere utilizzati come supporti e resistenze.
I livelli di Fibonacci sono molto utilizzati per trovare supporti e resistenze quando il grafico è in fase di trend, ma sta invertendo la sua rotta. Per studiare dove potrebbe rimbalzare il prezzo, normalmente, si considerano il massimo e il minimo del trend precedente. Tra questi due livelli vengono poi disegnati i livelli di Fibonacci, basati sulla sequenza del matematico toscano in cui ogni numero è la somma dei due precedenti. I prezzi identificati da questo processo vengono normalmente considerati livelli chiave per il nuovo trend che si sta formando.
Le bande di Bollinger sono uno strumento che disegna due linee, una al di sopra e una al di sotto del prezzo. Queste due linee sono tracciate utilizzando come dati la volatilità e i prezzi di un grafico, all’interno di un periodo di tempo scelto manualmente dal trader. Inventate negli anni ’80 da John Bollinger, sono uno degli indicatori più utilizzati per avere dei riferimenti sui livelli chiave.
L’indicatore Zig Zag è un altro strumento popolare che sfrutta i cambiamenti del prezzo nel corso del tempo. Il trader stabilisce quale debba essere l’oscillazione minima affinché lo strumento identifichi un nuovo punto di massimo o di minimo sul grafico. Connettendo tutti i punti identificati in questo modo, lo strumento restituisce una serie di linee che possono essere utilizzate come supporti e resistenze per lo studio dei grafici.
Supporti e resistenze: esempi pratici
Tutto quello che abbiamo visto fino a ora ci è molto utile per gettare le basi di teoria con cui affrontare supporti e resistenze. Per comprendere meglio l’applicazione pratica di tutte queste informazioni, però, è sicuramente utile fare degli esempi. I grafici che seguono sono stati analizzati con differenti approcci, cercando di volta in volta quello che sarebbe stato più preciso nell’identificare i livelli di supporto e resistenza più importanti.
Cominciamo con il caso più semplice, quello di un livello chiave quasi perfettamente orizzontale identificato sul cambio GBP/USD. Come si può notare dall’andamento delle due valute nel corso del tempo, si è formato un limite superiore che ha spinto a ribasso il cambio per sei volte prima di essere battuto e di lanciare il grafico verso un nuovo trend rialzista. Il canale di prezzo che forma la resistenza, in questo caso, è piuttosto evidente.
Il secondo caso riguarda invece una coppia di livelli di supporto e resistenza identificati in fase di trend. In questo caso le due trend line si comportano come livelli chiave mobili, e la rottura di una delle due può indicare una forte mossa del prezzo nella direzione della rottura. Talvolta potrebbero essere evidenti solo il supporto o la resistenza, formando un solo livello chiave sul grafico.
Passiamo invece all’uso degli indicatori di analisi tecnica, seguendo lo stesso ordine con cui sono stati presentati poco più in alto. Cominciamo dal Donchian Channel e dalla sua evidente correlazione con la rottura di questo livello di resistenza sul grafico delle azioni Apple. Come si può notare, il prezzo prende uno slancio rialzista importante subito dopo aver passato il massimo precedente evidenziato dall’indicatore. Avremmo potuto ottenere un segnale analogo utilizzando le bande di Bollinger.
Proseguendo, abbiamo parlato dei livelli di Fibonacci. Questi sono uno strumento molto particolare perché identifica quattro diversi livelli di supporto e resistenza sul grafico. Inoltre hanno una parte di calcolo, come gli indicatori, e una parte di scelta discrezionale da parte del trader che riguarda i due punti tra i quali applicare lo strumento sul grafico. Il grafico in basso, tratto dall’andamento delle azioni Adidas, mostra il suo utilizzo.
Da ultimo, un esempio di come è possibile ottenere supporti e resistenze con l’indicatore zig zag. In questo caso si tratta soprattutto di livelli inclinati come trend line, ma differenti da quelli che si potrebbero tracciare manualmente con un’analisi naked del percorso delle candele sul grafico. Abbiamo messo in mostra il funzionamento di questo meccanismo utilizzando la quotazione delle azioni Facebook.
Questi sono i metodi più consolidati per identificare i livelli chiave di un grafico. In ogni caso il limite è la fantasia di un trader: spesso sono le strategie inedite quelle che restituiscono i risultati migliori. Da una parte è bene imparare le tecniche più classiche, ma dall’altra non bisogna mai perdere la motivazione di mettersi in gioco per trovare soluzioni nuove.
Migliori piattaforme con supporti e resistenze
Abbiamo analizzato e catalogato i broker trading più validi per fare trading con l’analisi tecnica e con l’ausilio di supporti e resistenze. Tutti i broker presentati hanno licenza europea e regolare autorizzazione Consob, dunque sono sicuri al 100%. Inoltre sono testati manualmente dagli esperti di ®TradingOnline.com, che regolarmente aggiornano l’elenco dei broker raccomandati in modo da mantenerlo sempre attuale.
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Le piattaforme dei broker menzionati sono particolarmente valide per fare trading con supporti e resistenze. Offrono un’ampia scelta di strumenti di analisi tecnica, inclusi tutti gli indicatori che abbiamo mostrato nei paragrafi precedenti. Inoltre presentano i grafici in modo chiaro e consentono di disegnare canali di prezzo, linee, trend line e ogni altro strumento utile per evidenziare i livelli chiave del prezzo.
Chiaramente non è soltanto l’analisi tecnica che ci ha portato a scegliere questi broker. Rimangono sempre fissi i caposaldi con cui selezioniamo le piattaforme da consigliare, in primis la sicurezza, le commissioni e la qualità della piattaforma di trading online. Siamo fermamente convinti che le proposte presentate nella tabella siano oggi le migliori disponibili sul mercato italiano.
Come fare trading con Supporti e Resistenze
Ci sono due modi per fare trading on-line con supporti e resistenze. Il primo prevede di fare trading sulle oscillazioni del prezzo all’interno dei livelli chiave, quindi acquistando uno strumento quando si avvicina al suo supporto e vendendolo quando si avvicina alla sua resistenza. Questa strategia permette di aprire un maggior numero di operazioni con un margine più basso per ognuna di queste.
