Intelligenza artificiale, servirà a tradurre i manga. Ma fa paura a molte aziende giapponesi

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Il 40% delle aziende giapponesi non avrebbe intenzione di adottare l’intelligenza artificiale nelle proprie attività, mentre un quarto l’avrebbe già adottata. È quanto emerge da un sondaggio effettuato da Reuters e reso pubblico questa mattina. Lo studio, condotto per conto di Nikkei Research, è stato realizzato sottoponendo ad una serie di domande qualcosa come 506 aziende nel periodo compreso tra il 3 ed il 12 luglio 2024. Gli intervistati hanno mantenuto il più totale e completo anonimato.

Il 24% degli interpellati ha ammesso di aver già introdotto l’intelligenza artificiale all’interno della propria azienda, mentre il 35% ha intenzione di farlo nel medio/lungo periodo. Il 41%, invece, non ha progetti in questo senso almeno nel futuro più prossimo. Una situazione che mette in evidenza come l’intelligenza artificiale nello specifico e l’innovazione tecnologica in senso lato siano adottate in maniera diversa dalle aziende giapponesi.

Intelligenza artificiale, gli obiettivi del futuro

Tra le domande poste agli intervistati – che prevedevano delle risposte multiple – una è relativa agli obiettivi dell’adozione dell’intelligenza artificiale. Il 60% degli intervistati ha dichiarato di aver intenzione di far fronte alla carenza di lavoratori, mentre un buon 53% la vorrebbe utilizzare per ridurre il costo del lavoro. Il 36%, invece, ha parlato di un’accelerazione della ricerca e dello sviluppo.

Ma quali sono gli ostacoli maggiori nell’introduzione dell’intelligenza artificiale? Secondo un dirigente di un’azienda di trasporti ci sarebbe l’ansia tra i dipendenti per una possibile riduzione dell’organico. Anche se gli ostacoli maggiori sembrano essere determinati da una mancanza di competenze tecnologiche, le ingenti spese in conto capitale e le preoccupazioni in merito all’affidabilità.

Il problema degli attacchi informatici

Argomento che, in un modo o nell’altro, orbita intorno all’intelligenza artificiale è quello relativo agli attacchi informatici. Il 15% degli interpellati ha ammesso di averne subito uno nel corso dell’ultimo anno, mentre il 9% ha dichiarato di avere partner commerciali che hanno subito degli attacchi nel corso dello stesso periodo.

I danni causati dagli attacchi informatici, in alcuni casi, sono stati molto importanti. Il 23% di quanti li hanno subiti o che avevano dei partner commerciali come obiettivi ha spiegato che le attività sono state temporaneamente interrotte. Il 4% ha ammesso di aver subito una fuga di informazioni.

Sotto il profilo delle misure adottate per migliorare la sicurezza informatica, il 47% degli intervistati ha dichiarato di aver esternalizzato la difesa, mentre il 38% ha spiegato di avere degli specialisti interni.

Gli attacchi informatici hanno colpito anche delle aziende giapponesi molto importanti, come l’editore Kadokawa, il cui caso ha convinto il governo a rafforzare le misure per la sicurezza informatica.

Intelligenza artificiale, gli investimenti

Dopo la pubblicazione del primo manga – avvenuta nel corso del mese di marzo 2023 – realizzato con la collaborazione dell’intelligenza artificiale, continuano gli investimenti in questo settore. L’ultima operazione, almeno in ordine cronologico, è quella che vede i principali editori giapponesi finanziare con circa cinque milioni di dollari una start-up di Tokyo. L’obiettivo è velocizzare la traduzione dei fumetti con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

L’investimento, pari a 780 milioni di yen, è stato effettuato  da Shueisha, Kadokawa, Square Enix e altri importanti nomi del settore ed ha portato alla nascita di Mantra, una startup lanciata nel 2020 e che si è consolidata nel corso degli anni, diventando uno dei punti di riferimento per l’editoria giapponese.

L’azienda ha proposto Mantra Engine che permette, attraverso diversi piani di abbonamento, di tradurre i propri fumetti fino ad un massimo di cinque lingue contemporaneamente. Un’offerta molto allettante per un ramo dell’economia giapponese particolarmente vivace, ma che viene esportato ancora poco: ogni anno vengono pubblicati 700.000 volumi, dei quali solo il 2% supera i confini nazionali giapponesi.

In quel 2%, però, c’è un settore fortemente in crescita, basti pensare che negli Stati Uniti il numero di manga è quintuplicato nel periodo 2019-2022. Numeri che sono paragonabili a quelli francesi. Il trend è positivo anche in Italia.

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