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Nike investigata per sfruttamento di lavoro forzato in Cina

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Nike torna a soffrire accuse pesanti riguardo allo sfruttamento del lavoro minorile. Questa volta provengono dal Canadian Ombudsperson for Responsible Enterprise (CORE), un ente pubblico canadese che si occupa di investigare le pratiche non etiche e illegali delle imprese private. Per quanto Nike sia una società americana, ha una filiale locale (Nike Canada Corp.) che verrà giudicata in loco. In contemporanea è stata aperta anche un’altra investigazione da parte del CORE, contro la società Dynasty Gold Corporation che invece si occupa di estrazione mineraria.

L’investigazione riguarda alcune pratiche di produzione impiegate da Nike in Cina. Nello specifico, Nike è accusata di aver sfruttato il lavoro della minoranza Uyghur che da anni viene perseguitata dal governo cinese. L’investigazione del CORE è stata annunciata con un comunicato stampa accompagnato da un lungo report, nel quale vengono spiegati nel dettaglio i capi d’accusa. Il report si apre con un’affermazione importante: l’investigazione è stata aperta in seguito alle segnalazioni di ben 28 diverse organizzazioni canadesi, che puntano tutte quante nella stessa direzione. Questo significa che, anche se il processo giudiziale è ancora agli albori, ci sono delle basi solide su cui si fondano le accuse.

presentazione della notizia sull'investigazione per uso di lavoro forzato contro Nike
Per Nike si tratta di un ritorno nell’occhio del ciclone, dopo il decennio di accuse negli anni ’90 riguardante l’uso di lavoro minorile in Cina

Le accuse: sfruttamento di lavoro forzato e lavoro minorile

Se emergeranno delle prove concrete dei fatti di cui Nike è accusata, il danno all’immagine per l’azienda sarà molto difficile da riparare. Infatti il report spiega che la multinazionale americana dell’abbigliamento sportivo starebbe mantenendo relazioni commerciali con alcune imprese incluse in un elenco aggiornato dell’Australian Strategic Policy Institute. Si tratta di una lista in cui il governo australiano, per mano di enti specializzati, riporta i nomi di tutte le imprese cinesi che impiegano il lavoro forzato della minoranza Uyghur. Inoltre ci sarebbero delle prove concrete del fatto che Nike ha ricevuto almeno tre spedizioni da una società chiamata Qingdao Taekwang a luglio 2019; questa è un’azienda che notoriamente impiega il lavoro forzato della popolazione Uyghur nella sua forza lavoro.

Sono riportati anche i nomi di molte altre società all’interno del report: Esquel Textile, Qingdao Jifa Group e altri ancora. Tutti nomi di aziende che, secondo diverse fonti, impiegano lavoro forzato -paragonabile a una vera e propria schiavitù moderna- nel loro processo produttivo. La situazione ricorda molto quella degli anni ’90, quando una lunga serie di accuse di alto profilo furono rivolte a Nike con l’accusa di sfruttare il lavoro minorile sottopagato in Cina. Da quel momento Nike ha cercato di migliorare l’immagine delle proprie pratiche del lavoro, cercando di riparare al danno subito. A distanza di trent’anni, con un mercato molto più sensibile a queste tematiche, la situazione potrebbe ora ripetersi.

foto di un mercato frequentato dalla popolazione Uyghur
Il governo cinese non tollera che la popolazione Uyghur parli una lingua diversa e non si allineato con la cultura generale che il PCC vorrebbe imporre in Cina

Uyghur, la minoranza che Nike starebbe sfruttando

La Cina è da anni oggetto di critiche internazionali per il trattamento degli Uyghur, un gruppo etnico e religioso di lingua turca che vive principalmente nella regione dello Xinjiang, nel nord-ovest del paese. Secondo una lunga serie di indagini e testimonianze, le autorità cinesi hanno implementato politiche oppressive nei confronti degli Uyghur, tra i quali spicca il confinamento forzato di un numero significativo di individui in campi di detenzione. Ufficialmente, il Partito Comunista Cinese li definisce “campi di rieducazione”.

All’interno di questi campi, si sostiene che gli Uyghur siano sottoposti a detenzione arbitraria, privazione dei diritti umani fondamentali, torture, propaganda perpetua, lavoro forzato e assimilazione culturale. Ci sono anche accuse di sterilizzazione forzata e coercizione nell’ambito di politiche di controllo demografico.

Le autorità cinesi negano le accuse, per quanto siano fatti ben documentati da una lunga serie di fonti. Vari enti nazionali e sovranazionali hanno anche costituito degli elenchi in cui vengono riportati i nomi di imprese che sfruttano il lavoro forzato degli Uyghur, tra cui figurano aziende con cui Nike starebbe intrattenendo rapporti commerciali. Investigare la materia non sarà facile, dal momento che la Cina tenta di occultare le prove legate al trattamento di questa minoranza. Si stima che questa popolazione conti 10 milioni di individui e che oltre un milione di questi siano stati detenuti o uccisi dal 2014 a oggi.