La seconda strategia, invece, prevede di attendere il breakout rialzista o ribassista. In questo caso si aspetta che il prezzo superi la resistenza per poi acquistare, o che superi il supporto per poi vendere. La logica non è quella di sfruttare le oscillazioni nei trend laterali, ma i forti slanci della price action quando il grafico oltrepassa un livello chiave. Si apre una quantità minore di posizioni, ma con un margine maggiore per ognuna di queste.
Chiaramente i trader più efficienti non stanno con gli occhi puntati sul grafico aspettando il momento in cui il prezzo supererà il livello chiave. Normalmente studiano i livelli chiave e li disegnano sul grafico, dopodiché piazzano un ordine di acquisto poco al di sopra della resistenza e un ordine di vendita poco sotto al supporto. Quando il prezzo tocca uno dei due livelli impostati, l’ordine viene eseguito e la posizione è aperta. Normalmente vengono studiati in anticipo anche il take profit e lo stop loss.
Supporti e resistenze: segnale di acquisto (BUY)
Il modo più semplice per approcciare il trading con supporti e resistenze, quando si è ancora poco esperti, è quello di attendere la rottura del livello chiave. Nello specifico, all’inizio è meglio attendere la rottura di livelli chiave molto evidenti e facili da identificare sul grafico. Normalmente viene scelto un livello di prezzo di acquisto di poco sopra alla resistenza più vicina. Un esempio di questa strategia è riportato nell’immagine più in basso.
Di per sé si può dire che il segnale di acquisto venga generato non appena la price action taglia a rialzo il livello chiave, ma è importante mantenere un margine di sicurezza. Il prezzo potrebbe stabilire un nuovo test leggermente al di sopra del livello precedente e poi ritracciare verso il basso, per cui è più sicuro lasciare che l’ordine di acquisto venga impostato a un livello dove diventa evidente che il prezzo sta prendendo slancio verso l’alto.
Un secondo elemento molto importante è il rapporto tra potenziale rendimento e rischio necessario. Per calcolarlo è sufficiente dividere la distanza tra prezzo di acquisto e take profit per la distanza tra prezzo di acquisto e stop loss; normalmente una posizione è interessante se in prospettiva ci permetterebbe di guadagnare almeno 2€ per ogni 1€ che siamo disposti a rischiare.
Il motivo per cui il rapporto tra rischio e potenziale rendimento è così importante riguarda la natura stessa di supporti e resistenze, che non sono sempre affidabili nel dare inizio a un trend. I trader di successo che applicano questo tipo di strategia non cercano di avere più posizioni vincenti rispetto alle posizioni perdenti; l’obiettivo è piuttosto quello di massimizzare le vincite quando ci sono, perdendo invece il meno possibile nelle altre posizioni.
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Supporti e resistenze: segnale di vendita (SELL)
Lo stesso approccio che ora abbiamo applicato ai segnali di acquisto può essere applicato anche a quelli di vendita. In questo caso si attende che il prezzo di uno strumento finanziario sia leggermente al di sotto del suo supporto più vicino e poi si apre una posizione di vendita, cercando di approfittare dello slancio ribassista del grafico. Un esempio è quello mostrato nell’immagine più in basso.
L’immagine mostra un esempio molto interessante perché si nota esattamente ciò che stavamo dicendo prima: non sempre le rotture dei livelli chiave funzionano come dovrebbero. Dopo tre test del supporto, al quarto tentativo il prezzo è sceso al di sotto per poi risalire rapidamente. Questo avrebbe probabilmente portato molte persone a chiudere in perdita delle posizioni di vendita, perché in quel caso lo slancio ribassista è durato molto poco prima di veder ritracciare il prezzo verso l’alto.
Poche candele dopo, il prezzo torna a testare lo stesso supporto ma riesce a superarlo con slancio dando vita a una forte price action ribassista. Posizionando il take profit e lo stop loss con la logica del rapporto rischio/rendimento, la perdita della prima posizione sarebbe stata di pochi pip; il ricavo della posizione successiva sarebbe stato tre o quattro volte più grande, ed è importante notare che questo accade spesso sui grafici.
Supporti e resistenze automatici
Supporti e resistenze posso essere identificati manualmente o in modo automatico. Abbiamo già visto come alcuni indicatori di analisi tecnica possano aiutarci in questo compito, ma non è l’unico modo per trovare supporti e resistenze automatici.
Con l’avvento del trading algoritmico sono nati sempre più strumenti per fare anche questo tipo di operazione. Sia su Metatrader, che è la piattaforma più utilizzata dai retail trader, sia su altre piattaforme è possibile affidare la ricerca di supporti e resistenze a dei robot di trading automatico.
Molti di questi programmi si basano su altri indicatori, esattamente come quelli che abbiamo visto, con delle leggere modifiche che li adattano alla strategia di chi li ha realizzati. Altri, più interessanti, partono da basi nuove o automatizzano il processo umano di andare alla ricerca dei punti in cui il grafico ha rimbalzato. Un modo efficace per iniziare ad avere a che fare con questo argomento è cercare le soluzioni già realizzate da altri trader. Nei paragrafi seguenti sono menzionati alcuni dei migliori che la nostra redazione ha testato.
Supporti e resistenze indicatori per MetaTrader
Dal momento in cui MetaTrader rimane la scelta più popolare, sia per il trading discrezionale che per quello automatico, il marketplace ufficiale dell’applicazione è ampiamente popolato di programmi per trovare supporti e resistenze automatici. Chiaramente, come sempre, ricordiamo l’importanza di fare molta attenzione e di usare prudenza quando si utilizzano dei programmi scaricati dal marketplace perché non c’è alcuna garanzia del loro efficace funzionamento. Noi ne abbiamo selezionati cinque che in base ai nostri test risultano utili.
Il primo indicatore è Fibo Color Levels, uno strumento che permette di personalizzare i livelli di Fibonacci a proprio piacimento. Essendo uno degli indicatori più utilizzati in assoluto per trovare supporti e resistenze, questo è uno strumento affascinante e dalla missione piuttosto semplice. Si possono impostare i propri livelli di Fibonacci e scegliere altre zone del grafico da evidenziare in base alla loro importanza, oltre che ottenere segnali di ipercomprato/ipervenduto in base alla posizione del prezzo rispetto ai livelli di Fibonacci.
