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L’UE prepara un nuovo pacchetto di misure contro la Russia: nel mirino le importazioni di LNG

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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I paesi UE sono pronti a fare il prossimo passo per arginare i ricavi del governo russo, questa volta puntando a un tipo di misura che fino a questo momento sembrava fuori discussione: nel mirino ci sono le importazioni di LNG. Per la prima volta i paesi europei sembrano aver trovato un’ampia base di supporto per proibire le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia. Fino a questo momento, la domanda europea di gas era troppo alta per poter pensare di tagliare le importazioni. Ora che il mercato sembra essersi stabilizzato, anche grazie agli sforzi fatti in questi anni per diversificare la supply chain, il grande passo potrebbe arrivare già nelle prossime settimane.

Il nuovo pacchetto di sanzioni, che potrebbe includere il gas liquefatto, sta venendo discusso tra i capi di Stato. Questo significa che potrebbero non esserci grandi implicazioni legate alle prossime elezioni europee, lasciando campo libero ai governi per trovare un accordo tra di loro. Rimane un grande passo da fare: quello di valutare se i danni per l’economia europea possano essere superiori ai danni procurati all’economia russa. A distanza di oltre due anni dallo scoppio della guerra, questo rimane il nodo importante da sciogliere.

presentazione della notizia su paesi UE che considerano limiti all'import di LNG russo
Nel 2023, l’import di gas liquefatto russo in UE è valso €8,2 miliardi

Belgio, Francia e Germania chiedono il conto

Belgio, Francia e Germania sono stati tre dei paesi più attivi nella ricerca di un accordo per proibire le importazioni di LNG. Ora, però, si rivolgono alla Commissione Europea per chiedere un conteggio completo di tutti i danni stimati per l’economia europea e quella russa. Da una parte è molto probabile che i paesi europei riescano a diversificare le forniture e mantenere i prezzi bassi anche senza dover contare sul gas russo. Un dubbio riguarda gli Stati Uniti, diventati il più grande esportatore di LNG verso l’Europa, dopo che l’amministrazione Biden ha deciso di sospendere le nuove licenze per l’export di gas liquefatto.

Se non fosse per le nuove misure statunitensi, è probabile che gli Stati europei avrebbero già trovato un accordo sulla situazione attuale. Quasi certamente arriverà un divieto ai passaggi di LNG tra navi russe e navi battenti bandiere europee o di altri paesi alleati: questa è una prima misura che i paesi vorrebbero prendere per impedire alla Russia di aggirare le sanzioni. Bisognerà vedere se davvero i governi UE saranno pronti a tagliare completamente i ponti con il gas di Gazprom e compagnia: in questo momento le importazioni sono già ridotte di oltre la metà rispetto al pre-invasione dell’Ucraina, ma per ora l’UE è ancora lontana dall’azzeramento delle importazioni.

Al momento, circa la metà di tutto il gas liquefatto prodotto in Russia viene esportato in Europa

Corsa alle sanzioni prima di luglio

Il 14esimo pacchetto di sanzioni europee verso la Russia è una corsa contro il tempo. Il Parlamento Europeo vuole arrivare a un accordo prima di luglio, quando sarà il turno della presidenza ungherese. La presidenza del consiglio europeo cambia ogni sei mesi, con un sistema di rotazione che garantisce a ogni paese di avere un semestre di presidenza. Quando arriverà luglio scatterà il momento della presidenza di Viktor Orban, il dibattutissimo premier ungherese che ha rallentato o bloccato ogni tipo di misura che potesse danneggiare l’economia russa o favorire quella ucraina nel corso degli ultimi due anni. Vista la vicinanza tra Putin e Orban, i legislatori europei sanno che il nuovo pacchetto di sanzioni non sarà approvato durante la presidenza ungherese: bisogna arrivare a un accordo prima.

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