Nvidia a picco: le indagini antitrust si allargano. Titolo fa -10%

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Le indagini dell’antitrust USA nei confronti di NVIDIA sarebbero molto più pervasive di quanto si fosse creduto in principio, almeno secondo quanto è stato riportato da un’indagine esclusiva di Bloomberg. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che è titolare di questo tipo di indagini negli USA, ha inviato subpoena (ovvero comunicazioni di obbligo a collaborare) non solo a Nvidia, ma anche a diverse delle società che collaborano o acquistano merce da Nvidia stessa oppure che sono fornitori. Sarà dunque un’indagine pervasiva delle pratiche commerciali di Nvidia, che gli USA ritengono come lesive della concorrenza.

L’estensione delle indagini è stata interpretata dagli addetti ai lavori come un segnale negativo per il gruppo, con il titolo che ha chiuso le trattative poco sopra il -10%, in una giornata disastrosa per tutto il comparto dei chip, complici dati ISM che sono piaciuti poco ai mercati. Per Nvidia però potrebbero esserci tegole ben più importanti di quelle che arrivano dai movimenti di breve dei mercati. Le indagini che si allargano potrebbero essere un pessimo segno per quella che non è più unna scaramuccia con chi si occupa di libera concorrenza e mercati.

Arrivano le subpoena: l’indagine verso Nvidia si intensifica

Non è la prima indagine condotta dal DoJ anche su società terze. Questa volta però le richieste di informazioni hanno il carattere dell’ufficialità e dell’obbligatorietà. Sono infatti state recapitate le cosiddette subpoena, che sono richieste di documentazione e informazioni alle quali per legge, negli Stati Uniti, non ci si può sottrarre. E sono state inviate a diverse società che avrebbero avuto legami commerciali con Nvidia nel corso degli ultimi anni, per quanto non siano state specificate.

Il segnale è chiaro: c’è bisogno di più informazioni, ma le cose stanno andando avanti e stanno procedendo verso la contestazione di irregolarità a Nvidia, per quanto ne manchi ancora l’ufficialità. Qualcosa che ha già pesato sul titolo $NVDA e che continuerà probabilmente a farlo mentre si entrerà nel vivo di una questione di grande impatto potenziale sul futuro di Nvidia.

Cosa rischia Nvidia e perché crolla sul mercato?

Il quasi -10% della sessione di ieri è una reazione grandemente esagerata e che è stata spinta anche da una pessima seduta complessiva dei titoli tecnologici e in particolare di quelli dei chip, condizionati dai dati macro che sono stati presentati nel pomeriggio di ieri. I mercati però stanno chiaramente prezzando il prolungarsi delle indagini e l’altra probabilità che le indagini antitrust del Dipartimento di Giustizia abbiano delle conseguenze legali.

Tali indagini – nel caso in cui le corti dovessero dare ragione al Dipartimento di Giustizia, potrebbero in ultimo risultare in multe pesanti, per una questione per che finirà per protrarsi ancora per mesi, se non per anni.

Il grosso delle contestazioni riguarda formule commerciali che renderebbero difficile per i clienti passare ad altri fornitori e che avrebbero integrato dei programmi di lock in che per le leggi degli Stati Uniti potrebbero essere appunto illegali. Nvidia nega tutto, affermando che la sua dominance di mercato è frutto di un prodotto nettamente superiore a quello della concorrenza.

Risposta che però – carte e indagini alla mano – potrebbe non convincere completamente i giudici.

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