Nome script: | Fibo Color Levels |
Costo: | 69.90$ |
Autore: | Marlon Campos da Silva |
Voto e Opinioni: | 8/10 – ⭐⭐⭐⭐ |
Link: | Vai qui |
Il secondo indicatore è uno strumento per trovare automaticamente i livelli di supporto e resistenza sul grafico. Utilizza un processo di calcolo che percorre a ritroso i prezzi di apertura, chiusura, i massimi e i minimi di ogni candela sul grafico per trovare i punti in cui questi sono rimbalzati e di conseguenza trovare i livelli chiave del prezzo. Si chiama Precision Support Resistance ed è disponibile sia per MT4 che per MT5.
Nome script: | Precision Support Resistance |
Costo: | 60$ |
Autore: | Young Ho Seo |
Voto e Opinioni: | 8/10 – ⭐⭐⭐⭐ |
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Il terzo indicatore è uno strumento molto semplice, ma comunque utile, per identificare i livelli di supporto e resistenza psicologici. Questi a volte sfuggono perché, nella concentrazione dell’analisi del grafico, non ci si accorge di quali sono i livelli di prezzo intorno ai quali la price action sta orbitando. Questo strumento, totalmente gratis, evidenzia i prezzi “tondi” dove potrebbero trovarsi livelli chiave psicologici. Si chiama Key Levels and Zones ed è altrettanto disponibile per entrambe le versioni di Metatrader.
Nome script: | Key Levels and Zones |
Costo: | Gratis |
Autore: | Rider Capital Group |
Voto e Opinioni: | 6/10 – ⭐⭐⭐ |
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Il quarto è uno strumento molto avanzato, ma sicuramente interessante per chi ha già un po’di esperienza con il trading. Si chiama Triangle Trader e crea dei triangoli utilizzando una strategia semi-automatica. Il trader disegna una trend line e l’indicatore connette la trend line all’ultima candela sul grafico per creare un triangolo rettangolo; quando il prezzo buca a rialzo o a ribasso il livello chiave rappresentato dall’ipotenusa del triangolo, viene aperta una nuova posizione in automatico.
Nome script: | Triangle Trader |
Costo: | 30$ |
Autore: | Yaser Sabbaghi |
Voto e Opinioni: | 10/10 – ⭐⭐⭐⭐⭐ |
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Il quinto e ultimo indicatore che vogliamo segnalare è uno strumento creato sempre dallo stesso autore. Si chiama Statistical Support Resistance e utilizza i Pivot Points per identificare livelli chiave sulla base dei prezzi di giornata. Oltre a tracciare i livelli chiave sul grafico, per ognuno di questi precisa anche la probabilità stimata che il prezzo lo raggiunga. Si tratta di uno strumento molto interessante soprattutto per gli amanti dei punti di Pivot.
Nome script: | Statistical Support Resistance |
Costo: | 69$ |
Autore: | Yaser Sabbaghi |
Voto e Opinioni: | 8/10 – ⭐⭐⭐⭐ |
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Altri script auto consigliati per supporti e resistenze
Esistono altri strumenti interessanti per identificare i livelli di supporto e resistenza, anche al di fuori di Metatrader. Soprattutto su TradingView, una delle piattaforme più innovative nel ramo del trading automatico, stiamo osservando la nascita di molti strumenti di analisi tecnica in grado di identificare i livelli chiave del grafico. Gli indicatori scritti in Pine Script che abbiamo ritenuto più interessanti sono:
- Beacon (link) – Uno strumento di analisi tecnica che utilizza la volatilità dei prezzi nei periodi recenti del grafico per tracciare in automatico i livelli di supporto e resistenza;
- Support Resistance Diagonal (link)- Un altro strumento basato sui Pivot Points, ma questa volta in un modo più innovativo. Tracciando i punti di Pivot delle diverse sessioni di trading, l’indicatore li unisce con delle linee diagonali che fungono da supporti e resistenze;
- Bridge Bands (link) – Uno degli indicatori più complessi che abbiamo mai visto, che unisce Bande di Bollinger, canale di Donchian e la teoria dei Mandelbrot sul comportamento dei mercati finanziari. Il risultato è un canale che indica i livelli di supporto e resistenza più vicini al prezzo attuale;
- Local Limits (link) – Questo indicatore utilizza i massimi e i minimi locali formati dal prezzo per tracciare diverse linee di supporto e resistenza, utili anche per capire dove potrebbe essere diretto il prezzo dopo aver rotto un livello chiave sul grafico.
Lettura integrativa consigliata: Cos’è e come funziona il Trading Algoritmico
Dove usare i supporti e le resistenze
Supporti e resistenze sono concetti che si possono adattare a qualunque mercato, purché ci sia dietro una logica di base che funziona. Bisogna ricordare che non sono dei semplici indicatori, ma dei livelli di prezzo che scatenano precise reazioni di domanda e offerta. Per questo il loro utilizzo è trasversale a tutte le asset class. Fatta questa doverosa premessa, esistono comunque delle differenze nel modo in cui andrebbero utilizzati su strumenti finanziari diversi.
Nei due paragrafi che seguono vogliamo concentrarci, in particolare, sulle differenze tra l’applicazione dei livelli chiave nel Forex e nel mercato azionario. Uno rappresenta un tipico mercato ciclico, mentre l’altro è un mercato a crescita continua che riflette l’espansione graduale dell’economia mondiale.
Da queste due basi si può evincere l’utilizzo di supporti e resistenze anche in altri mercati, come quello delle materie prime -ciclico e più simile al Forex- e quello degli ETF -a crescita continua e simile alle azioni.
Supporti e resistenze forex
Il mercato dei cambi tra valute è storicamente quello su cui il mondo dell’analisi tecnica si è concentrato di più. Essendo fatto di tante piccole oscillazioni quotidiane, supporti e resistenze ricoprono un ruolo molto importante. Nel Forex è importante soprattutto riuscire a identificare livelli di supporto e resistenza di lungo termine, per via della natura dei tassi di cambio attuali.
Oggi tutti i cambi principali si trovano in quello che viene definito regime di cambio controllato, in cui le valute sono tendenzialmente libere di oscillare entro certi limiti fissati dalle banche centrali. Quando un cambio si avvicina al limite fissato dalla banca centrale, questa interviene acquistando o vendendo riserve di valuta estera per riportare il tasso di cambio all’interno del range desiderato. L’intervento delle banche centrali è uno degli avvenimenti più attesi dai Forex trader.
