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Cambio di trend tra gli automobilisti: gli EVs perdono trazione e gli ibridi la ritrovano
Proprio quando sembrava che i veicoli elettrici fossero impossibili da fermare, tra i consumatori sta nascendo un’evidente tendenza a preferire gli acquisti di veicoli ibridi. Non soltanto questo risulta evidente dal pessimo trimestre di Tesla nel Q1 2024 e dai dati sotto le attese legati a molte altre case automobilistiche, ma ora lo conferma anche un sondaggio su larga scala condotto dall’American Automobile Association (AAA). L’associazione, che ha pubblicato da poco i risultati del suo ultimo sondaggio, rivela che meno di un americano su cinque si dichiara intenzionato ad acquistare un’auto totalmente elettrica la prossima volta che cambierร macchina.
Il sondaggio รจ stato condotto ad aprile su oltre 1.100 automobilisti americani, per cui i dati che riporta sono piรน recenti rispetto a quelli dei bilanci del Q1 2024. Inoltre il campione della popolazione intervistato รจ stato scelto per riflettere, secondo quanto dichiarato dalla AAA, il 97% della popolazione adulta statunitense. Il margine d’errore stimato dal sondaggio รจ appena del 4%, per cui a livello statistico รจ difficile criticare il metodo con cui i dati sono stati raccolti.
Preferenze quasi doppie per l’ibrido
Il dato piรน significativo del sondaggio รจ che appena il 18% della popolazione si dichiara “interessata” o “altamente interessata” ad acquistare un veicolo elettrico la prossima volta in cui si recherร in concessionario. Il dato รจ nettamente piรน basso rispetto a quello raccolto nello stesso sondaggio di un anno fa, quando era il 23% della popolazione a esserne sicura o altamente interessata. Il calo di anno in anno รจ drastico ed รจ accompagnato da una crescita altrettanto significativa delle preferenze per i veicoli ibridi, che sono visti come una scelta ecologica ma piรน facile da gestire: oltre il 31% dei soggetti intervistati dichiara “probabile” o “molto probabile” che il suo prossimo acquisto sarร un’auto plug-in hybrid.
Le motivazioni citate sono soprattutto due: la prima รจ che l’acquisto di un veicolo ibrido, anche al netto degli incentivi federali, prevede un costo inferiore a quello di un veicolo equivalente totalmente elettrico. La seconda motivazione รจ che le persone intervistate ritengono un veicolo ibrido sufficientemente ecologico, e al tempo stesso capace di non trasformare la routine delle persone che lo utilizzano. Oltre il 53% degli intervistati cita anche la possibilitร di viaggiare su lunghe distanze e l’ansia legata all’autonomia della batteria degli EVs. Molto interessante osservare che addirittura il 57% delle risposte cita il costo elevato di trovarsi a sostituire o a riparare il pacco di batterie, che per altro genera una svalutazione sopra la media dei veicoli elettrici nel mercato dell’usato.
La fine dei pionieri
Il direttore della ricerca della AAA, Greg Brannon, ha aggiunto un commento sul sondaggio per contestualizzare i risultati ottenuti. La sua opinione, diffusa anche tra gli analisti di Wall Street, รจ che ormai le persone piรน interessate ad acquistare un veicolo elettrico hanno giร effettuato questo acquisto. I pionieri hanno lasciato spazio al mercato di massa, dove molte persone sono ancora preoccupate dalla gestibilitร dei veicoli elettrici; altre persone che hanno fatto questa scelta in passato, invece, sono rimaste scottate dalla svalutazione sul mercato dell’usato o dai costi legati al cambiamento del pacco di batterie. Il trend รจ preoccupante per le societร come Tesla e BYD, perchรฉ mentre la domanda vacilla si nota un aumento considerevole della concorrenza tra i produttori.
