Il Canada taglia i tassi, pioniere nel G7: nessun impatto forte sui bond e sulle Borse

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il Canada è stato il primo paese del G7 a tagliare i tassi d’interesse, presumibilmente battendo sul tempo di un giorno la Banca Centrale Europea. In un momento in cui tutte le grandi banche centrali stanno allerta per scoprire quali saranno gli impatti sul mercato degli eventuali interventi sulla politica monetaria, c’è molto interesse per gli effetti della scelta canadese. I tassi annui della Bank of Canada sono scesi dal 5% al 4,75%, esattamente come previsto nei giorni scorsi dagli analisti. Il taglio da 25 punti base era stato già anticipato da una serie di dichiarazioni del direttorio sulla politica monetaria, rendendo lo shock per i mercati minimo.

Il rendimento dei bond decennali canadesi è sceso solo di 5 punti base, mentre il mercato azionario si trova in attivo di meno di mezzo punto percentuale. Questo dimostra che i tagli sono già prezzati dal mercato in questo momento e possono essere velocemente assorbiti dai prezzi. Ora ci si chiede soltanto se la stessa cosa succederà anche quando la BCE e soprattutto la Federal Reserve decideranno di tagliare i tassi. Sono passati oltre quattro anni da quando la Bank of Canada aveva portato i tassi al 5% e la banca centrale canadese era stata la prima a prevedere che gli interventi sull’economia fatti per rispondere alla pandemia avrebbero causato un aumento significativo del tasso d’inflazione.

presentazione della notizia su taglio ai tassi della Bank of Canada
La Bank of Canada potrebbe già tagliare i tassi per la seconda volta a luglio

Nessuno shock sui mercati

L’impatto della notizia sui mercati finanziari è stato minimo, un segnale incoraggiante soprattutto per la Banca Centrale Europea. Domani la BCE dovrebbe unirsi al Canada e diventare la seconda banca centrale del G7 a tagliare i tassi, inaugurando a tutti gli effetti una nuova fase del ciclo economico. Anche se il tasso d’inflazione rimane una preoccupazione importante, che probabilmente limiterà i tagli ai tassi durante il 2024 a due o tre scatti da 25 punti base, la direzione è comunque segnata. Christine Lagarde e i suoi sono stati ancora più attivi della Bank of Canada nel fornire indicazioni precise riguardo alla volontà di tagliare i tassi, per cui lo shock atteso è ancora più basso.

Il governatore della banca centrale canadese, Tiff Macklem, ha offerto delle dichiarazioni molto asciutte ma altrettanto sentite. Ha spiegato che i tassi resteranno su una traiettoria discendente e ha dichiarato “godiamoci il momento“, come a voler esprimere il sollievo per la possibilità di lasciare alle spalle le preoccupazioni dovute al tasso di inflazione. I mercati, già in questo momento, stanno prezzando una probabilità del 39% del fatto che il mese prossimo la Bank of Canada opterà per un secondo taglio, nuovamente da 25 punti base.

Grafico dei tassi d'interesse in Canada negli ultimi 5 anni
Grafico dei tassi d’interesse in Canada negli ultimi 5 anni – Grafica: Trading Economics

Limiti alla divergenza dagli USA

Una delle domande più importanti che Macklem ha ricevuto nella conferenza stampa che ha seguito la decisione è quella sulla divergenza che la politica monetaria canadese può permettersi rispetto a quella statunitense. La risposta è stata che la Bank of Canada ha un “limite” alla quantità di tagli che può fare in più rispetto a quelli degli USA, per non creare distorsioni sui tassi di cambio. Macklem ha comunque sottolineato che questo limite è ancora lontano, per cui la BoC in questo momento non si sente limitata nelle sue scelte. Anche in questo caso sembra essere una risposta che vale per il Canada tanto quanto per l’Eurozona.

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