Quando una banca centrale interviene per riportare il tasso di cambio nel range desiderato, non lo fa per una logica di profitto. Lo fa perché reputa che sia il modo migliore di far funzionare l’economia e gli scambi commerciali, dunque qualunque trader si unisca alla banca centrale nella sua missione ha praticamente la garanzia di investire nella direzione del trend. Nel lungo termine, i livelli di supporto e resistenza sul grafico sono un buon segnale dei tassi di cambio che stimolano l’intervento delle banche centrali.
Supporti e resistenze azioni
Supporti e resistenze nel mercato azionario hanno un ruolo molto diverso, perché le azioni tendono a prendere valore nel tempo. Se guardiamo al trading intraday questo non ha praticamente nessuna importanza, ma quando iniziamo a considerare periodi più lunghi è un fattore determinante. Per questo si tendono ad analizzare soprattutto le resistenze.
Quando i mercati crescono, cosa che fanno per la maggior parte del tempo, è normale che i titoli e gli indici si trovino in un trend rialzista di lungo termine. Per questo il supporto è raramente una linea orizzontale: molto più spesso è una trend line rialzista che segue l’andamento del grafico nel corso del tempo. La resistenza tende invece a formarsi quando un titolo testa un nuovo record ma ritraccia verso il basso, per poi ritestarlo e così via.
Quando un titolo trova lo slancio rialzista per stabilire un nuovo record è molto probabile che si abbia a che fare con un trend forte. Per questo capita regolarmente che i trader abbiano posizioni di acquisto collocate al di sopra dei prezzi massimi mai raggiunti da un’azione. Diventa molto più difficile, invece, interpretare supporti e resistenze quando il mercato è sta scendendo. Molto spesso i trend vanno a stabilire nuovi livelli chiave mai toccati in precedenza e diventa più complesso interpretarli.
Supporti e resistenze Opinioni reali 2022
Vale la pena di dare un’occhiata alle opinioni più autorevoli sul tema dei supporti e delle resistenze, anche per capire come vengono utilizzati dai trader di professione. Possiamo iniziare a Leah Mathieson, celebre investitore americano che scrisse “I mercati sono questione di domanda e offerta. I supporti e le resistenze ti diranno dove sono i compratori e dove sono i venditori”.
Un altro commento positivo è stato di Rory Gillen, fondatore del fondo d’investimenti Merrion Capital, che ha apertamente sostenuto di utilizzare l’analisi tecnica nei suoi investimenti e anche i livelli chiave dei grafici. Persino un trader orientato all’analisi fondamentale come Josh Brown di Ritholtz Management sostiene che “Non si immagina di fare a meno dei grafici”, che sono poi strettamente correlati a supporti e resistenze.
Un altro trader che si è dimostrato pubblicamente aperto alla questione è Anthony Bolton, spesso chiamato “l’alternativa inglese a Warren Buffett” e autore di diversi libri sugli investimenti. Una delle voci più autorevoli di Wall Street, Bolton ha dichiarato “Se mi trovassi su un’isola deserta con solo uno strumento da poter utilizzare, sarebbe il grafico”. Il suo libro più importante, Investing with Bolton, ha molte pagine dedicate al concetto di supporto e resistenza.
Dall’altra parte, chiaramente, non tutti sono d’accordo. Warren Buffett, ad esempio, è da sempre stato contrario all’utilizzo di indicatori e strumenti di analisi tecnica in generale. Una volta disse, ironicamente, di aver abbandonato l’analisi tecnica dopo aver ribaltato il grafico al contrario ed essersi accorto che questo non aveva cambiato minimamente la sua capacità di interpretarlo.
Supporti e resistenze: Migliori forum per imparare e documentarsi
Parlando di forum, ne esistono diversi su cui si parla di analisi tecnica e di supporti e resistenze. Il primo che citiamo, come sempre, è il forum ufficiale di Metatrader (mql5.com). Qui si parla molto della piattaforma, ma anche di tutto quello che riguarda i mercati finanziari e il trading. Ci sono thread interessanti sia per chi vuole parlare di trading discrezionale con supporti e resistenze, sia (ancora di più) per chi è interessato alla materia degli algoritmi che identificano i livelli chiave di prezzo.
Anche su TradingView si parla quotidianamente di supporti e resistenze. Per il modo in cui è costruita la piattaforma possiamo definirla una via di mezzo tra un forum e un social network dedicato al trading. Attraverso le “Ideas“, i trader possono dire la loro sugli strumenti finanziari che reputano più interessanti e avere un feedback da parte della community all’interno di un ambiente organizzato e tendenzialmente privo di spam.
Entrambi i forum che abbiamo appena menzionato sono internazionali, il che significa che si comunica quasi esclusivamente in inglese al loro interno. Per chi vuole partecipare a conversazioni in Italiano, il forum di InvestireOggi ha gradualmente preso una piega molto dedicata all’analisi tecnica e il livello della conversazione si è fatto piuttosto alto nel corso del tempo. L’unica pecca è che non è sempre ricco di nuove conversazioni.
Una delle community internazionali che sta emergendo con sempre maggiore forza è r/investing, un subreddit totalmente dedicato agli investimenti. Reddit è da sempre un forum/social dove si trova davvero di tutto, ma questo è un sub-reddit molto serio e tendenzialmente frequentato da persone che conoscono bene l’argomento. Anche se una gran parte degli utenti non parla di analisi tecnica ma di fondamentali, ci sono comunque nuove conversazioni sul tema ogni giorno.
Supporti e resistenze funzionano? Sono affidabili?
Supporti e resistenze sono un argomento discusso in lungo e in largo, al punto che c’è un eccesso di informazioni in circolazione che genera confusione. La confusione è il regno dove prosperano i millantatori, per cui a questa situazione di base si aggiungono spesso corsi e risorse molto poco valide che contribuiscono ad alimentare una confusione peggiore. Ecco perché si sentono trader che sostengono a gran voce l’importanza dei livelli chiave e altri che denigrano invece questi concetti.