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Sullo yen domina ancora l’incertezza e registra un misero +0,28%. Riflettori puntati sulla BOJ e la Fed
Le quotazioni dello yen sono dominate dall’incertezza. I riflettori, ora come ora, sono puntati sulla BOJ e sulla Fed.
A pesare sulle quotazioni dello yen continuano ad essere i risultati delle elezioni in Giappone, dove la coalizione di governo ha perso la maggioranza parlamentare. Un cambio di passo politico che ha aumentato una serie di incertezze sulle prospettive politiche e monetarie del Paese.
Il dollaro, invece, si รจ rafforzato e ha raggiunto il suo recente massimo in vista della pubblicazione di una serie di dati importanti nel corso della settimana, che potrebbero condizionare la politica della Federal Reserve.
Lo yen registra un misero +0,28%
Lo yen ha registrato un +0,28% scambiato a 152,86 dollari, dopo che nella giornata di ieri (28 ottobre 2024) รจ crollato ad un minimo di 153,885, il livello piรน debole da luglio: le incertezze sulla composizione del futuro governo in Giappone pesano sui mercati valutari.
Katsunobu Kato, Ministro delle Finanze giapponese, ha spiegato che le autoritร continueranno ad essere attente alle oscillazioni dei tassi di cambio.ย
Sono in molti ad attendersi un periodo contraddistinto da delle lotte per garantire una coalizione, dopo che il Partito Liberal Democratico e il suo partner Komeito sono riusciti a conquistare solo 215 seggi alla Camera Bassa: per ottenere la maggioranza ne erano indispensabili almeno 233.
Carol Kong, stratega valutario presso la Commonwealth Bank of Australia, ha spiegato che nel complesso i rischi sembrano essere orientati verso una politica fiscale piรน accomodante rispetto a quella adottata dal governo uscente. Carol Kong ritiene che insieme ai solidi dati economici degli Stati Uniti e alle maggiori prospettive di una vittoria di Trump, l’incertezza politica in Giappone potrebbe spingere al rialzo il cambio dollaro/yen nelle prossime settimane.
Ma non solo. Carol Kong aggiunge che l’elevata volatilitร dei mercati finanziari potrebbe anche incoraggiare la Banca del Giappone (BOJ) a mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento per un periodo piรน lungo di quanto attualmente previsto.
Lo yen si รจ avvicinato al minimo degli ultimi tre mesi e si รจ attestato a 165,24 contro lโeuro e 198,12 contro la sterlina.
La BOJ, nel corso della giornata di giovedรฌ, annuncerร la sua decisione di politica monetaria e sono in molti ad aspettarsi che la banca centrale decida di mantenere i tassi invariati.
Il dollaro continua a rimanere forte
Il dollaro si รจ stabilizzato e ha oscillato in un intervallo ristretto. Gli investitori sono stati titubanti nell’assumere nuove posizioni prima della pubblicazione dei dati; l’indice del dollaro รจ rimasto pressochรฉ invariato a 104,29.
L’euro รจ rimasto invariato a 1,0811 dollari, mentre la sterlina รจ scesa dello 0,07% a 1,2963 dollari.
Una serie di dati economici che sottolineano la resilienza dell’economia statunitense hanno rafforzato il dollaro statunitense nel corso dell’ultimo mese, cosรฌ come sono aumentate le scommesse di mercato su una vittoria del candidato repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi della prossima settimana.
Le politiche di Trump in materia di tariffe, tasse e immigrazione sono considerate inflazionistiche, quindi negative per i titoli di Stato e positive per il dollaro.
L’attenzione รจ rivolta anche alla lettura dell’indice dei prezzi alla produzione di beni di consumo personali di settembre negli Stati Uniti (la misura preferita della Fed per l’inflazione) che uscirร giovedรฌ, seguito dall’attento rapporto sulle buste paga non agricole di venerdรฌ.
