Il maxi fondo punta tutto sulle azioni: parla AustralianSuper, a caccia di allocazioni

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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C’è spazio per un’altra crescita del settore azionario, almeno secondo AustralianSuper, che è il più importante – per capitalizzazione – dei fondi pensione dell’Australia. Una spinta che sarà nelle possibilità principalmente del mondo AI e tech e che ha spinto il fondo a iniziare il 2024 con uno spostamento verso le allocazioni in equity, in modo maggiore rispetto ai prodotti che storicamente aveva coperto. Una convinzione che sembrerebbe essere minoritaria almeno tra i più visibili – sulla stampa – degli analisti, che invece chiamano una correzione del settore azionario ormai da tempo, senza che in verità si sia mai verificata.

Parliamo di un fondo che vale circa 200 miliardi di dollari e le cui allocazioni sono seguite dagli investitori in tutto il mondo. Per il momento siamo, come riporta Bloomberg, ad un’allocazione del 55% circa in azioni, che potrebbe tra le altre cose crescere, a scapito di prodotti a rendimento fisso e agli investimenti in money market fund. Mossa che con ogni probabilità punta anche ad anticipare la stagione dei tagli ai tassi negli USA, una stagione che ancora non è partita e che però al tempo stesso è ormai quasi dovuta.

All in sull’azionario per il fondo australiano

C’è chi punta ancora sull’azionario

Le performance del settore azionario sono state più che buone, nonostante una lunga stagione di tassi di interesse in territorio restrittivo, per quanto in diversi sottolineino correttamente sia un ristretto manipolo di titoli a spingere la crescita dei principali indici. Titoli che sono tutti o quasi legati al mondo tech o AI e che comunque stanno facendo la felicità di chi si muove sul settore delle equity. Non solo piccoli e medi investitori, ma anche fondi di un certo spessore, come per l’appunto AustralianSuper, che è e rimarrà a lungo il più importante fondo pensione australiano.

Allocazione al momento del 55% in azioni, che potrebbe, secondo il CEO Mark Delaney, nelle dichiarazioni che sono state raccolte da Bloomberg. Si torna a parlare delle Magnifiche Sette della borsa USA, che sembrano essere l’unico traino o quasi di un momento altrimenti piuttosto piatto per il settore azionario.

Una situazione che ha già scatenato dibattiti molto accesi sull’effettivo stato di salute di un settore azionario che, fuori dal mondo tech, ha comunque risentito delle politiche monetarie restrittive di Washington.

AustralianSuper
AustralianSuper ha in gestione più di 200 miliardi di euro

Piace la situazione macro

A piacere è principalmente una situazione macro che è fatta di tassi sì in territorio restrittivo, ma anche di un’economia che tutto sommato ha tenuto e di un’occupazione ancora vigorosa. Una situazione macro che per i grandi allocator – AustralianSuper non è certo il primo – sembrerebbe essere quella ideale per un proseguimento della corsa dei titoli azionari.

Permangono preoccupazioni sullo stato del settore – enorme – che al di fuori delle Magnifiche Sette, ma a poco conta in termini di rendimenti: se AI e tech continueranno a spingere, e a godersi un posto al sole anche in una fase economica che comanderebbe ben altro, c’è chi è disposto ad aumentare la propria esposizione, soprattutto se i rendimenti dei bond dovessero farsi meno attrattivi.

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