Per comprendere l’affidabilità di supporti e resistenze bisogna comprendere due cose alla base del discorso. La prima è che non tutte le strategie sono uguali: alcuni trader si basano di più sui fondamentali, sui numeri e sulla macroeconomia; questi trader tendenzialmente non fanno uso di supporti e resistenze, ma non significa che siano uno strumento inaffidabile. Infatti esiste un’altra ampia base di investitori che preferiscono l’analisi comportamentale dei grafici e ritengono essenziali i livelli chiave per identificare i punti dove si incontrerà una forte pressione di compratori e venditori.
Il secondo elemento importante per poter parlare di affidabilità di supporti e resistenze riguarda le capacità del singolo trader. Una persona che usa qualunque strumento nel modo sbagliato finirà per ottenere risultati scadenti, ma questo non deve gettare in cattiva luce lo strumento. Spesso i trader meno profittevoli tendono a incolpare le piattaforme, gli indicatori e il mercato per degli errori che hanno commesso in prima persona.
Il riassunto è che supporti e resistenze possono essere uno strumento utile. Lo sono quando vengono utilizzati in una strategia coerente e quando vengono posizionati sul grafico in modo efficace. Una strategia incoerente o una tecnica scorretta rendono lo strumento inefficace. Per questo è raccomandato accumulare esperienza sul conto demo prima di fare trading con denaro reale su strategie basate su supporti e resistenze.
Supporti e resistenze: Le nostre opinioni sulla loro efficacia
A nostro avviso supporti e resistenze sono una parte del trading che non va ignorata. Non si può negare che, scorrendo i grafici, ci siano delle correlazioni evidenti tra certi livelli di prezzo di uno strumento finanziario e l’andamento di domanda e offerta per quello strumento. Tuttavia, è importante ricordarlo, sono soltanto una delle tante componenti che formano il mondo dell’analisi sui mercati finanziari.
Non si può leggere i mercati come la storia di un susseguirsi di livelli chiave. Esistono notizie che influenzano l’andamento degli strumenti finanziari, esistono dati di bilancio che pesano sull’andamento delle azioni, esistono scelte delle banche centrali che muovono i mercati in una direzione o nell’altra. Esistono anche eventi imprevisti, scelte politiche e tanto altro. Senza considerare il numero di indicatori e oscillatori di analisi tecnica che giocano un ruolo in tutto questo.
Un trader deve conoscere le basi dell’utilizzo dei livelli chiave, esattamente come deve conoscere tutto quello che riguarda il mondo dei mercati finanziari. Se utilizzate al momento giusto possono essere molto utili, ma rimangono un pezzo di un puzzle molto più ampio. Per questo, come sempre, ricordiamo a tutti gli investitori l’importanza di continuare a formarsi nel corso del tempo e di non fermarsi mai alle informazioni di cui si dispone già.
Considerazioni finali
Supporti e resistenze sono elementi importanti nel mondo del trading online. La nostra redazione segue il mondo del trading online dai suoi albori, e fin da allora si è sempre sentito parlare di questo argomento. Sono nati nuovi indicatori, sono nate nuove interpretazioni, ma rimangono comunque uno dei punti più toccati nelle discussioni sull’analisi tecnica. E quando un argomento riesce a resistere nel tempo, specialmente sui mercati finanziari, significa che ha una sua rilevanza.
Un trader che vuole migliorare la sua capacità di fare previsioni dovrebbe concentrarsi anche su questo argomento. Insieme a tutte le strategie di analisi tecnica, forma un bagaglio utile che al momento giusto può fare la differenza. Dall’altra parte non si possono rinnegare i fondamentali dei mercati finanziari, né si può fingere che il solo grafico sia in grado di trasmettere tutte le informazioni per prevedere domanda e offerta di uno strumento finanziario in futuro.
Con l’avvento degli algoritmi di trading, sarà interessante osservare quali nuove soluzioni verranno inventate per trovare in modo ancora più veloce e preciso i punti di maggiore accumulo di domanda e offerta per un certo strumento finanziario. Di certo torneremo ad aggiornare la guida per segnalarli, non appena ci saranno novità degne di nota.
Supporti e resistenze FAQ: domande frequenti
Cos’è un supporto nel trading online?
Si tratta di un livello di prezzo dove il grafico tende a rimbalzare verso l’alto. La spiegazione più razionale è che sia un punto in cui molti investitori ritengono sottovalutato il prezzo di uno strumento finanziario e sono dunque disposti a comprarlo.
Cos’è una resistenza nel trading online?
Una resistenza è un punto del grafico in cui il prezzo di uno strumento finanziario tende a rimbalzare verso il basso. Solitamente viene interpretato come un livello di prezzo al quale lo strumento è sopravvalutato, generando dunque tanti ordini di vendita in un tempo ridotto.
Come si trovano i livelli di supporto e resistenza?
Il modo più tradizionale per identificare i livelli di supporto e resistenza consiste nell’osservare in quali punti il grafico di uno strumento finanziario ha rimbalzato in passato.
Supporti e resistenze funzionano?
Supporti e resistenze sono uno strumento utile, ma rappresentano soltanto una parte di tutto il mondo dell’analisi dei mercati finanziari. Per questo non vanno né ignorati, né visti come uno strumento infallibile.
Quali indicatori identificano i livelli di supporto e resistenza?
Indicatori in grado di identificare i livelli di supporto e resistenza sono lo zig zag, i livelli di Fibonacci, il Donchian Channel, le trend line e le bande di Bollinger.
Cosa significa “il prezzo taglia il supporto”?
In analisi tecnica, si dice che il prezzo “taglia il supporto” quando lo oltrepassa con forza a ribasso.
Cosa provoca i livelli di supporto e resistenza?
La spiegazione più classica è che ci siano dei livelli di prezzo in cui sono posizionati molti ordini vicini da parte di compratori e venditori. I compratori si posizionano più in basso per comprare a un prezzo scontato, dando vita ai supporti. I venditori si posizionano più in alto, per vendere a un premium price, generando le resistenze.
Guide Indicatori Trading
Media mobile ponderata (WMA)
La media mobile ponderata (Weighted Moving Average), nel trading online, è un indicatore utilizzato per lo studio dei trend in corso e dei loro possibili cambiamenti. A differenza della media mobile semplice, la media mobile ponderata è più influenzata dai valori recenti assunti dal prezzo. Per questo è più simile alla media mobile esponenziale, da cui differisce per il modo in cui viene calcolata.