Ray Attrill, responsabile della strategia FX presso la National Australia Bank, spiega che i dati sull’occupazione di venerdรฌ – se il PCE sarร pari allo 0,2% o allo 0,3% – saranno piuttosto importanti. Anche se le elezioni sono probabilmente il fattore piรน importante per la prossima settimana e potrebbero portare ad un aggiustamento dei prezzi.
Per quanto riguarda le altre valute, il dollaro neozelandese รจ sceso dello 0,13% a 0,5973 dollari, mentre il dollaro australiano รจ scivolato al suo livello piรน debole in oltre due mesi a 0,65602 dollari.
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Adidas, le vendite in Cina crescono del 9% a 946 milioni di euro
Le vendite in Cina di Adidas sono cresciute del 9%, ottenendo uno degli migliori risultati degli ultimi anni. Buoni i risultati anche in Nord America.
Nel corso del terzo trimestre 2024 Adidas ha registrato una forte crescita in Cina. Le vendite sono aumentate in Nord America rispetto al 2023, con la sola esclusione della collezione Yeezy, trainate dal crescente slancio del marchio: i numeri, diventati positivi nel corso del secondo trimestre, hanno mantenuto il trend anche in quello appena concluso.
A paritร di cambio le vendite trimestrali di Adidas sono aumentate del 9% a 946 milioni di euro in Cina. Nello stesso periodo del 2023 si erano fermate a 870 milioni di euro: si tratta della vendite trimestrali piรน elevate registrate nella zona a partire da inizio 2022.
Adidas cresce in Cina
In Cina Adidas registra una performance decisamente positiva, in netto contrasto con quelle delle aziende analoghe che stanno lottando con la debole domanda dei consumatori e contro unโattesa, che sembra essere piรน lunga del previsto, sul ritorno della fiducia grazie alle misure di stimolo messe in atto da Pechino.
Il secondo mercato piรน importante dopo lโEuropa per Adidas, ossia il Nord America, in Medio Oriente ed in Africa le vendite, al netto degli effetti valutari, sono diminuite del 7%, attestandosi a 1,36 miliardi di euro nel periodo compreso tra luglio e settembre. Ma rispetto allo scorso anno sono aumentate, con la sola esclusione della linea Yeezy.
I buoni risultati costituiscono lโultima prova di una ripresa della fortuna di Adidas a quasi due anni dallโingresso di Bjorn Gulden in qualitร di Ceo. Gulden ha spiegato che, la forte crescita di base in Cina e il ritorno prima del previsto ai numeri positivi per il marchio Adidas in Nord America negli ultimi due trimestri, rafforzano la fiducia nel futuro a medio termine.
La tendenza delle scarpe terrace di Adidas, modelli retrรฒ ispirati alle calzature dei tifosi di calcio degli anni ’70 e ’80, ha spinto le vendite dell’azienda tedesca di abbigliamento sportivo, aiutandola a guadagnare quote di mercato rispetto a rivali come Nike e riprendersi da una dura rottura con il rapper Kanye West, conosciuto come Ye.
Gulden ha cercato di liberarsi delle Yeezy rimaste invendute dopo la separazione dal rapper, suo ex partner creativo.
Le azioni della societร sono state viste salire dell’1% nelle contrattazioni pre-mercato di Lang & Schwarz, viste in cima all’indice blue-chip tedesco. Il produttore tedesco di abbigliamento sportivo ha pubblicato i dati preliminari del terzo trimestre e ha nuovamente aumentato le sue previsioni annuali all’inizio di ottobre.
Groupe Bruxelles Lambert riduce la partecipazione in Adidas
Groupe Bruxelles Lambert ha ridotto la sua partecipazione in Adidas al 3,51%, come si evince dai documenti presentati oggi.
GBL, la holding di investimenti delle famiglie miliardarie Frรจre e Desmarais, aveva annunciato il 31 luglio di aver ridotto la sua quota dal 7,6% al 5,1%. Le azioni Adidas hanno avuto un andamento positivo lo scorso anno e sono aumentate del 16% dall’inizio del 2024. Un portavoce di GBL ha spiegato che hanno venduto alcune azioni, ma confermano il supporto all’azienda, al suo management e alla sua strategia.
