Giappone verso no al rialzo dei tassi. Recupero yen in discussione

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Situazione critica in Giappone, con lo yen che ha recuperato livelli sotto i 160 grazie al doppio intervento della settimana scorsa, che però Bank of Japan non si potrà permettere di sostenere anche con un rialzo dei tassi, almeno secondo l’opinione dell’ex quadro della banca centrale Hideo Hayakawa, raccolta da Bloomberg. Il prossimo appuntamento della massima autorità monetaria del Giappone, dunque, finirà per non avere alcun tipo di effetto sui tassi e pertanto alcun tipo di effetto sullo yen, al netto di come si muoveranno i mercati in relazione al rispetto o meno delle loro aspettative.

Bank of Japan però dovrà muoversi in altro modo. E lo farà riducendo gli acquisti di bond, sempre secondo l’opinione dell’ex quadro. Questo a fronte di una situazione economica molto complicata per Tokyo, all’interno della quale tutelare lo yen – se non con brevi ma costose manovre spot – sembrerebbe essere impossibile. L’opinione di Hayakawa è probabilmente già maggioritaria, con i mercati che stanno già iniziando a scontare un altro mese di inazione da parte di BoJ.

Il Giappone pronto a giocare ancora d’attesa, anche sullo yen

O almeno sui fondamentali dello yen. Bank of Japan, è opinione comune alla quale ha dato voce Hideo Hayakawa, non è nelle condizioni di poter pensare ad un rialzo dei tassi per il prossimo incontro. La situazione economica è d’altronde forse non compromessa, ma comunque degna di attenzione. La spesa delle famiglie è in calo da metà 2023, il PIL non si sta comportando granché meglio e le difficoltà economiche si stanno lentamente trasformando in difficoltà politiche. Le pressioni sono tante: c’è chi chiede interventi decisi a tutela dello yen, che dovrebbero necessariamente passare per un cambio dei fondamentali e dunque da un rialzo dei tassi, e chi invece cerca di galleggiare in una fase di politica monetaria poco chiara, attendista e in ultimo incapace di capovolgere appunto i fondamentali di cui sopra.

Ci saranno però delle decisioni da parte di BoJ durante il prossimo incontro. Con ogni probabilità di deciderà per la riduzione degli acquisti di bond più del previsto, cosa che almeno in via indiretta dovrebbe contribuire a muovere in territorio leggermente più restrittivo la politica monetaria di Tokyo. Sarà troppo poco? Probabilmente sì, per quanto la risposta dovrà arrivare ancora una volta dai mercati Forex, che ormai puniscono da tempo lo yen nei confronti delle principali valute internazionali.

Ieri buon recupero, dettato però dalle difficoltà del dollaro

In una giornata ricca di sorprese – completata anche da dati negativi sulle riserve di greggio degli Stati Uniti, che hanno contribuito al rialzo del prezzo del petrolio e all’indebolimento del dollaro – c’è stato spazio anche per un recupero da parte dello yen. Recupero che lo ha portato sotto quota 156, salvo poi perdere qualche decimo percentuale.

Rimane comunque un concerto guidato più da quanto accade a Washington che da grossi scossoni o decisioni impreviste dalle parti di Tokyo, qualcosa che su queste pagine avevamo anticipato da tempo e che si sta, purtroppo per i long sullo yen, verificando.

Bank of Japan non è certo nuova però a sorprese. Basti pensare agli interventi della scorsa settimana (non confermati) per oltre 30 miliardi di dollari direttamente a mercato. E in un contesto dove BoJ cerca di cogliere di sorpresa i trader short sullo yen, chissà che non ci sia uno scherzetto anche con i tassi, per quanto le condizioni dell’economia scongiurerebbero una situazione del genere.

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