Nel corso del tempo, investitori e analisti hanno cercato di superare i limiti delle medie mobili semplici. In particolare, il fatto che il loro valore potesse essere influenzato troppo dalle prime candele tenute in considerazione e meno da quelle più recenti. La media mobile ponderata si propone di risolvere questo problema, assegnando un peso crescente ai valori via via più recenti.
Non è chiaro chi abbia inventato o formalizzato questo indicatore. Si pensa che sia semplicemente la trasposizione nel trading online delle medie ponderate utilizzate in statistica; nel corso degli anni diversi strumenti statistici, dalla deviazione standard alla regressione lineare, sono stati soggetti a test sui grafici di trading.
La media mobile ponderata può essere utilizzata su diverse asset class, mantenendo inalterato il suo funzionamento. Tuttavia, il campo di applicazione principale è il Forex. Il mercato delle valute, essendo meno ancorato alle notizie di giornata, permette di ottenere delle medie più indicative.
Indicatore Media Mobile Ponderata – Introduzione argomento:
❓Cos’è: | Studia il trend in corso basandosi sui valori recenti del prezzo. |
🎮Come testare: | Conti di trading demo [I migliori sono gratis] |
💪Difficoltà: | Media |
👍Efficacia Trading: | Alta |
👨🎓Didattica: | Corsi di trading / eBook / Seminari / LiveCoach 1:1 |
🤔Opinioni: | ⭐⭐⭐⭐⭐ |
Cos’è la Media Mobile Ponderata (WMA)
La media mobile ponderata è un indicatore che appare sul grafico come una semplice linea. Questa linea, in ogni punto, rappresenta la media di un certo numero di valori scelti arbitrariamente dal trader che l’ha posizionata sul grafico. Ognuno dei valori tenuti in considerazione nel calcolo viene moltiplicato per un fattore di ponderazione, che determina il suo peso sul risultato finale.
Il fattore di ponderazione può essere scelto arbitrariamente dalla piattaforma di trading, oppure può essere impostato manualmente dall’utente, a seconda del servizio utilizzato. Ciò che non cambia è che il fattore di ponderazione dà rilevanza maggiore alle candele più recenti, riducendo quella delle candele più “vecchie“.
Un esempio pratico può essere quello di una media ponderata a 10 periodi, con un fattore di ponderazione in base 10. In questo caso:
- Al primo valore, il meno recente in assoluto, verrà attribuito un peso pari al 10% di quello del valore più recente;
- Il terzo valore avrà un peso pari al 20% di quello del valore più recente;
- Terzo, quarto, quinto, sesto valore e così via avranno tutti un peso del 10% più alto rispetto a quello precedente;
- L’ultimo valore, il decimo, sarà quello con il peso maggiore.
Maggiore è il peso del fattore di ponderazione, maggiore sarà il peso delle candele più recenti sul calcolo della media ponderata.
Media mobile ponderata (WMA) come funziona
La media mobile ponderata può assumere virtualmente qualunque valore positivo, dal momento in cui il prezzo di un asset -salvo in rarissimi casi- non può essere inferiore a zero.
Questo strumento riflette l’andamento del prezzo, esattamente ciò che fanno anche le candele sul grafico. La differenza è che le candele, riflettendo ogni movimento del prezzo di un asset, tendono a rappresentare i trend in un modo più difficile da leggere e da interpretare. La media mobile ponderata, invece, segue il mercato con minori oscillazioni.
Se di recente il prezzo di un certo strumento è entrato in un trend forte, la WMA tenderà a seguirlo rapidamente. Le oscillazioni recenti, avendo più peso, muovono velocemente la linea in direzione del trend. Questa è una differenza rilevante rispetto alla media mobile semplice, che tende a seguire i trend in ritardo per via del peso uguale di tutte le candele.
Anche se questo favorisce l’identificazione più rapida delle tendenze di mercato, rende più facile ottenere falsi segnali quando le candele più recenti hanno visto forti movimenti di prezzo. Per questo, di solito, le medie semplici sono le prime ad essere imparate da chi studia l’analisi tecnica; le medie ponderate vengono applicate in seguito, richiedendo maggiore sensibilità e attenzione ai falsi segnali.
Oltre che per individuare i trend nel momento in cui stanno nascendo, la WMA può essere utilizzata anche per altri obiettivi. Ad esempio, alcuni trader la utilizzano per identificare livelli di supporto e resistenza o per aggiustare il take profit e lo stop loss delle posizioni già aperte. Se si utilizza un time frame molto lungo o si sceglie di applicare la media su un arco di tempo abbastanza ampio, può anche servire a identificare i trend di lungo termine.
Media mobile ponderata (WMA): calcolo e formula
Per calcolare la media mobile ponderata bisogna partire dalla scelta del numero di periodi da considerare e dal fattore di ponderazione. A questo punto si moltiplica ogni valore per il suo fattore di ponderazione. Il risultato viene poi diviso per il numero totale di periodi. Sommando tutti i risultati ottenuti in questo modo si ottiene infine il valore della Weighted Moving Average.
La formula di questo calcolo, in una media mobile di N periodi, è la seguente:
WMA = (P1 * FP1)/N + (P2*FP2)/N + … + (Pn * FPn)/N
Dove:
- P1 è il primo prezzo considerato nella media
- FP1 è il primo fattore di ponderazione
- N è il numero di valori che compongono la media
- P2, … , PN rappresentano i prezzi di tutti i successivi periodi della media
- FP2, … , FPn rappresentano i fattori di ponderazione di tutti i periodi successivi al primo
A differenza di altri strumenti di analisi tecnica, come l’indicatore di momentum, sarebbe molto difficile calcolare a mente il risultato della media. Specialmente quando la media tiene in considerazione un numero elevato di periodi, è facile perdersi nei calcoli. Tuttavia un po’di dimestichezza con i calcoli è sempre richiesta, perché rimane in capo al trader la scelta del fattore di ponderazione da utilizzare.
Dalla formula della media mobile ponderata emergono alcune importanti considerazioni di stampo matematico e statistico. La prima è che il peso di ogni periodo dipende dal numero totale di periodi considerati nella media: più ce ne sono, più ciascuno di questi peserà di meno sul risultato finale. Il fattore di ponderazione contribuisce a rendere più importanti per il risultato i periodi più recenti; da ultimo, anche il numero totale di periodi contribuisce a rendere meno rilevanti i periodi più remoti.