Tra lโaltro Arthur Hoeld, membro del consiglio di amministrazione e responsabile delle vendite globali, lascerร il consiglio esecutivo di Adidas alla fine di ottobre.
Il consiglio di sorveglianza e Hoeld hanno concordato di comune accordo la cessazione anticipata del suo incarico dopo che Hoeld ha dichiarato che non avrebbe prorogato il suo mandato oltre il 31 marzo 2026.
Mathieu Sidokpohou, attualmente direttore generale per l’Europa, succederร a Hoeld a partire dal 1ยฐ novembre 2024. Bjorn Gulden, in una nota, ha spiegato che Mathieu ha esattamente l’esperienza e l’atteggiamento di cui abbiamo bisogno in questa fase della nostra svolta per continuare con lo slancio e far crescere ulteriormente la nostra attivitร insieme ai nostri partner.
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Ford: income giรน di 300 milioni su 1.200. ร crisi profonda per l’auto USA
Ford: i dati sulle vendite sono pessimi. Ecco cosa succede con i dati diffusi dal gruppo.
Profitti in calo per Ford – che conferma una sorta di maledizione per il settore auto almeno nelle economie piรน sviluppate. Le azioni, durante il trading after hours, perdono oltre il 3%, confermando una ricezione della notizia da parte dei mercati piuttosto negativa. Pesano sull’azienda americana simbolo del comparto automotive con ogni probabilitร le stesse angoscianti prospettive che attanagliano anche il resto del comparto.
Income a 900 milioni, con calo di 300 milioni anno su anno, segno chiaro di una crisi tanto del gruppo quanto del settore, oltre che ad una disponibilitร economica minore delle famiglie e una propensione alla spesa minore, anche per i beni durevoli. Tutti i grandi produttori di auto USA hanno fatto registrare dati simili nel corso degli scorsi mesi, che finiranno anche per essere immortalati all’interno delle prossime trimestrali. Per ora la reazione dei mercati รจ stata comunque quella di una sorpresa che conferma per alcuni la difficoltร di venire a patti con una situazione del settore auto che รจ di crisi aperta.
Sofferenza Ford
Titolo affossato durante le ore di scambio successive alla chiusura delle borse: -3% che per un titolo di questo tipo รจ una percentuale che si vede raramente e soltanto in occasione di miss importanti da parte delle trimestrali, di grossi scandali o di grossi recall di veicoli.
Tutto questo mentre il settore auto รจ al centro anche di importanti guerre commerciali che per gli analisti piรน cinici รจ anche una manovra protezionistica per un settore che sta soffrendo piรน del dovuto anche la concorrenza dei produttori cinesi. Produttori cinesi che dovranno fare i conti con un ban per la connettivitร dei veicoli made in China, ma che comunque sono la parte – geograficamente parlando – del settore che continua a aumentare ricavi, vendite e anche profitti, non senza l’aiuto della politica. Una situazione difficile da sbrogliare, della quale le pessime trimestrali di Ford sono soltanto uno dei campanelli d’allarme.
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Messico: proteste formali contro blocco software e hardware cinese per auto vendute negli USA
Il Messico protesta formalmente contro la decisione USA su hardware e software cinese.
Sonore proteste da parte del governo messicano, che hanno ad oggetto la decisione del governo Biden di bandire l’utilizzo di auto sulle strade USA che abbiano hardware e/o software made in China che possa connettersi a Internet. Come รจ noto, la proposta poggerebbe su problemi di sicurezza interna, in una guerra commerciale che รจ anche guerra fredda in senso stretto, che colpisce il Messico in quanto nel paese limitrofo agli USA sono operative diverse fabbriche cinesi di auto, principalmente elettriche.