Laureato in Economia Aziendale all'Università degli Studi di Torino, digital nomad e investitore esclusivamente in azioni. Gestore e chief-analyst del portafoglio azionario di TradingOnline.com. "Anche se difficile da ricordare a volte, un'azione in realtà non è un biglietto della lotteria...è la proprietà parziale di un'azienda" - Peter Lynch

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Investimenti

Nvidia: altra giornata di sofferenza. Siamo a -14% dai massimi

Nvidia: altra giornata negativa in borsa. Ecco cosa sta succedendo al titolo.

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NVIDIA CRACK

Altra giornata da incubo per Nvidia: chiusura in rosso, con un parziale recupero nell’after market. Il titolo continua a scontare problematiche sia a livello commerciale (con l’arrivo di importanti concorrenti), sia a livello legale, con le recenti problematiche con la Cina e con gli Stati Uniti in termini di antitrust. Il titolo è sotto del 14% dai suoi massimi e chiude un’altra giornata in rosso, trascinando con sé parte degli entusiasmi che circondavano il settore tech.

È la fine di un ciclo per NVIDIA? Probabilmente no, ma con l’attesa dei tagli ai tassi di domani la tensione è alle stelle, non tanto per i tagli che sembrano più che scontati, ma per il dot plot che includerà tutte le previsioni sui tagli futuri da parte dei membri del FOMC. Una situazione interessante, con la correzione di Nvidia che rimane però il centro focale di tutte le analisi sui mercati azionari di oggi.

Nvidia: che succede?

Dopo un periodo di successo incontrollato e incontrollabile, di dominio assoluto per quanto riguarda il settore che tira di più, ovvero quello dell’intelligenza artificiale, ecco la correzione che in tanti – in particolare le Cassandre – si aspettavano. -14% dai massimi e soprattutto -2% circa oggi, per una giornata di trading ancora negativa per un titolo che comincia a mostrare qualche problematica.

A pesare sono l’arrivo di concorrenti importanti, vedi Broadcom, che avrebbe già chiuso accordi con OpenAI e Apple, almeno secondo le voci di corridoio e anche le cause dell’antitrust che almeno in Cina hanno il profumo della ritorsione politica.

Una questione che dovrà essere pesata dai mercati anche alla luce dei prossimi dati sulle principali aziende AI, nonché appunto alla luce di quelle che saranno le decisioni del FOMC, in termini di dot plot, ovvero di previsioni di tagli per il 2025 e il 2026.

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Investimenti

Broadcom: +26% in borsa dopo gli annunci AI. OpenAi e Apple già clienti?

Broadcom piazza una performance incredibile in borsa. Ed è tutto merito dell’AI.

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AI BROADCOM

È stata una giornata incredibile per Broadcom, che ha chiuso la sessione di trading oltre il +26%, per una svolta verso l’intelligenza artificiale che già negli scorsi giorni aveva coinvolto il gruppo in notizie di mercato che la vedevano a fianco di Apple. Arrivano le prime stime di Hock Tan, CEO del gruppo, che ha detto di aspettarsi una revenue tra i 60 e i 90 miliardi di dollari nei prossimi 3 anni dai tre clienti che per non sono stati nominati.

La società ha inoltre annunciato che i tre hyperscaler già annunciati includeranno 1 milione di cluster con chip propri già nel 2025. Notizie importanti, in un trend che rimane il più importante di questo ciclo di mercato, quello dell’AI, e che ha già lanciato NVIDIA sulla vetta dl mondo per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato. Si chiameranno XPU, e potrebbero essere una delle novità più apprezzate dai mercati, anche finanziari, del 2024 e del 2025.

Tre clienti, che potrebbero già far girare tanto denaro

Continuano intanto i rumors su chi potrebbero essere i due nuovi clienti – per ora top secret – di questa nuova soluzione creata dal gruppo Broadcom, che secondo il CEO starebbero già lavorando allo sviluppo della loro prossima generazione di chip AI XPU. Secondo i rumors che circolano già da qualche giorno a Wall Street si potrebbe trattare di OpenAI e Apple, società sia interessate a questi tipi di sviluppo, sia in grado di andare a solleticare gli animal spirits dei mercati borsistici.

Broadcom si avvia a chiudere l’anno con il raddoppio del valore delle sue azioni in borsa, con il titolo che nella sessione di oggi ha superato i massimi di 221%. Siamo ormai nel territorio dei trillionaires, un Olimpo di società quotate al quale hanno accesso in pochi e che per altre realtà geografiche è soltanto un miraggio.

