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Forex a trazione geopolitica. USD in sofferenza, YEN ancora debole. Euro si gode una bella mattinata

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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In una settimana priva forse di grandi dati macro, sarà ancora una volta la geopolitica a farla da padrona nel mercato valutario. Dalla morte di Ebrahim Raisi, presidente dell’Iran descritto da sempre come il rappresentante della linea più dura all’interno del paese, alle possibili evoluzioni sul fronte di Gaza, l’unico motivo di allarme per i mercati valutari potrebbe arrivare ancora una volta dagli scenari di guerra. Mercati che però nella giornata di ieri si sono concessi una giornata di relax, con verde diffuso a Wall Street, per quanto non sempre su percentuali entusiasmanti.

Dollaro leggermente debole in apertura delle trattative asiatiche prima e europee poi, segno comunque di un’incertezza dei mercati che persiste, nonostante tutti o quasi i fattori giochino a favore di una stagione ancora da protagonista per il dollaro USA, la cui economia può ancora permettersi qualche mese di tassi alti. E con il differenziale dei tassi che sul breve, medio e lungo periodo non può che continuare a giocare un ruolo importante.

Diverse le questioni sul tavolo

Lo scenario settimanale dipende dalle evoluzioni geopolitiche?

Sì. Almeno sul breve periodo e in quello spazio temporale entro il quale i mercati reagiscono più con la pancia che con il cervello. La morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi non sembra aver preoccupato più di tanto i mercati di rischio, che evidentemente ritengono l’eventuale successore con ogni probabilità sostenitore di linee più morbide, almeno sul fronte mediorientale. Qualcosa che però dovranno risolvere, in una procedura complicata, le urne a Teheran.

Nel frattempo si complica la situazione sul fronte israeliano: la corte dell’Aja ha infatti emesso ordini di arresto sia per il leader di Hamas, Yehia Sinwar, sia per il Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu, anche se non è chiaro ancora che tipo di conseguenze la cosa potrebbe avere sul conflitto sul breve periodo.

In un contesto che tutto sommato non disdegna qualche rischio, il mercato del Forex rimane relativamente statico, per quanto l’euro, forte anche di dati commerciali interessanti, abbia fatto registrare un breve rally nei confronti di USD. Una situazione però che è ancora di grande incertezza anche sulla principale delle coppie del Forex, complici sia i fattori di cui sopra, sia l’assenza di dati granché significativi che arriveranno in settimana dal fronte macro.

Oltre ai solidi dati sul mercato del lavoro USA infatti, è difficile immaginarsi che ci saranno grandi stravolgimenti sul breve e brevissimo periodo, almeno per quanto concerne questa coppia.

Geopolitica danni
Scacchiere per ora calmo, ma fino a quando?

In Giappone non tutti anticipano un rialzo dei tassi

Per quanto se ne parli in modo sempre più insistente, non tutti stanno anticipando un rialzo dei tassi. Lo yen è stato relativamente debole in una mattinata tutto fuorché entusiasmante per il dollaro, segno che anche se i bond sembrerebbero raccontare un’altra storia, non tutti sono pronti a scommettere sul prossimo deciso rialzo dei tassi.

In realtà, e va detto a scanso di ogni equivoco, la questione è più complessa, perché da un lato ci si aspetta un aumento dei tassi comunque modesto, e dall’altro non si ha perfetta contezza di cosa avverrà a Washington. Ovvero se i tagli arriveranno davvero a settembre, come ormai preventivato dai mercati, oppure se capiterà di dover aspettare ancora.

Per il momento quella dello yen, al netto di quanto abbiamo visto sopra per le questioni più geopolitiche, rimane una delle situazioni più interessanti per chi è a caccia di un po’ di volatilità all’interno di trend relativamente definiti.

In tanti, compreso chi vi scrive, non è così convinto del fatto che il ritorno alla normalità della politica monetaria giapponese sarà attraverso un percorso lineare e privo di ripensamenti. E comunque di difficoltà anche sul fronte politico interno.

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