Le proteste, vibranti, non sono tardate ad arrivare, per quanto si parli ormai da tempo di questa decisione del governo USA, che potrebbe essere l’ultimo atto della presidenza Biden. A parlare รจ stato il Ministro dell’Economia del Messico, che ha inviato le sue rimostranze al Dipartimento del Commercio USA, citando un impatto sostanziale sull’industria automotive messicana.
Intanto i gruppi del settore auto chiedono piรน tempo…
Dato che sembra ci siano poche intenzioni di vedere un dietrofront da parte del governo USA, anche se dalle urne di novembre dovesse uscire fuori come vincitore un presidente di segno opposto, i gruppi del settore automotive dell’industria messicana hanno chiesto piรน tempo per adeguarsi alla misura, che metterebbe in ginocchio l’intero settore.
Tempistiche necessarie per rivoluzionare la supply chain, che comunque risulterebbero in costi enormemente aumentati e con un impatto – diretto e sull’indotto – sull’intera industria. Industria che per il Messico รจ di fondamentale importanza e che รจ stata tra le protagoniste della crescita importante del paese.
Per ora mancano risposte da parte del Dipartimento del Commercio USA e anche da parte dei vertici del governo USA. La questione, data l’enorme rilevanza, continuerร a tenere banco e ad essere al centro della querelle anche diplomatica tra i due paesi. Questo in attesa del nuovo presidente, che comunque difficilmente appunto tornerร indietro da una decisione che sembrerebbe essere trasversalmente accettata dall’arco politico americano.
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Apple bannata dall’Indonesia: non puรฒ vendere l’iPhone 16
L’Indonesia ha messo alla porta Apple: non potrร vendere l’iPhone 16 perchรฉ non rispetta la normativa locale.
Apple รจ stata sostanzialmente bannata dallโIndonesia, dove non potrร piรน vendere lโiPhone 16. Il gigante della tecnologia รจ accusata di non rispettare le norme del Paese sullโuso di componenti realizzati localmente.
Una particolare norma prevede che alcuni smartphone venduti nel mercato indonesiano contengano almeno il 40% di parti prodotte localmente. Apple, con iPhone 16, non ha rispettato questo requisito. A ribadirlo รจ Febri Hendri Antoni Arief, portavoce del Ministero dellโIndustria.
Febri Hendri Antoni Arief ha spiegato che gli hardware dell’iPhone 16 importati non possono essere commercializzati nel Paese, perchรฉ Apple Indonesia non ha rispettato il suo impegno di investimento per ottenere una certificazione per i contenuti locali. Ad ogni modo i telefoni possono essere importati dall’estero per uso personale, a condizione che gli utenti paghino le tasse necessarie.
Apple non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento.
I problemi di Apple in Indonesia
Apple ha lanciato lโiPhone 16 in Indonesia per la prima volta a settembre. Stando ai dati resi noti dalla societร di ricerca IDC, i due principali produttori di smartphone nel primo trimestre del 2024 nel Paese sono stati la societร cinese OPPO e la societร sudcoreana Samsung.
L’Indonesia ha una popolazione enorme ed esperta di tecnologia, il che rende la nazione del sud-est asiatico un mercato di riferimento fondamentale per gli investimenti legati alla tecnologia.
Durante una visita in Indonesia avvenuta lo scorso aprile di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, il ministro dell’Industria indonesiano, Agus Gumiwang Kartasasmita, ha affermato di sperare che il colosso della tecnologia incrementasse i suoi contenuti locali stringendo partnership con aziende nazionali.
Solitamente le aziende aumentano la domanda nazionale tramite partnership locali o reperendo componenti a livello nazionale.
Apple non ha stabilimenti di produzione in Indonesia, ma dal 2018 ha avviato delle accademie per sviluppatori di app, che, inclusa la nuova accademia, hanno un costo complessivo di 1,6 trilioni di rupie (101,8 milioni di dollari).
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