Tutto questo nella settimana che ha visto anche la circolazione di altri rumors di collaborazione con Apple per la realizzazione di chip per server di datacenter AI. Un momento particolarmente felice per Broadcom, che potrebbe essere una delle soluzioni di diversi operatori di mercato per tagliare i costi legati all’approvvigionamento di soluzioni targate Nvidia.

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Investimenti

Elon Musk, il suo patrimonio supera i 400 miliardi di dollari

Il patrimonio personale di Elon Musk ha superato i 400 miliardi di dollari, raggiungendo una cifra record.

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Elon Musk, il suo patrimonio supera i 400 miliardi di dollari

Elon Musk supera i 400 miliardi di dollari di ricchezza personale. Il primo in assoluto a raggiungere questo traguardo. A riferirlo è Bloomberg, che ha fatto due conti in tasca al miliardario e ha calcolato che le azioni Tesla sono aumentate di oltre il 70% da quando, nei primi giorni di novembre, Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti.

Come se questo non bastasse, SpaceX e i suoi investitori hanno concordato di arrivare ad acquistare qualcosa come 1,25 miliardi di dollari dell’azienda: grazie a questa operazione la società spaziale è arrivata a valere 350 miliardi di dollari. La transazione ha fatto in modo che il patrimonio personale di Elon Musk crescesse di 50-58 miliardi di dollari, arrivando alla considerevole soglia di 440 miliardi di dollari.

Elon Musk beneficia della nuova valutazione di SpaceX

Nel corso della giornata il patrimonio di Elon Musk ha fatto un bel balzo in avanti: è cresciuto di una cifra compresa tra i 50 ed i 58 miliardi di dollari a seconda delle fonti che lo riferiscono. Il miliardario statunitense ha beneficiato di un’operazione che ha coinvolto SpaceX: l’azienda e i suoi investitori interni hanno accettato di riacquistare le azioni interne. L’accordo ha assegnato alla società una valutazione pari a 350 miliardi di dollari.

Partendo proprio da questa valutazione, la quota in mano ad Elon Musk – che è stimata al 42% – vale la bellezza di 147 miliardi di dollari. Ossia il 50% in più rispetto alla valutazione effettuata a giugno, quando l’ultima offerta di azioni aveva stimato il valore di SpaceX in 210 miliardi di dollari. Tra l’altro questa nuova valutazione contribuisce a rendere SpaceX la società privata con il valore più alto al mondo, arrivando a superare:

  • TikTok;
  • ByteDance:
  • OpenAI (lo sviluppatore di ChatGPT);
  • Stripe.

Su X Elon Musk ha scritto che la cosa pazzesca è che quasi nessun investitore aveva intenzione di vendere delle azioni nemmeno quando si era arrivati alla valutazione di 350 miliardi di dollari.

L’anno d’oro di Elon Musk

Indubbiamente i 400 miliardi di dollari raggiunti da Elon Musk rappresentano, a tutti gli effetti, una pietra miliare. Dal 1° gennaio di quest’anno il patrimonio è aumentato di oltre 150 miliardi di dollari. A questo risultato è riuscito ad arrivare grazie all’aumento della valutazione di SpaceX e a Tesla, la quale, indubbiamente, costituisce una delle parti più importanti del suo patrimonio. Non deve essere dimenticato, inoltre, il suo 54% in xAI, la startup di intelligenza artificiale, che alcuni investitori privati avrebbero valutato 50 miliardi di dollari a novembre.

Dalle elezioni presidenziali che hanno visto vincere Donald Trump, le azioni Tesla sono cresciute del 70%. Con il tycoon Elon Musk è riuscito a costruire un rapporto sempre più stretto, arrivando ad investire centinaia di milioni e innumerevoli ore nella sua campagna elettorale. Con ogni probabilità Elon Musk dovrebbe arrivare ad avere un ruolo anche nella nuova amministrazione Trump: potrebbe assumere il ruolo di co-responsabile del previsto dipartimento per l’Efficienza governativa (Department of Government Efficiency, Doge), che ricoprirà un ruolo attivo nelle decisioni che potrebbero portare al taglio delle spese del governo federale. Ma soprattutto un ente che potrebbe avere un ruolo su importanti decisioni normative che potrebbero impattare direttamente sulle aziende di Elon Musk.

Il 2024 è stato contrassegnato da molte buone notizie per il miliardario. Ma ce ne sono state anche di negative: nei primi mesi dell’anno, per esempio, un giudice del Delaware ha annullato il suo accordo del 2018 per ricevere opzioni pari ad un ulteriore 9% di Tesla, che in quel periodo valeva 56 miliardi di euro. Nel corso delle ultime settimane il giudice ha ribadito la sua decisione, anche se gli azionisti hanno approvato una seconda volta il pacchetto.