Media mobile ponderata (WMA) Grafico
Sul grafico, la media mobile ponderata appare come una semplice linea di cui il trader può sovente definire il colore, in modo da renderla più distinguibile dalle candele. Nell’immagine poco sotto è visibile la sua applicazione su un grafico del cambio EUR/USD, utilizzando lo stesso numero di periodi (10) ma diversi fattori di ponderazione.
I due grafici sotto riportati sono stati ottenuti dalla nostra redazione sul celebre broker eToro, diventato ormai la scelta più popolare tra i trader italiani. Vista la sua nutrita selezione di indicatori e oscillatori, insieme agli spread bassi e alla scelta di asset su cui investire, è uno dei broker più amati dai trader che praticano analisi tecnica.
La differenza nel percorso delle due linee evidenzia quanto sia importante la scelta del fattore di ponderazione. La WMA verde, avendo un fattore più piccolo, tende ad attribuire meno importanza ai periodi più recenti; si muove seguendo più lentamente i movimenti del prezzo, ma i trend risultano più netti e visibili.
La linea blu, al contrario, è fortemente ponderata per dare più importanza ai valori recenti assunti dal cambio. Così evidenzia prima i picchi e i ritracciamenti, ma è più viziata dall’andamento zigzagante che rende meno evidenti i trend in corso. Da notare come le due medie intercettano il grafico in punti diversi, il che significa che anche il trading operativo diventa diverso in base al fattore scelto.
Come usare la Media Mobile Ponderata (WMA) nel Trading Online
La media mobile ponderata viene utilizzata spesso nel mondo dell’analisi tecnica con l’obiettivo di rapportare il prezzo attuale di un asset al suo andamento recente. Dalla posizione della linea sul grafico possono emergere dei livelli di chiavi di prezzo, dei trend non visibili con il solo uso delle candele, oppure dei segnali trading di entrata e uscita dal mercato.
L’utilizzo più comune riguarda lo studio della posizione delle candele rispetto alla media. Nella cultura classica dell’analisi tecnica, quando il prezzo si muove al di sotto della media indica la presenza di un trend ribassista in corso. Questo suggerisce al trader di tenere in considerazione solo i segnali di vendita allo scoperto, in modo da non investire contro la tendenza attuale di mercato. Lo stesso vale, al contrario, quando le candele si muovono al di sopra della media.
In altri casi vengono studiati i livelli in cui la media ha raggiunto un livello chiave per poi rimbalzare verso l’alto o a ribasso. In questo modo diventa più semplice identificare supporti e resistenze, spesso in dei punti che passano inosservati con il solo uso delle candele.
Da ultimo, durante un trend di mercato si verificano momenti in cui la media mobile ponderata segue il trend a rialzo o a ribasso. In questi casi, alcuni trader suggeriscono di utilizzare la WMA come una trend line. Altri tracciano manualmente la trendline, per poi studiare le intersezioni tra la linea disegnata e la media mobile ponderata.
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Indicatore Media Mobile Ponderata (WMA): dove si usa
Di seguito le migliori piattaforme trading consigliate da TradingOnline.com dove è possibile fare analisi ed utilizzare la media mobile ponderata per le proprie strategie di trading.
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Come fare trading con le Medie Mobili Ponderate (WMA)
Per utilizzare le medie mobili ponderate nel trading operativo esistono diversi percorsi possibili. Questi permettono di individuare sia segnali di acquisto che segnali di vendita, a seconda di come la linea è posizionata rispetto al grafico e dei punti in cui lo interseca.
Negli esempi che vedremo tra poco viene utilizzata la strategia più semplice tra tutte quelle che utilizzano la media mobile ponderata. Malgrado la sua semplicità, in ogni caso, è ampiamente utilizzata anche dagli analisti ed è ampiamente riconosciuta per la sua efficacia. Si basa sull’utilizzo di due diverse medie ponderate, una più “veloce” e una più “lenta“.
Una media ponderata veloce è una media che viene calcolata su un numero ridotto di periodi, indicativamente tra 5 e 12. Viene chiamata in questo modo perché ogni valore pesa molto sul risultato finale, per cui ad ogni nuova candela la posizione della media tende a variare in fretta. Una media lenta, invece, tiene in considerazione un maggior numero di periodi e dunque il suo risultato tende a variare più lentamente.
In generale, quando la media più veloce taglia quella lenta a rialzo -cioè dal basso verso l’alto- viene generato un segnale di acquisto. Al contrario, quando il taglio avviene a ribasso -cioè dall’alto verso il basso- lo si interpreta come segnale di vendita. Chiaramente si ha una precisione migliore se questo segnale viene verificato anche da altri indicatori di trading.
Per formare una strategia di trading completa, può essere utile utilizzare la media mobile ponderata insieme a un indicatore di momentum come l’oscillatore stocastico. In questo modo si studia il trend in corso in due modi diversi, che si completano a vicenda per generare un segnale più forte.
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Media Mobile Ponderata (WMA): segnale di acquisto (buy)
Per andare alla ricerca di un segnale di acquisto bisogna iniziare posizionando entrambe le WMAs sul grafico. La scelta è del trader, ma l’importante è che una sia nettamente più veloce dell’altra. Ad esempio, nel grafico in basso la media arancione è quella veloce (7 periodi) mentre quella viola è più lenta (50 periodi).
Nel punto 1 la linea arancione taglia nettamente a rialzo quella viola, assumendo una posizione quasi verticale sul grafico. Purtroppo il punto di incrocio è in parte nascosto dalle candele, come sovente accade, ma con un po’di attenzione lo si nota. Questo è un segnale che il trend rialzista sta prendendo più forza, spingendo il cambio EUR/USD verso l’alto.
Nel punto numero 2, al contrario, la media mobile lenta è posizionata al di sopra di quella veloce. Questo suggerisce che il trend abbia perso forza, portando dunque alla chiusura della posizione. Volendo, per non sacrificare così tanti pip, la posizione si sarebbe potuta chiudere leggermente prima quando è diventato evidente che le due medie mobili si stavano avvicinando.
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Media Mobile Ponderata (WMA): segnale di vendita (sell)
I segnali di acquisto vengono ricavati nello stesso modo, semplicemente invertendo la posizione delle due medie ponderate. Significa che viene generato un segnale di vendita quando la linea più lenta taglia a rialzo quella più veloce.
Il fatto che questi due segnali siano complementari permette anche di elaborare strategie basate sul ribaltamento continuo delle posizioni: quando la linea veloce taglia a rialzo quella più lenta si compra, poi si chiude quando le due linee si invertono e contemporaneamente si apre una posizione di vendita allo scoperto.
Nel punto 1 avviene il crossover ribassista, con la linea viola (più lenta) che taglia e si stacca nettamente da quella più veloce. Viene generato un segnale di vendita, con conseguente apertura della posizione. Il trend viene cavalcato fino al punto numero 2, dove si forma un nuovo crossover e la posizione viene chiusa.
A questo punto, come evidenziato poco sopra, si potrebbe approfittare del nuovo crossover per aprire una posizione di acquisto e iniziare a cavalcare il nuovo trend rialzista. La cosa più importante è evitare di utilizzare questo meccanismo nelle fasi laterali di mercato, perché quando non è in corso alcun trend i segnali diventano decisamente meno precisi.
Ci sono diversi modi per identificare e scartare i segnali generati da una fase laterale di mercato. Si possono utilizzare, ad esempio, degli indicatori di momentum per capire se al momento il mercato sia privo di un vero e proprio trend. Può anche essere utile studiare l’angolo con cui le linee si attraversano: se il taglio è netto, con le linee che prendono direzioni molto diverse, è probabile che il segnale sia vero.
WMA Indicator: Ulteriori consigli utili
La media mobile ponderata è uno strumento interessante, ma non semplice da utilizzare. Grazie al suo fattore di ponderazione, permette maggiore flessibilità e una reazione più rapida ai segnali di mercato. Dall’altra parte, però, va tenuto in considerazione che sbagliarne i settaggi vanifica in gran parte i suoi vantaggi.
Utilizzando un time frame più lungo per le candele, come 1H o 4H, si ottengono solitamente segnali più corretti e si riescono a cavalcare dei trend di medio-lungo termine. I time frame più bassi vengono utilizzati a fini speculativi, ma bisogna essere più bravi a identificare i falsi segnali. In un primo momento, la scelta dei time frame più lunghi si adatta meglio alle capacità di un trader poco esperto.
Il nostro consiglio è quello di approcciare le WMA e le EMA soltanto dopo aver preso una buona dimestichezza con le medie mobili semplici e con le strategie che le riguardano. In questo modo, fin dai primi utilizzi, si comprenderà meglio il comportamento della media ponderata e si sarà più efficaci nella lettura e nell’interpretazione dei suoi segnali.
Per fare trading operativo con due diverse medie ponderate è necessaria ancora più pratica, perché in questo caso bisogna efficientare le impostazioni di entrambi gli indicatori affinché la strategia funzioni correttamente.
Tutto ciò richiede una buona dose di impegno e di formazione, due elementi che d’altronde sono presenti in ogni aspetto del trading online. Dall’altra parte, ciò che si può ottenere con la giusta persistenza è quantomeno allettante: uno strumento in grado di superare in molti casi l’utilità delle medie semplici, che a loro volta hanno scritto pagine di storia dell’analisi tecnica.
Il modo più semplice per iniziare è utilizzare una media mobile ponderata a 7-12 periodi e una a 50-200 periodi, entrambe con lo stesso fattore di ponderazione. Nel corso del tempo si può scegliere di applicare un fattore di ponderazione più alto alla media più veloce, per renderla ancora più sensibile, o di adattare il numero di periodi alla propria strategia di trading.
Lo step successivo, invece, è l’applicazione delle medie mobili ponderate in una strategia integrata che contiene anche altri strumenti di analisi tecnica. In questo modo si massimizza la qualità dei segnali di trading, scartando soprattutto i falsi segnali che si generano in fasi di trend laterale.
Considerazioni finali
Le medie mobili ponderate sono uno strumento di analisi tecnica interessante, con grandi potenzialità. Un trader in grado di usare le WMA correttamente può migliorare le strategie basate sulle medie semplici. Per altro, in realtà, una media mobile semplice non è altro che una WMA con un fattore di ponderazione di 1.
La scelta di time frame, numero di periodi e fattore di ponderazione è una delle più tecniche per un trader. Non esiste una combinazione assolutamente perfetta, per cui è essenziale fare pratica e cercare quella che si adatta meglio alla propria strategia di trading. Può essere utile anche fare dei backtest su periodi passati, in modo da ottenere più informazioni sulla bontà di una certa combinazione.
Sia le WMA che le EMA vengono ulteriormente considerate importanti per via del numero di strategie di trading in cui sono presenti. Sono due strumenti non semplici da padroneggiare, ma vale la pena di dedicarcisi per avere accesso ai loro segnali.
FAQ – Media Mobile Ponderata (WMA): domande e risposte frequenti
Cos’è una media mobile ponderata nel trading online?
Si tratta di un indicatore formato da una linea. La linea è formata dalla media dei valori assunti dal prezzo in un certo numero di periodi precedenti. A ognuno di questi periodi viene assegnato un peso diverso, in modo che il risultato finale sia più influenzato dai quelli recenti.
Cos’è il fattore di ponderazione?
In una media mobile ponderata, il fattore di ponderazione determina che peso viene dato a ciascuno dei periodi considerati nel calcolo. Più è alto, più i valori recenti influenzeranno la media.
Che differenza c’è tra media mobile semplice (SMA) e ponderata (WMA)?
La media mobile semplice assegna ad ogni valore lo stesso peso. Nella media ponderata, invece, c’è un fattore di ponderazione che assegna un peso crescente ai valori più recenti. Se una media ponderata ha un fattore di ponderazione di 1, sarà esattamente analoga alla media mobile semplice.
Come si ottengono segnali di trading dalle medie mobili ponderate?
Il modo più comune per ottenere buoni segnali di trading prevede di utilizzare due WMA, una più veloce e una più lenta. Quando la media veloce taglia a rialzo quella più lenta si genera un segnale di acquisto; quando succede il contrario, si ha un segnale di vendita.
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