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Investimenti

Inflazione non morde: NASDAQ sopra i 20.000, volano anche crypto e Bitcoin

Nasdaq chiude per la prima volta sopra i 20.000. Spinge il tech, bene le crypto.

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BULLISH NASDAQ

Gli attesi dati sull’inflazione USA non spaventano più di tanto e preparano il terreno perfetto per un taglio dei tassi di dicembre. Tutto secondo aspettative, con l’inflazione classica che fa registrare un +2,7%, confermando il leggero rimbalzo dai minimi di due mesi fa e la Core – la misurazione che non tiene conto di alimentari e energetici – che rimane stabile al 3,3%. Una sorta di situazione idilliaca per gli asset risk on, che possono così far registrare una corsa importante che ha visto non solo Bitcoin tornare sopra i 100.000$, ma anche Tesla e alcune delle magnifiche sette fissare nuovi record.

È un mix importante tra aspettative di una politica monetaria finalmente in volo verso i territori meno restrittivi, la solita luna di miele che accompagna le elezioni del nuovo presidente e più in generale un ottimismo che è alimentato da un’economia USA che continua ad avere fondamentali molto più solidi di quelli delle altre economie sviluppate.

La lunga corsa dell’azionario USA continua

NASDAQ per la prima volta della sua storia sopra i 20.000 punti, alimentato da una fiducia per il settore tech che poggia sulle spalle dell’intelligenza artificiale ma non solo. A fare notizia oggi è l’intenzione di Apple di sviluppare chip per l’AI insieme a Broadcom, nonché quanto di interessante è stato prodotto anche da Tesla nel corso dell’ultimo incontro con gli azionisti, ovvero quella Model Q che arriverà sul mercato con un prezzo di 30.000$ e pronta a conquistare quote di mercato importanti.

Una giornata che passerà agli annali, in attesa dell’incontro del 18 dicembre del FOMC che deciderà sui tassi, e che – cosa più importante – sarà accompagnato anche dalle previsioni di Federal Reserve sul ciclo di tagli. Previsioni che non sempre poi vengono seguite dai fatti, ma che comunque innescheranno delle reazioni importanti da parte dei mercati. Reazioni che si intensificheranno proprio in avvicinamento all’ultima delle grandi decisioni di un 2024 che si chiuderà comunque in modo molto positivo per gli investitori in azioni sul mercato USA.

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Investimenti

Tesla: il mercato premia le novità con un +2,9%. DB alza il target

Tesla vola dopo l’annuncio di Model Q, un low cost da 30.000 dollari che potrebbe conquistare una fetta di mercato importante.

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Tesla stocks up

Arriva una buona notizia per Tesla. La società guidata da Elon Musk incassa un incremento del prezzo target di Deutsche Bank, che premia le novità che il gruppo ha annunciato agli investitori. Tutto questo in un momento di enorme difficoltà per tutto il settore dell’elettrico e più in generale per il settore dell’auto, tanto negli USA quanto, in modo forse più accentuato, in Europa. A piacere agli investitori – e in particolare agli analisti di Deutsche Bank, ci sono le nuove proposte. Dalla Model Q che arriverà durante la prima metà del 2025 e che – sussidi inclusi – dovrebbe avere un prezzo sotto i 30.000$ per gli Stati Uniti. Una risposta dell’azienda in grado di poter muovere le vendite e che, per l’appunto, è piaciuta ai mercati.

Mercati che hanno premiato il titolo con un solido +2,87%, nonostante la riunione si sia occupata di prodotti dell’azienda più trendy: dai sistemi a guida automa passando per i robot Optimus e per i robo-taxi, prodotti che però almeno sul breve avranno con ogni probabilità un impatto ridotto rispetto appunto alla Model Q.

La battaglia per gli EV a basso costo

Da un lato c’è l’aiuto del governo USA, che anche prima dell’insediamento di Donald Trump è stato molto duro con la componentistica cinese e con i veicoli prodotti in Messico, dall’altro una soluzione che sembrerebbe poter accontentare tutti. Un’auto elettrica dal costo ridotto – con soglie minime di prezzo che per molti saranno fantascientifiche – e con una buona capacità di output e vendite già dalla prima presentazione.

Il prezzo sarebbe comunque interessante anche se dovesse essere rimosso il sussidio: si parla di 37.499$ per veicolo, come prezzo base, che renderebbe comunque molto appetibile la vettura anche per i ceti meno abbienti. Per l’analista di Deutsche Bank questo aumenterà lo share di mercato di Tesla, nel settore EV, in modo sostanziale. Staremo a vedere come risponderà il mercato degli acquirenti di auto. Le borse, almeno oggi, hanno già parlato.

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